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Il rossanese che fu promotore e sostenitore della Rivoluzione Calabrese del 1848

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CORIGLIANO-ROSSANO – Nacque a Rossano il 17 maggio 1827 dal barone Pietro Toscano Mandatoriccio e Rosa Abenante. Insieme ad altri suoi cinque fratelli (Cornelia, Serafina, Vittoria, Saverio e Giuseppe), proveniente da un’autorevole famiglia liberale consegnò alla Calabria straordinarie pagine di storia e celebrità. Infatti, da poco ventenne si segnalò promotore e sostenitore della causa che sfociò nella rivoluzione calabrese del 1848, desiderando fortemente la formazione di una Repubblica.

Il Gradilone, al riguardo scriveva: «In Calabria, per la stessa costituzione economica e sociale diffusamente arretrata della regione e per l’emergere d’una borghesia colta e liberale, subito in contrasto con gl’interessi d’una aristocrazia inetta e, nella stragrande maggioranza, d’idee conservatrici, il movimento rivoluzionario, già alle prove nel 1837, nel 1844 e, più recentemente nel 1847, non poteva non assumere, data anche la ricca passionalità del popolo, che caratteristiche radicaleggianti. Così vediamo che, quando in ogni angolo del regno divennero operanti quei comitati di agitazione, quali ramificazioni dell’Associazione Nazionale, in Calabria, le direttive di essi furono profondamente diverse, tenuto conto che molti Comitati si attennero alle disposizioni, che giungevano da Napoli, mentre altri, specialmente quelli esistenti nei distretti di Castrovillari e di Rossano, se ne distaccarono dando alla loro azione uno spiccato carattere demagogico e settario. […] Qui giova notare che il Comitato rossanese fu attivissimo, e lo conferma lo Sprovieri asserendo che i componenti si riunirono in casa del loro capo, Saverio Toscano» (1).

Dalle idee liberali, come quelle del genitore, lo troviamo tra i componenti del Comitato rossanese insieme al fratello Saverio e a gran parte dell’aristocrazia erudita rossanese con l’accesa aspirazione di lottare per la libertà. Sempre pronto a conservare vitale lo spirito insurrezionale e rivoluzionario prese parte attiva alle diverse riunioni rossanesi promosse dal fratello e da altri insurrezionalisti e agli eventi che via via si presentavano sul cammino della mobilitazione.

Agli scritti di Gradilone, molti anni più tardi, faceva eco Mario Rizzo, che nel parlare della figura di Gaetano e confermare quanto del suo spirito insurrezionale già si sapeva, così annotava: «[…] Gaetano non sopportando più l’ira borbonica che si scatenava su tutta la famiglia Toscano, allorché si costituì il Comitato Rivoluzionario Calabro-Siculo volle ad ogni costo muoversi e al comando di quaranta armati, da lui raccolti, arrivò fino a Spezzano Albanese proprio sul cadere di quel giorno in cui il Generale Ribotti con i suoi siciliani e calabresi assaliva in Castrovillari le truppe regie. Malgrado, però, il loro entusiasmo e i sacrifici immensi, il Ribotti pensò di ritirarsi, pur non manifestando apertamente il suo pensiero» (2).    

Lo ritroviamo ancora presente con una spedizione a Campotenese nel corso dei moti rivoluzionari del 1848, dove si distingueva infervorando la passione di quanti erano lì per lottare. Furono giorni molto concitati, con la insurrezione che andava avanti, ma senza gli auspicati successi. Lo scoraggiamento e lo sconcerto cominciavano ad avere il sopravvento sul morale dei valorosi patrioti, che sebbene si opponessero con prove di coraggio e resistenza alle truppe del generale Fabrizio Lanza ebbero cattiva sorte perché la rivoluzione calabrese ebbe una sconcertante conclusione.

Allo scopo di sfuggire alla cattura come il fratello Saverio fu costretto a nascondersi fermandosi prima in Malta, poi in Francia e infine in Italia a Firenze dove fece sosta. Secondo le note di M. Rizzo che di Gaetano descrisse la cronaca di quei giorni veniamo ancora a conoscenza che «[…] Gaetano, col fratello Saverio, con un veliero, assieme al Palopoli e al Minnicelli, partirono verso la Sicilia. A Crotone furono informati della cattura del Ribotti e della vigile presenza delle navi borboniche nelle acque dello Jonio e perciò furono obbligati a volgere la prua verso la Calabria. Sbarcarono a Cariati dove, però, non poterono fermarsi a lungo essendo stata la loro presenza appresa dai borbonici. Si diressero, quindi, a Taranto e poi a Napoli, ma, inseguiti dai gendarmi, si rifugiarono sopra un vascello francese e partirono per Marsiglia. Riparatosi a Marsiglia, Gaetano alimentò, con l’attività fervente del suo ingegno nobilissimo e con molto sacrificio di denaro, la crisi rivoluzionaria che culminò con le gesta liberatrici dei Mille nel 1860.

