L'affascinante storia di San Francesco di Paola, il santo protettore di tutti i calabresi
Il voto dei genitori che non potevano avere figli, la devozione per il santo di Assisi, fino alla vocazione che lo rende famoso ancora oggi per i tanti miracoli compiuti
CORIGLIANO-ROSSANO – Molto popolare ed ancora viva nell’immaginario collettivo calabrese, la figura di San Francesco di Paola, verso cui anche ai giorni nostri, i fedeli si rivolgono facendo voto per veder esaudire una “grazia”, ovvero il realizzarsi di un desiderio considerato quasi impossibile.
Questa la nota caratteristica di questo santo protettore dei calabresi e nel 1990, nominato dall’Unicef ambasciatore dei bambini e dei giovani di tutta la Calabria. La sua fama è grande in tutto il sud Italia ma arriva anche oltre confine, in Francia dove il 2 aprile 1507 a Plessis-les-Tours, all’età di 91 anni muore, ma solo dopo aver diffuso la buona novella del santo a cui, il sacerdote nato a Paola, era particolarmente devoto, Francesco d’Assisi.
Devoto perché proprio grazie al voto fatto dai genitori del santo calabrese, al frate umbro, spesso considerato un ribelle dalla Chiesa del tempo, perché non conforme nel costume e nel modus operandi ai comuni clichè di ostentazione del clero dell’epoca, che Francesco nasce da una coppia troppo in là con gli anni, che chiedono in estrema ratio, aiuto al santo umbro per avere figli.
Aiuto che chiederanno ancora una volta quando il piccolo Francesco soffrirà di un ascesso ad un occhio, così grave da rischiare di perderlo. In cambio della grazia, la coppia calabrese manda il giovane fanciullo per un anno in convento, a San Marco Argentano, ed è proprio in questo luogo che il futuro santo paolano scoprirà la vocazione e non lascerà più il saio. Non solo, a San Marco Francesco inizia a fare miracoli, dal tenere nelle mani i carboni ardenti fino a spezzare una moneta d’oro, nella seconda metà del 1400, offertagli da Ferrante I, re di Napoli, da cui uscì sangue, spiegando al monarca che non c’è bisogno di denaro se si vive nella grazia divina e che quel sangue era il simbolo dell’oppressione del re nei confronti dei sudditi.
Le gesta del monaco dalla grossa corporatura, con barba e capelli lunghi che non tagliava mai, si diffondevano in tutto il sud, soprattutto quando decide di diffondere il credo per tutta la Calabria e, tra i paesi in cui fece passaggio, risaltano Terranova da Sibari e Corigliano, che lo hanno eletto santo protettore e dove ancora oggi, a maggio, viene celebrato con grandi festeggiamenti sia liturgici che civili.
Fu canonizzato il 1° maggio del 1519 da Papa Leone X, al quale, tra l’altro, predisse l'elezione al soglio pontificio quando questi era ancora bambino. Il Santo si celebra ufficialmente il 2 aprile, giorno della sua “nascita al Cielo”, tuttavia, non potendosi spesso celebrare come festa liturgica perché quasi sempre ricorre in Quaresima, la si festeggia ogni anno a Paola, così come in altre città calabresi, nell'anniversario della sua canonizzazione.
Una vita quella di San Francesco di Paola che ancora oggi spinge tantissimi fedeli a celebrarlo con devozione, visto che anche ai giorni nostri, molte persone affermano di aver ricevuto grazie dal frate protettore di tutti i calabresi.