«Arrivare a Civita è un'odissea»: Tiziana e il sogno di tornare a vivere in Calabria
«I disagi che affronto ogni qual volta ho necessità di spostarmi mi frenano, mi spaventano e cancellano ogni visione idilliaca di vivere in un piccolo borgo»
CIVITA - «Mia madre è anziana e vive da sola a Civita. Io lì ho una casa di proprietà e i miei figli, cresciuti con me a Verona, sono innamorati della Calabria. A lavoro mi è stato proposto un contratto in smart working. Tutto questo mi ha portato a riflettere sul futuro mio e della mia famiglia. Potrei tornare a vivere nella Regione dei miei genitori, potrei pensare di crescere i miei figli in questa splendida terra, ma i disagi che affronto ogni qual volta ho necessità di spostarmi mi frenano, mi spaventano e cancellano ogni visione idilliaca di vivere in un piccolo borgo».
Sono colme di amarezza le parole di Tiziana Perrone. I disservizi sono tanti ogni volta che deve affrontare il viaggio da Verona a Civita e non solo.
I prezzi degli autobus sono sempre più proibitivi, per non parlare delle tante ore di viaggio da affrontare. I due aeroporti più vicini (Bari e Lamezia) non sono affatto ben collegati e ogni volta bisogna chiedere passaggi in auto ad amici o parenti perché le coincidenze con gli autobus o i treni sono in orari scomodi.
«Mi è capitato di prenotare un volo da Verona a Bari. Chiedere un passaggio da Bari a Taranto, per poi prendere un autobus alle 3,50 del mattino per arrivare a Sibari e poi attendere altre due ore la coincidenza per Castrovillari e, infine arrivare a Civita dopo innumerevoli ore di viaggio e cambi: un’odissea».
La voglia di tornare in Calabria c’è… ma c’è anche il timore di consegnare i figli ad un futuro di “immobilità”.
«Gli amici di mio figlio – continua - vorrebbero raggiungerlo per le vacanze, ma anche loro sono titubanti per via dei collegamenti. È impensabile voler far decollare una regione in questo contesto, sia dal punto di vista turistico, che per una probabile “emigrazione di ritorno” che possa popolare i piccoli paesini dell’entroterra. Non basta la bellezza dei luoghi, il mare o il buon cibo. Sono necessari i servizi e i collegamenti».
No, non basta il calore della tua gente, i sapori della tua terra, né il profumo della zagara. Non si vive di sola poesia. Servono treni, autobus, strade. Serve un cambio di mentalità.