Longobucco vuole arrivare a Corigliano-Rossano, non a Mirto: «Rivedere il progetto della Sila-Mare»
Il Comune scrive a Salvini, Occhiuto e Anas chiedendo di riportare lo sbocco della Sila-Mare a Foresta (Co-Ro). Il nuovo piano prevede invece la riqualificazione della SS531: «Scelta incoerente con la funzione strategica dell’opera»
 
 LONGOBUCCO – La Sila-Mare deve arrivare a Corigliano-Rossano, non a Mirto. È questa la posizione ferma e unanime espressa dal Consiglio comunale di Longobucco, che ha approvato un documento ufficiale inviato al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, al Prefetto di Cosenza, ai vertici Anas Calabria, alla Provincia di Cosenza e ai sindaci di Corigliano-Rossano, Cropalati e Caloveto.
La richiesta è chiara: rivedere il progetto del quinto lotto della S.S. 177 DIR “Sila-Mare”, attualmente in fase di definizione, che secondo l’ultimo schema elaborato da Anas prevede la riqualificazione della SS531 (lato sinistro del Trionto, in direzione Mirto Crosia) come collegamento con la SS106.
Un tracciato che, per i longobucchesi, snatura la visione originaria dell’opera: quella di una strada di collegamento diretto e veloce tra Longobucco e Corigliano-Rossano, passando per la rotonda di contrada Foresta, sulla destra del Trionto. «Non è un dettaglio tecnico, ma un punto cardine della strategia infrastrutturale della Sila Greca» – si legge nel documento sottoscritto all’unanimità dal Consiglio comunale del 24 ottobre 2025 e trasmesso ufficialmente il 30 ottobre. «Il tracciato originario garantisce una connessione più funzionale con la dorsale ionica, valorizza l’intero asse viario e rispetta gli impegni assunti con la comunità locale».
Ma il Comune non si limita alla questione del tracciato. Nella stessa nota vengono formulate altre tre richieste urgenti al Ministero e ad Anas: Avviare subito la ricostruzione del viadotto crollato, che da mesi isola il paese. In caso di ulteriori ritardi, si propone la realizzazione di un bypass provvisorio dal Ponte Ortiano per ristabilire il collegamento con la Sila-Mare; Accelerare lo studio idrogeologico dell’alveo del fiume Trionto, già affidato all’Università della Calabria e al CNR, per evitare chiusure precauzionali della strada in caso di allerta meteo e garantire valutazioni scientifiche aggiornate; Ripristinare il tracciato originario con sbocco su Corigliano-Rossano, abbandonando la soluzione alternativa su Mirto Crosia che – si legge – “rischia di compromettere l’utilità dell’opera e di vanificare anni di lavoro istituzionale e progettuale”.
Nella lettera si ricorda inoltre che i fondi FSC destinati alla Sila-Mare sono risorse per la coesione territoriale, nate per ridurre le distanze fra le comunità montane e i poli urbani di riferimento. «Proprio per questo motivo – scrivono da Longobucco – chiediamo che l’opera resti coerente con la sua missione originaria: avvicinare le aree interne ai servizi di Corigliano-Rossano».
Il documento si chiude con una richiesta precisa: l’istituzione di un tavolo tecnico presso la Prefettura di Cosenza, con Anas, Regione e Provincia, per monitorare l’avanzamento dei lavori e garantire la “libera e sicura percorribilità” delle strade statali e provinciali. «La Sila-Mare non è solo una strada – conclude la nota – ma la condizione minima per garantire dignità, servizi e futuro a Longobucco e all’intera area interna della Sila Greca».
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 