Rossano: il 2016 l'anno di Mascaro, ma i problemi restano tanti
Sette candidati a Sindaco
Oltre ai sette candidati alla carica di Sindaco e all'esercito di candidati consiglieri, tra aprile, maggio e giugno la città cerca anche altre strade. Da evidenziare il tentativo di un libero comitato di cittadini di far rinviare le elezioni. Un vero e proprio boicottaggio del voto. Con un obiettivo ben preciso: convincere i sette candidati a ritirare la propria candidatura e far capire, in tal modo, allo Stato che Rossano è stanca di scippi e soprusi. Ma, tranne qualcuno, tutti gli altri (la maggior parte) preferiscono andare al voto. Troppa la voglia di primeggiare. Di arrivismo personale. Di fare "carriera". Sette candidati, dicevamo: Tonino Caracciolo, Flavio Stasi, Stefano Mascaro, Ernesto Rapani, Stanislao Acri, Giuseppe Caputo e Giuseppe Antoniotti. Una campagna elettorale condita di veleni e rancori. Piena di "colpi bassi". Portata avanti con poche idee e tante parole. L'obiettivo sembra essere più quello di arrivare a sedersi lì sullo scranno più alto, che di cercare di risolvere i problemi della città.Ballottaggio Mascaro-Rapani e la vittoria per 62 voti
A ogni modo si va al voto. Il primo turno consegna alla città un verdetto per certi versi annunciato: Flavio Stasi con il suo progetto #RossanoPulita sfiora il ballottaggio. Arriva terzo alle spalle di Rapani (secondo) e Mascaro (primo). Il vincitore morale della competizione è lui. La città si stringe attorno al giovane attivista di tante battaglie con bagni di folla ai suoi comizi. I tredici giorni di ballottaggio sono quelli decisivi. Da una parte Stefano Mascaro, quindi. Sostenuto da quattro liste, tra cui quella de "Il Coraggio di Cambiare l'Italia". Movimento fondato dal consigliere regionale Giuseppe Graziano e dallo stesso Mascaro. Il quale è espressione anche del Partito Democratico. Un'alleanza che appare subito quantomeno strana, questa. PD e CCI: uno di centrosinistra, il secondo riferimento di uno dei coordinatori provinciali di Forza Italia. Dall'altra parte Ernesto Rapani: espressione di Fratelli d'Italia, due liste civiche e sostenuto da "Italia del Meridione" di Orlandino Greco. A Rossano coordinato dai fratelli Natale e Antonello Graziano. Un passato di amministratori rispettivamente con Filareto a Rossano (centrosinistra, 2006-2011) e Oliverio alla Provincia di Cosenza. Altra alleanza vista con scetticismo. Ma si va avanti. I due si sfidano e si confrontano lealmente sia in piazza (a distanza) che in tv. Una campagna elettorale all'ultimo voto. Con un finale da brividi. All'una di notte del 20 giugno arriva il verdetto: vince Stefano Mascaro con appena 62 voti di scarto! Un trionfo per il neo-Sindaco e per Graziano. Una batosta indigeribile per Rapani. Che vede sfuggire il suo sogno per una manciata di voti. Rapani e Stasi presentano ricorsi al Tar: il primo per la vicenda legata all'autenticazione delle firme per la presentazione delle liste; il secondo per presunti brogli elettorali. Sul primo il Tar ha rinviato il tutto al giudice ordinario. Sul secondo si esprimerà in seguito.
I primi sei mesi di governo
I primi giorni da Sindaco per Mascaro sono fatti di ore e ore di trattative. Si intuisce da subito che per lui, persona perbene e equilibrata, non sarà affatto una passeggiata amministrare con serenità la sua città. Ciò che paralizza l'attività amministrativa è la scelta della squadra di governo. Che è e rimane una prerogativa del Sindaco. Anzi, la maggiore prerogativa che ha. Ma non si può non tener conto della logica delle alleanze. Così nomina gli assessori: Angela Stella, Dora Mauro, Aldo Zagarese, Serena Flotta e Giovanni De Simone. Quest'ultimo unico rappresentante in giunta del CCI. Che però in consiglio, con i suoi nove consiglieri, è forza di maggioranza relativa. Restano da assegnare altre due deleghe: il bilancio e i lavori pubblici. Il Sindaco vuole nominare (e nominerà) l'uomo di fiducia e competente Nicola Candiano al bilancio. Giuseppe Graziano è contrario perché non rispondebbe alla logica di cambiamento sbandierata ai quattro venti in campagna elettorale. A questo vi è da aggiungere il malcontento di parte del PD: il capogruppo Micciullo e la consigliera Scorza (quest'ultima poi passata al gruppo misto, in netta avversione con le scelte della giunta). Insomma, Mascaro è stretto tra più fuochi. Ma va avanti. Criticità insorgono poi a ottobre e nei mesi successivi: bando assistenti fisici, incarico a moglie di un dirigente, bando comunicazione. Il resto è storia di questi giorni. Con il CCI che proprio nel giorno di Santo Stefano è tornato ad attaccare Mascaro. Chiedendo trasparenza sul bando per la comunicazione istituzionale. Su cui sono sollevati perfino dubbi di legittimità.
Mascaro va avanti. La città è in ginocchio
Nonostante tutto, il Sindaco va avanti. Con Graziano ormai è rottura. Si parla di possibili ribaltoni. Ma al momento non sembrano esserci scelte imminenti. Mascaro potrebbe essere sfiduciato se i nove consiglieri del CCI stringessero accordi con una parte della minoranza. E si andrebbe verso un nuovo commissariamento. Possibilità da non escludere. Ma, si sa: la politica è arte del compromesso. E le soluzioni per un ricompattamento ci sono. Una su tutte: riconoscere la forza numerica del CCI in giunta. Al di là, di questi aspetti meramente politici, occorre una virata decisiva nel modo di amministrare la città. I problemi sono sotto gli occhi di tutti. In primis la disoccupazione. Sempre più ampia. Feroce. Spietata. La chiusura del Tribunale e il ridimensionamento dell'Inps (di cui si parla in questi giorni) sono solo la punta dell'iceberg. La città è al collasso. Se non fosse per quei pochissimi imprenditori che danno lavoro in un mare di precariato, la città sarebbe già spoglia. La politica, quindi, sostenga l'imprenditoria sana. La "partita" Enel è aperta. Si veda chi ha idee chiare per l'occupazione. E si avvii una nuova stagione di lavoro e rinascita economica. Intanto, a livello politico un comitato di cittadini sta lavorando per il futuro. Con la costruzione di un progetto per la città. Non improvvisato. Fatto di persone capaci e idee concrete da realizzare. Mascaro vada avanti e pensi a governare. A un patto: il bene comune e azioni concrete contro la fortissima crisi occupazionale.