I due fratelli furono costretti a ritornare in Italia per gravi affari di famiglia e quindi si recarono a Firenze. A Firenze fecero sodalizio coi più autorevoli rappresentanti della Sinistra liberale, e, saputo della spedizione di Garibaldi, per ragioni di salute di Saverio, gravemente ammalato, essendo Gaetano costretto ad assisterlo, non parteciparono alla spedizione dei Mille anche se vi concorsero con mezzi superiori alle loro condizioni economiche, avendo il Governo borbonico sequestrato i loro averi. L’Unità d’Italia lo trovò a Firenze» (3).

Evito ulteriori particolari sulle vicende rivoluzionarie di Gaetano limitandomi, invece, a riportare, salvo alcuni particolari elementi, fatti e vicende relative al suo operato di uomo pubblico impegnato nel sociale. Dopo le note vicende che lo accompagnarono come uno degli artefici della rivoluzione calabrese, per effetto della sentenza in contumacia, come risulta dagli atti del processo, subì insieme ad altri rivoluzionari rossanesi la condanna a 25 anni di carcere.  La sua presenza tra gli associati al club costituzionale si evince da come ne parlano Rossana Sicilia e Pasqualina Maria Trotta nella seguente nota (119) «ASCS, Processi politici, cit. b. 80, fasc. 627, Rapporto del giudice regio di Rossano in data 26 luglio 1848.

Tra gli aderenti al club costituzionale, Vincenzo Greco, Lelio e Nilo De Paola, Raffaele Mannarini, Achille e Antonio Nigro, Diego De Russis, Francesco Zupi, Antonio Morici, Francesco Barone, Francesco Candreva, Raffaele Palopoli Scigliano, Pietro e Flaminio Rapani, Vincenzo e Onofrio Pettinati, Bennardo Linardi Ciccino, Pasquale Placonà, Gaetano Toscano, Antonio Malena; importante è anche l’adesione del clero, risultano infatti presenti all’attività del club, i canonici Giuseppe Barone e Francesco Mannarini, i sacerdoti Bernardino Conversi e Berardino Arlei. Decisamente ostile si mostrò invece la curia arcivescovile, retta allora da un fervido legittimista, mons. Pietro Cilento» (4).

Nel 1860, dopo la lotta ad oltranza, caduto il regno borbonico, Gaetano Toscano Mandatoriccio, insieme al fratello ritornò a Rossano, lasciandosi coinvolgere da un profondo impegno nella vita politico-amministrativa della città. Istituiti i Consigli Provinciali, Gaetano nell’aprile del 1861 venne indicato a rappresentare il territorio di Rossano nel Consiglio Provinciale di Cosenza. Proprio nel 1861, la classe dei padroni, non prendeva in considerazione la condizione sociale dei bisognosi, facendo venire meno nella propria politica distributiva quella che invece avrebbe dovuto sostanzialmente essere un’operosità verso coloro che avevano necessità di assistenza, rincorrendo, invece, il passaggio ad un sistema sociale dei cittadini più moderno, solo mediante l’avvio di un processo culturale esclusivamente basato sull’educazione, preparazione e formazione delle classi sociali più abbienti alle quali, in qualche modo veniva assicurato il privilegio di essere istruiti fino alle classi superiori. Una conduzione che non poteva non generare dissenso e discussioni nella classe responsabile dell’epoca profondamente toccata dall’insuccesso avuto nelle elezioni del 1861.

A mettere una toppa alla difficile e ingarbugliata situazione ricomponendo il tutto, fu il carisma di Gaetano, il quale godeva di un indubbio consenso nella città tanto da essere nel 1865 eletto nell’organo di governo della città. Una situazione favorevole che lo aiutò qualche mese più tardi, quando ebbe modo di presentarsi alle elezioni politiche, diventando deputato al Parlamento Nazionale nella IX Legislatura dal 18.11.1865 al 13.02.1867. La sua opera fu notevolmente attiva a livello politico centrale e quando fu nominato sindaco regio anche la città ne trasse profitto in termini di stabilità amministrativa, che continuò fino al 1869. Oltre a essere stato eletto Consigliere Provinciale, Gaetano fu anche sindaco di Rossano e deputato al Parlamento.

