DI SAMANTHA TARANTINO Sila. Attesissimo per fine ottobre l’esito dell’iter valutativo da parte di Gerhard Heiss componente dell’Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), per il definitivo riconoscimento del Parco Nazionale della Sila come “Patrimonio Mondiale dell’Umanità e dell’Unesco”.Il parco nazionale della Sila è un vero e proprio scrigno di preziosi e rarità, in cui microclimi e biodiversità hanno concorso ad arricchirne vari aspetti botanici, zoologici, geologici. Una storia straordinaria che ha permesso al parco silano di entrare di diritto nel“Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, riconoscendone l’unicità e l’integrità tanto da non limitarne la conoscenza solo a livello locale. Accanto a questi aspetti occorre però sottolineare un aspetto non molto noto: quello storico archeologico. L’altopiano silano, infatti, conserva nei vari strati del sottosuolo tracce di insediamenti che ne attestano la frequentazione sin dalle epoche preistoriche.Dopo le indagini archeologiche condotte negli anni, nel 2007 l’area del Lago Cecita è stata interessata da rilievi condotti sotto la direzione dell’archeologo Domenico Marino della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria e la collaborazione del Professor Armando Taliano Grasso, sono venuti alla luce numerosi insediamenti.
Un vero nucleo abitativo di epoca preistorica (fine neolitico IV millennio a.C.) che ha restituito i resti di due capanne e vasi. Una comunità dedita all’agricoltura e alla pesca, così come dimostrano le tracce lasciate dalle arature e dal ritrovamento di alcuni pesi, tipici della pesca con rete. Un luogo mai abbandonato, tant’è che le ricerche nell’area di
Forge di Cecita hanno messo in luce
un vasto complesso monumentale sacro di età greca, probabilmente un santuario recintato da muri in pietra. Il recupero poi di oggetti di vita quotidiana, punte di lancia, giavellotti, asce, monete (di area magnogreca) e statuette rappresentanti divinità (fonte Il Crotonese) (fonte Gruppo archeologico Krotoniate). Preistoria, età greca, ma anche tracce di un
edificio di età romana (età repubblicana e tardo impero) confermano la frequentazione dell’area dell’altopiano silano e in particolar modo del Lago Cecita per molto tempo. Sarebbe auspicabile che si riprendessero gli studi e le indagini, in un’area quella del Parco Nazionale della Sila, che Bene Unesco potrebbe diventare un sito d’eccellenza per la tutela di fauna, vegetazione, ma anche un sito d’interesse archeologico e dopo la recente notizia che la Fisi ha avanzato la proposta di istituire nell’ente Parco, un Centro Tecnico Federale di sci nordico, anche meta di gare sportive a livello internazionale.