Sanità, oggi è il giorno della manifestazione per il diritto alla salute nella Sibaritide. Per rivendicare, gridando, urlando, questo sacrosanto diritto. Sancito dalla Costituzione all’articolo 32. Che lo definisce “diritto fondamentale del cittadino”. Si, ma dove? Al Nord, forse. Non di certo in questa terra abbandonata dalle Istituzioni e tradita da politicanti da quattro soldi, buoni solo a ragranellare voti nel corso degli anni. vadano al pronto soccorso, lor signori, per vedere come le persone sono ammassate nel corridoio su barelle e sedie a rotelle fatiscenti. Si facciano un girò lì, questi nostri cari signori. Mangiapane a tradimento di un territorio mortificato nell’anima. Il corteo è partito dallo stadio “Stefano Rizzo” di Rossano. Per poi proseguire fino alla strada statale 106 e raggiungere contrada Frasso, nei pressi della rotonda. La manifestazione non ha padri politici.
ROSSANO, MANIFESTAZIONE NON SIA FINE A SE STESSA
E’ stata sposata da tutte le forze politiche e sociali. Anche se l’input è partito dal consigliere comunale Flavio Stasi, da sempre in prima linea nelle lotte di strada per chiedere il rispetto dei nostri diritti e del territorio. Comunque lo stesso Stasi ha precisato che non ci dovevano essere padrini. La manifestazione doveva essere dei cittadini. Perché se è vero che l’ospedale di Rossano è al collasso (tranne qualche reparto che funziona soprattutto grazie alla linea dettata dai primari), quello di Corigliano non è certamente da meno. Per non parlare, poi, degli ospedali chiusi di Cariati e Trebisacce. I cittadini di Alto e Basso Jonio sono costretti a spostarsi per qualsiasi cosa o a Corigliano o a Rossano. Ogni giorno, ad esempio, il reparto di ortopedia di Rossano (unico in tutto il territorio da Rocca Imperiale a Cariati, includendo tutti i paesini della Sila Greca) vede l’arrivo di almeno una cinquantina di pazienti. Cui, di mattina, si fa fronte con un solo medico e due infermieri. Costretti, questi ultimi, a fare anche da ausiliari e a fare attività ricettizia. Condizioni impossibili di lavoro. Per non parlare dei Pronto Soccorso di Corigliano e Rossano. E allora questa manifestazione deve servire a qualcosa. Non essere fine a se stessa. L’obiettivo, infatti, non è la marcia fino alla 106 e poi tutti a casa e basta. Come se non fosse successo nulla. Gli organizzatori si propongono di proseguire la mobilitazione finché il Governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, i commissari alla sanità Scura e Urbani, il direttore dell’Asp Mauro prendano seriamente in considerazione cosa voler fare per rendere gli ospedali di Rossano decenti e degni di accogliere un’utenza di oltre 200mila abitanti. Continuare in queste è impossibile.
I CITTADINI PAGANO IN TERMINI DI SERVIZIO CHE DI PIANO DI RIENTRO DA PAGARE
Si dovrebbero semplicemente vergognare a lasciare ospedali in queste condizioni e continuare a prendere per i fondelli i cittadini sulla costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide. Che, tra l’altro, non serve praticamente a nulla. Se non a far avviare lavori. E si sa, dietro ai lavori e agli appalti, cosa può nascondersi. Non si poteva prevedere il potenziamento degli ospedali di Corigliano e Rossano, con più personale e mezzi? E magari riaprire Cariati e Trebisacce? Non funzionavano? La colpa di chi è stata? Dei cittadini? No! Ma stanno pagando i cittadini. Sia in termini di servizi mancati che di piano di rientro da pagare con le proprie tasche. Dopo che loschi figuranti, politici e non, c’hanno mangiato in tutti i modi. E’ assurdo. E’ tutto tremendamente assurdo. Ma nessuno dice nulla. Anzi, si continua a inneggiare al nuovo ospedale. Mentre quelli esistenti sono dei veri lager (tranne, ripetiamo) le eccezioni.
Fonte: La Provincia di Cosenza