Oliverio detta legge. Il governatore, seppure la sua azione amministrativa lascia a desiderare, riesce a imporre le proprie pedine in maniera incontrastata. Così come sta accadendo per il rinnovo del Consiglio provinciale dove esiste un solo candidato alla presidenza. Ed è un suo fiduciario, Franco Iacucci. Lo jonio è scomparso dalla geografia politica. Poteva dire la sua il sindaco di Rossano Stefano Mascaro, ma il governatore ha optato per Iacucci. Il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci, invece, era incandidabile in quanto il suo mandato scadrà prima dei 18 mesi consentiti dalla legge Delrio. Una provincia svuotata di fondi e deleghe, ma verso cui l’attenzione e gli appetiti non vengono meno. Tre le liste di ispirazione di centrosinistra: “Provincia Democratica”, “Insieme per la Provincia” e “Italia del meridione”. Sostiene Iacucci anche “Nuova Provincia”, che fa riferimento al Nuovo centrodestra, rappresentato in Calabria dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonio Gentile e dal fratello Pino, vice presidente del Consiglio regionale.
PROVINCIA, ALLO JONIO NEANCHE LE BRICIOLE
La lista “Il coraggio di cambiare” è ispirata alle posizioni del consigliere regionale Giuseppe Graziano (che sosteneva la candidatura di Mario Occhiuto e perciò non si sbilancia). Completano il quadro “Cosenza azzurra”, frutto della fusione tra Forza Italia, Azione nazionale e Fratelli d’Italia e “La Calabria che vuoi” ispirata dall’ex consigliere regionale Gianluca Gallo. Allo jonio neanche briciole. Anzi, grazie all’eccessivo frazionamento, si rischia l’annullamento di rappresentanza territoriale. Dieci sono i candidati espressione jonica nelle varie liste: Yole Sposato, Vincenzo Scarcello, Antonio Russo, Angelo Caravetta, Gioacchino Campolo, Franco Bruno, Paolo Montalti, Elvira Campana, Antonio Micciullo, Pierpaolo Librandi. In molti rischiano. E’ venuta meno la capacità di saper fare sintesi. Gli accordi sono orami sanciti. Risulta improbabile l’elezione di una vasta componente espressione della Sibaritide. Troppa parcellizzazione. E tutto questo finirà con il favorire altri territori.
PROVINCIA, LE MODALITA' DI ELEZIONE
Secondo la legge Delrio, il consiglio provinciale viene eletto a suffragio ristretto solo dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia. Il parlamentino è composto da 16 consiglieri. Un presidente senza assessori. La selezione dei singoli consiglieri avviene invece sulla base del classico voto di preferenza, fatto inedito nella storia elettorale delle province italiane.[2] La nuova normativa ha ridotto la durata del mandato del Consiglio in 2 anni, sebbene l’eventuale perdita della carica comunale comporti la decadenza del consigliere provinciale e la sua surroga. Il passaggio al sistema presidenziale ha invece implicitamente abolito la possibilità di uno scioglimento anticipato del Consiglio per motivi politici. Il corpo elettorale è composto da 1789 aventi diritto al voto. Per la Sibaritide una morte politica annunciata. Manca quella maturità e quella consapevolezza di territorio. Evidentemente tutte le storture subite non sono bastate, occorre andare toccare il fondo.