di SERAFINO CARUSO Stanco, ma caparbio e combattivo. Forse anche più di prima. Il “golpe” che ha spodestato
Giuseppe Antoniotti dalla guida politica della città alla fine forse lo ha rafforzato. Danneggiando chi l’ha ordito. Ovvero sette dei suoi consiglieri di maggioranza ed i sei dell’opposizione. Almeno questa l’impressione, a caldo, al termine della
conferenza stampa indetta dallo stesso Antoniotti e che si è tenuta venerdì 20 novembre presso la ex delegazione comunale allo Scalo. Conferenza a cui hanno partecipato tutti gli assessori, tranne il vicesindaco
Guglielmo Caputo. Ed i consiglieri rimastigli fedeli. I fatti. Martedì 17 in mattinata i consiglieri comunali Micciullo (per la minoranza) e Lucisano (maggioranza) si sono recati in Comune per depositare le dimissioni di tredici consiglieri. Sette, appunto, di maggioranza e sei di minoranza: Giovanni Cianciaruso (Fratelli d’Italia), Giovanni De Simone (Forza Italia), Cosimo Falco (Forza Italia), Piero Lucisano (Forza Italia), Stefano Mascaro (Gruppo Misto), Giuseppina Liberata Primerano (Gruppo Misto), Vincenzo Scarcello (UdC), Antonio Graziano (Partito Democratico), Ermanno Marino (SEL), Antonio Micciullo (PD), Leonardo Trento (Partito Socialista), Giampiero Calabrò (Alleanza Per l’Italia), Teodoro Calabrò (PD). In città non si parla d’altro. Come si è potuti giungere a questa rottura all’interno stesso della maggioranza? Tra
Geppino Caputo, Antoniotti ed il consigliere regionale
Giuseppe Graziano? Una conferenza, quella di Antoniotti, che ha toccato tutti i punti caldi della vicenda. “Non sono un improvvisato della politica come qualcuno che ha distrutto il centrodestra (riferimento a Graziano, ndr). Mi si sono trovato a fare il Sindaco e devo ringraziare solo ed esclusivamente la comunità rossanese. Nessun altro”. A scatenare la bufera, lo ha detto lo stesso Antoniotti, la sua dichiarazione nella penultima edizione de
L’Eco: cioè quella di volersi ricandidare a Sindaco, con o senza Forza Italia. Parole che lasciavano presagire ci fosse più di un tumulto all’interno della coalizione di centrodestra e, soprattutto, dentro Forza Italia. Che, effettivamente, c’era. “Di qualcosa mi sono accorto all’ultimo consiglio comunale, quello sulle somme urgenze per l’alluvione”, ha detto Antoniotti. Che ha precisato come il fatto di “non aver voluto fare il burattino di turno” manovrato da “chi ha amministra questo territorio da oltre venti anni” (Caputo, ndr) lo abbia, alla fine, penalizzato con “questo golpe senza precedenti”. “Non capisco alcuni veti - ha aggiunto - oggi la giunta è ancora in carica ed il vicesindaco è ancora in giunta. Sulle mie azioni di governo non avevo da chiedere nulla a nessuno. Ho preso le distanze da Scopelliti sui trasporti (taglio dei treni, ndr), per i rifiuti. Sulla sanità, per il tribunale. E mentre io protestavo qualcun altro (chiaro riferimento di nuovo a Caputo, ndr) scaldava le sedie e gli scranni del consiglio regionale”. Come traditori indica “il Presidente del consiglio Scarcello, che si è sempre astenuto su tutto. Per ambizioni personali e politiche. Chi con i nostri voti è andato a fare il consigliere provinciale (Lucisano, ndr). Il figlio del mio segretario (De Simone, ndr). Cosa è successo, quindi? Poi c'è la schifezza. Nel momento che ho rimodulato la giunta con gli ingressi di Chiarello e Federico, queste persone che hanno firmato contro di me chiedevano che io mandassi a casa il vicesindaco Caputo. Non l'ho fatto perché sono una persona corretta. E ritengo di non essere stato ripagato con la stessa moneta. Qualcuno (Caputo, ndr) avrebbe dovuto bloccare quest'azione. Ma non lo ha fatto”. Dente avvelenato anche contro la minoranza. “Ai firmatari della minoranza dico che hanno perso una grande occasione. Perché non hanno presentato una mozione di sfiducia prima?”. Tanti, secondo Antoniotti, i danni che subirà ora la città: 1) d’immagine; 2) depuratore a rischio; 3) fondi Pisl a rischio; 4) a rischio la stabilizzazione dei precari Lsu/Lpu; 5) Enel (fra 5 giorni ci sarà incontro a Regione: chi andrà?). Ed ora cosa succederà? “Ho scritto a Berlusconi ed alla Santelli. Mi autosospendo da Forza Italia. A cui non mi ero re-iscritto. Sto lavorando su due liste civiche. Ringrazio l'Udc. I traditori saranno giudicati dalla gente”. Infine gli abbiamo chiesto del suo rapporto, decennale, ma ormai rotto, con Geppino Caputo. “Dovrà spiegare lui ai cittadini come mai si trova alleato con coloro che hanno tradito. Con lui non ho avuto nessun chiarimento. Io non devo chiarire nulla. Hanno impacchettato questo Sindaco e questa giunta nell'arco di 24/36 ore. Qualcuno (Graziano, ndr) ha addirittura minacciato di togliere dal partito chiunque avesse deciso di sostenere la mia candidatura”. Infine una domanda, che i cittadini si sono sempre posti: la scelta di inserire, a suo tempo, Guglielmo Caputo in giunta al posto del padre Geppino (che optò per il posto in consiglio regionale) fu sua spontanea (come dichiarò Geppino Caputo) o gli fu imposta? “Quella scelta – ha chiuso Antoniotti in maniera abbastanza stizzita – l’ho subita! E mi fermo qui”. La rottura è consumata. Il centrodestra sventrato. La nave affondata. Da qui alle prossime elezioni cosa dobbiamo aspettarci? Il tempo lo dirà.