Cassano, Polizia Locale: «La legalità non è un’offesa»
I consiglieri comunali replicano alla CGIL: «Trasparenza e rispetto delle regole sono un dovere istituzionale»
CASSANO - «Siamo fortemente stupiti dalla presa di posizione della Camera del Lavoro CGIL – E. Ripoli di Cassano All’Ionio, che ha messo in dubbio la facoltà di sindacato ispettivo dei consiglieri comunali, esercitata nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti». Così i consiglieri comunali intervengono nel dibattito apertosi dopo il comunicato del sindacato.
«Sorprende ancora di più – proseguono – che non sia stato colto il senso dell’interpellanza presentata, che non ha nulla a che vedere con le persone coinvolte, verso le quali ribadiamo il nostro profondo rispetto, ma riguarda esclusivamente la correttezza degli atti amministrativi».
Nel merito, i consiglieri rivendicano la legittimità del proprio operato: «In qualità di consiglieri comunali siamo pienamente legittimati a porre quesiti puntuali al sindaco Iacobini, in particolare sulla verifica preliminare dell’eventuale sussistenza di cause di inconferibilità e/o incompatibilità prima del conferimento dell’incarico di Responsabile della Polizia Locale».
«Non vi è stata, né vi è, alcuna mancanza di rispetto verso alcuno – chiariscono – ma esclusivamente una richiesta di trasparenza, doverosa nell’esercizio del nostro mandato».
Accanto a questo tema, viene sollevato anche un ulteriore interrogativo: «Abbiamo chiesto chiarimenti anche sulla nomina del Vice-Responsabile del Corpo, per comprendere se sia legittimo che il Responsabile individui come proprio vicario un dipendente appartenente alla categoria degli istruttori (ex categoria C), pur in presenza di un funzionario di elevata qualificazione (ex categoria D)». Su questo punto, sottolineano, «la CGIL ha omesso di esprimersi nel proprio comunicato».
Le scelte amministrative, secondo i consiglieri, vanno valutate alla luce dei principi annunciati dal primo cittadino: «Chiediamo semplicemente che le decisioni del sindaco siano misurate sulla base di trasparenza, legalità, professionalità e meritocrazia, valori richiamati con forza in campagna elettorale». E aggiungono: «Non è su vittimismo o nemici immaginari che si giudica l’azione amministrativa».
C’è poi una riflessione sul clima polemico creatosi: «Questo tipo di narrazione, oltre a non rispondere nel merito delle questioni sollevate, finisce per svilire anche il ruolo del Responsabile della Polizia Locale, che merita di essere tutelato da polemiche strumentali». Da qui l’affondo finale: «Le scelte amministrative si difendono con gli atti, non con la distrazione».
Non manca una critica diretta alla posizione del sindacato: «È sorprendente che la CGIL, anziché sostenere una richiesta volta al ripristino della legalità e della correttezza amministrativa, a tutela anche dei lavoratori e dell’Ente, abbia scelto di condannarla». Una scelta che, a loro avviso, «appare in netta controtendenza rispetto al ruolo storico del sindacato nella difesa dei principi di imparzialità e trasparenza nella pubblica amministrazione».
I consiglieri ricordano infine il percorso comune con la CGIL: «Negli anni abbiamo condotto insieme battaglie di giustizia e legalità che hanno prodotto risultati concreti, dalle politiche occupazionali alla stabilizzazione del personale e al pieno riconoscimento degli emolumenti previsti dalla legge». Proprio per questo, concludono, «risulta incomprensibile il tentativo di intervenire nel dibattito pubblico con l’effetto di intorbidire le acque, anziché fare chiarezza».
L’appello finale è rivolto direttamente al sindaco: «Invitiamo chi parla di offese o mancanza di rispetto a indicare puntualmente quali passaggi dell’interpellanza sarebbero lesivi o inappropriati». E ribadiscono: «Qui non si discutono le persone, ma gli atti». «Il sindaco – concludono – farebbe bene a rispondere nel merito delle questioni poste: chi governa ha il dovere della chiarezza, non della distrazione».