Rapani,portavoce Fdi, ad ATREJU18: "Se parte il Sud, riparte l'Italia"
CATANZARO, ERNESTO RAPANI, PORTAVOCE Fdi ad ATREJU18 «Se parte il sud, riparte l’Italia. Cara Giorgia, noi chiediamo a Fratelli d’Italia di guardare a sud e di farsi portavoce con quel governo formato da Lega e M5S che si sono ben guardati dal considerare il meridione d’Italia. Non possiamo, perciò, non appellarci al partito e ai deputati delle regioni meridionali». Così ha esordito sul palco di Atreju 2018, la convention nazionale dei giovani, nei giorni scorsi, il coordinatore regionale di Fdi, Ernesto Rapani, autorevole voce abilitata a parlare in nome e per conto della classe dirigente calabrese del partito presieduto da Giorgia Meloni. Il portavoce, rivolgendosi al leader di Fdi, ha rammentato quanto inesistenti siano le politiche del governo nei confronti delle regioni del sud. Ha accennato anche alla “querelle” 106 ed alla “ridicola” presa di posizione del M5S che vorrebbe fermare un iter ormai avviato.
«Quando l’anno scorso il Veneto proponeva un referendum per chiedere l’autonomia – è andato avanti Rapani – noi di Fdi delle regioni del sud ci incontravamo a Bari per imbastire il progetto “Visto da sud”. Siamo convinti che proprio attraverso quelle linee guida il mezzogiorno potrà risollevarsi. Ha ragione Giorgia Meloni quando pretende equità nelle retribuzioni per le infrastrutture: perché è inammissibile accettare che il 70% delle risorse disponibili siano destinate al nord Italia e solo il 30% al sud, dove, peraltro ce n’è più bisogno. A proposito, un progetto avviato dal centrodestra nel 1998 – ha spiegato alla folta platea Ernesto Rapani – sta portandosi a compimento e riguarda il terzo megalotto della ss 106: ebbene, sarà un caso ma il M5S sta provando in ogni modo a fermare l’iter procedurale che prevede già un investimento programmato dal Cipe di 1,3 miliardi di euro.
«Cara Giorgia – chiosa il portavoce regionale di Fdi – ti chiediamo un occhio di riguardo, anche perchè siamo l’unica forza ci centrodestra riconosciuta dalla gente del sud. La Lega annovera nel suo statuto ancora la secessione, Forza Italia si sta ridimensionando e tanti stanno sposando il progetto di FDI. Proprio per questo dobbiamo garantire un’attenzione particolare. Non vogliamo posti di lavoro che cadano dal cielo, ma la possibilità di fare impresa per crearne sempre più. E non possiamo tollerare che si dica che il sud non parte perché c’è la ‘ndrangheta, la camorra, la mafia, poiché si tratta di “minoranze organizzate” alle quali è contrapposta una larghissima maggioranza di persone oneste, serie ma che non riesce ad organizzarsi. Abbiamo due “industrie naturali” al sud: il turismo e l’agricoltura che potrebbero rappresentare il volano per il decollo dell'economia locale. È evidente che la carenza di infrastrutture rappresenta il grande ostacolo. È ora che il governo consideri il Sud e sostenga chi fa impresa».