Ritorno a scuola, la rabbia dei pendolari: «In questi mesi non è stato fatto nulla. Trattati come in un esperimento sociale»
L’accorato appello di una studentessa: «Confido nel Presidente e nel Sindaco per la giusta e la dovuta soluzione e la giusta considerazione dovuta a noi giovani»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Sono indignata, perché non mi sento tutelata da parte delle mie Istituzioni perché dopo un anno dall’inizio della pandemia non è stato risolto nulla per garantire a me e ai miei compagni il diritto allo studio in modo sicuro e dignitoso».
Inizia così la lettera di Morena Capalbo, una studentessa del quinto anno dell’ITAS-ITC di Rossano. Oltre alla paura del contagio il problema è relativo ai trasporti: «I pullman che andranno avanti e indietro per garantire più corse, significa, per molti di noi provenienti da paesini limitrofi, entrare a scuola alle 10:00 e uscire alle 15:00. Noi studenti pendolari, con distanze superflue in un Paese moderno e con servizi essenziali, passiamo la giornata incastrati nei vostri disservizi e in attesa dei pullman di rientro per tornare a casa stanchi, annullando ogni ulteriore forma di socializzazione, anche quella familiare».
Infine l’appello: «Chiedo a nome di tutti gli studenti pendolari di ampliare il numero dei pullman per garantire a tutti una entrata frazionata nei minuti e non nelle ore. Si in presenza a scuola, ma con i servizi essenziali garantiti. Il disservizio non può incidere sulla nostra vita insieme al Covid e rompere ogni equilibrio del nostro quotidiano e rendere ancor più difficoltoso il nostro impegno scolastico».