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L'Europa vuole auto super sicure ma ci lascia camminare su strade da Terzo mondo

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CORIGLIANO-ROSSANO - Da oggi cambia tutto nel mondo delle auto. Chiunque si troverà a comprare un veicolo di nuova omologazione, all'interno dell'abitacolo troverà tre nuovi dispositivi di serie: la scatola nera, il sistema Isa e l'alcolock. Cosa sono? Sostanzialmente si tratta di servizi che mirano a rendere quanto più sicura la guida, a evitare truffe sugli incidenti e a limitare automaticamente la velocità.

Da oggi ed entro il 7 luglio 2024 tutte le auto di nuova immatricolazione dovranno essere dotate di questi accessori. Insomma, l'ennesima rivoluzione dell'Unione Europea che questa volta investe in pieno il settore dell'automotive, già andato in crisi con l'inizio della pandemia e oggi in una condizione ancora più precaria per via della guerra.

Di cosa si tratta? Scopriamo cosa sono questi tre nuovi dispositivi di cui dovranno essere dotati tutti i mezzi, dalle auto per finire ai camion, entro i prossimi due anni. Alcuni di questi dispositivi di sicurezza sono già presenti sulle auto di ultima generazione (l’avviso di stanchezza del conducente, l’avviso di distrazione, il monitoraggio della pressione degli pneumatici e la segnalazione di arresto di emergenza), ma altri del tutto nuovi dovranno essere considerati come optional di serie anche sulle piccole utilitarie senza troppe pretese.

Tra questi spiccano la scatola nera che registra l’attività della vettura negli istanti immediatamente precedenti e successivi ad un incidente; l’adattamento intelligente della velocità che adegua l'andamento della vettura in base alla tipologia di strada; e l’alcolock, il dispositivo che impedisce l’avviamento del motore se il guidatore ha bevuto alcolici. «Tra due anni - scrive il - Corsera ci sarà il vero passaggio epocale: questi dispositivi saranno obbligatori sui veicoli (auto, pullman, furgoni e camion) di nuova immatricolazione dal 7 luglio 2024. Tutto per un obiettivo fissato in sede europea: salvare 25.000 vite ed evitare 140.000 feriti gravi sulle strade europee entro il 2038, un ulteriore passo verso la “Vision Zero” del 2050 che mira all’azzeramento delle vittime della strada».

Intanto la Calabria del nord-est continua a viaggiare sulle mulattiere 

Tutto molto utile anche se l'Unione Europea, con l'ennesimo provvedimento di omologazione (come ad esempio avvenuto con il cibo, la pesca, la produzione agricola), dimentica ancora una volta che il vasto e complesso territorio del continente non ha uguali servizi, stesse esigenze e possibilità. Infatti, nel mentre si applicano misure per la sicurezza delle auto non si assumono provvedimenti stringenti e risolutivi riguardo alla sicurezza delle strade. Che soprattutto al Sud sono poche, perciolose e malandate. Un esempio su tutti, la Statale 106. Fra due anni, grazie ai nuovi dispositivi di limitazione della velocità ci ritroveremo a viaggiare a 40km/h sull'unica strada a lunga percorrenza che collega la Calabria del nord est con il resto del mondo. Sacrosanto se questo servirà a ad abbattere il numero delle stragi e delle vittime su questa maledetta strada, ma comprensibilmente assurdo se si pensa che il versante orientale, intrappolato in limiti di velocità che dovranno essere aritmenticamente rispettati, sarà tagliato totalmente fuori dalla mobilità commerciale.

Ecco perché servono strade nuove, strade moderne e sicure, dove si possa viaggiare a velocità europee e non più con l'andamento degli asini (senza voler far torto ad alcuno!). Non è affatto una «visione provincialistica» ma una rivendicazione di civiltà. Perché se siamo tutti italiani ed europei, senza sconti, è giusto che anche la Calabria del nord est e più in generale l'intero versante orientale della nostra regione abbia euguali servizi rispetto al resto del Paese e del Continente. 

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.