Il suo incarico come deputato fu confermato anche nella X Legislatura dal 22.03.1867 al 02.11.1870 e la città di Rossano non dimenticando, in tali circostanze, il suo trascorso risorgimentale e il suo attivismo nella richiesta di cambiamento che caratterizzò il 1848 attraverso la rivoluzione, ma anche il suo stato di esiliato politico, con generale fervore e approvazione lo elessero al Parlamento anche nella XIII legislatura dal 20.11.1876 al 02.05.1880 nelle liste della Sinistra liberal-democratica. Il suo impegno di Deputato nel Parlamento, fu noto e lodevole, procurandosi la simpatia e la conoscenza di uomini insigni per cultura, eroismo e intelligenza, tra cui quella del patriota Francesco Crispi, ispiratore della spedizione dei Mille, in quel momento Presidente della Camera dei Deputati e successivamente, nel corso della Legislatura, anche Ministro dell’Interno del Regno d’Italia.

Nel corso del suo incarico consolidò, avendolo sempre presente, il legame con il suo Collegio di provenienza, per il quale come Deputato s’impegnò senza riserve con passione e saggezza sempre al fine di veicolarne il cambiamento per cui si era sempre battuto sia riguardo il profilo economico che etico. Ed è proprio nel corso di tale legislatura, che intervenne con profitto presso il governo per intervenire contro la diffusione del colera che in quel momento si scatenava anche sulla città di Rossano.

Nella veste di Sindaco di Rossano si adoperò fortemente per l’apertura a Rossano dell’attuale Liceo Classico, oggi denominato "S. Nilo" di Rossano. Secondo quanto riferito dalla seguente nota, «Le elezioni comunali del 1881 esacerbarono ulteriormente la sfida personale fra Gaetano Toscano e Luca de Rosis. In queste elezioni ebbe la meglio il Toscano, che si prese la rivincita rispetto alla bocciatura subita nelle politiche» (5).

A Rossano, sua città natale, nella quale fu eletto Sindaco, ancora molti ricordano la realizzazione di numerose opere e anche di notevole rilevanza e interesse. Di Gaetano Toscano Mandatoriccio, come uomo delle istituzioni, ne traccia un profilo Franco Filareto che così afferma: «Uomo pubblico di grandi vedute e particolarmente attivo, egli ispira la sua politica amministrativa alla convinzione che il progresso della comunità civile di questo ampio comprensorio calabrese passa, prima di tutto, attraverso la creazione di una rete di Scuole, garantite dall’Ente Locale o dallo Stato, qualificate, laiche, non confessionali, aperte alla pluralità delle esigenze culturali ed educative, capaci di superare i ritardi del provincialismo, di elevare la cultura ad una dimensione nazionale, di formare al senso civico, di educare alla libertà ed al rinnovamento.

Perciò, il Toscano caratterizza la sua amministrazione con una incisiva politica culturale: potenzia l’Asilo Infantile Comunale, aperto il 17 aprile 1864, ed incrementa il numero delle Scuole Primarie, prima Comunali, poi parificate e quindi statali; istituisce ed apre la Scuola Tecnica con indirizzo agrario, articolata in tre anni, tesa a fornire una preparazione professionale di impegno modesto, che sarà abolita con la riforma Gentile del 1923 e sostituita con la Scuola Complementare, poi, dal 1930 e fino al 1963, Corso e Scuola di Avviamento Professionale; si fa strenuo assertore della nascita di una Scuola Normale, che, con la riforma Gentile del 1923, diverrà Istituto Magistrale, per la formazione dei Maestri; promuove la nascita di un Convitto per gli studenti forestieri; costituisce una Biblioteca Civica comunale, con i libri del soppresso Monastero dei Cappuccini, e la dota di uno specifico fondo; infine vuole e promuove l’istituzione di un Ginnasio Comunale. Il progetto, relativo alla nuova istituzione scolastica, è approvato dal Consiglio Municipale, con la Deliberazione del 26 dicembre 1865; con la medesima Delibera viene nominata una Commissione per le Scuole, di vigilanza per l’istruzione pubblica, formata da Giuseppe Greco, Guglielmo Labonia, Luigi Campana, Luigi de Rosis e Francesco Fontanella. Ma, le sanguinose campagne militari contro il brigantaggio, lo scoppio, nel 1866, della III guerra d’indipendenza, le divisioni e le tensioni politiche sulla questione romana, il conflitto, nel 1870, contro lo Stato Pontificio e la conseguente presa di Roma ne ritardano l’apertura ed il funzionamento fino al 1871» (6).

Secondo altre fonti storiche, fra cui lo storico Gustavo Valente, nel corso della sua sindacatura, Gaetano per la città di Rossano ottenne: «[…] L’istituzione di un Distretto Militare, la presenza di un Reggimento di Fanteria, […]. Eletto Deputato nel Collegio della stessa Rossano […] sedette nei banchi della sinistra costituzionale, mentre nelle prime due era rimasto come indipendente. Si occupò del progetto di legge per la soppressione delle Corporazioni religiose; della cura della pineta di Ravenna e del potenziamento del porto di Napoli. Ripresentatosi in un collegio di Cosenza, nel 1882, non venne eletto. Il Comune lo ha ricordato il 20 settembre 1912 in una lapide murata a memoria dei patrioti» (7).

Ulteriori iniziative a livello comunale nella veste di Sindaco, inoltre, ci vengono esposte dagli scritti di M. Rizzo. «Si ricordano: la sistemazione della boa di ormeggio alla marina, per la quale il Comune dovette sostenere una spesa di oltre 4,000 lire; […] l’incremento dato alla viabilità e all’edilizia, per cui venne contratto un prestito di centomila lire; il completamento della strada Rossano-Santo Mauro.

E da patriota qual’era, scoppiata la guerra del 1866, prese l’iniziativa di far votare al Consiglio Comunale un premio di lire duemila a favore di ogni soldato rossanese che si fosse impossessato di una bandiera nemica. Altra iniziativa di carattere culturale, l’istituzione di un Corpo Bandistico Musicale che col Maestro Antonio Ruggiero guadagnò presto chiara rinomanza. […] Ritiratosi a vita privata intorno a lui si fece la solitudine. Appassionato cultore delle questioni agrarie su di esse scrisse belle osservazioni. Gaetano Toscano ha rappresentato per il suo nome storico, per il suo passato e per le sue altre virtù pubbliche e private la gloria grande del nostro Paese» (8).

Nella veste di Deputato, va ricordato anche il suo interesse per cui Rossano divenne sede delle Carceri Circondariali. Sotto il profilo dell’impegno non si può fare a meno, inoltre, di riconoscere grandi meriti al Toscano Mandatoriccio, perché ha saputo guardare, in particolare a quelli che sono stati, in quel periodo, i significativi interventi nella spesa pubblica comunale, che interessarono il sociale e che da lui furono avviati nei settori della scuola, della beneficenza, dell’igiene, della sanità e nella tassazione, dimostrando concretamente una maggiore attenzione alle istanze e alle esigenze della classe sociale più bisognosa e popolare. Gaetano Toscano, appartenente a una grande famiglia di patrioti che subirono e penarono non poco per l’indipendenza d’Italia, veniva a mancare il 21 dicembre 1914 all’età di 87 anni.

Bibliografia

A. GRADILONE, Storia di Rossano Editrice MIT Cosenza 1967 (1);

Mario RIZZO, Rossano, Persone – Personaggi e Curiosità…, Edizioni Libreria Manzoni, Rossano 1995 (2), (3), (8);

Rossana SICILIA, Pasqualina Maria TROTTA, in Fulvio Mazza (a cura di), Rossano, Storia Cultura Economia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1996 (4), (5);

F. FILARETO (a cura), Il Liceo Classico di Rossano, Scheda Storica, I.I.S. LS-LC-LA, Rossano (CS), in [http://www.liceosannilo.gov.it/il-fattaccio-quotidiano-o-quasi-giornalino-scolastico-o...] (6);

G. VALENTE, Compendium. Dizionario storico, geografico, biografico, ragionato della Calabria, vol. 6, Ferrari Editore, Rossano (7);

Franco Emilio CARLINO, Mandatoriccio Storia costumi e tradizioni, Ferrari, Rossano 2010;

Franco Emilio CARLINO, Rossano Tra Storia e Bio-Bibliografia, Imago Artis Edizioni, Rossano 2014;

Franco Emilio CARLINO, Mandatoriccio, Storia di un feudo. Dal nobile casato dei Mandatoriccio di Rossano alla blasonata famiglia dei Sambiase di Cosenza. Dai Toscano-Mandatoriccio fino all’Unità d’Italia (1619-1860), Imago Artis Edizioni, Rossano 2016;

Franco Emilio CARLINO, Annotazioni Storico-Genealogiche e Feudali dell’antico e nobile casato dei Toscano di Rossano, «Rivista Storica Calabrese», N.S., XXXVIII, 1-2, 2017;

Franco Emilio CARLINO, I Toscano Patrizi Rossanesi – Storia, genealogia e feudalità, Pellegrini, Cosenza 2020;

Franco Emilio CARLINO, Biografia e storia di alcuni Rossanesi illustri, Consenso Jure Loquitur, Rossano 2020.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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