Elisa Scutellà proclamata in Consiglio regionale: «Opposizione dura e leale solo ai calabresi»
La neo-consigliera M5S annuncia una linea senza compromessi: «La Calabria è tra le regioni più isolate d’Europa, non abbiamo più tempo da perdere. Difenderò il diritto dei cittadini a mobilità, dignità e lavoro»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Inizia un mandato che vivrò con disciplina istituzionale, responsabilità e radicale rispetto verso la nostra terra». Con queste parole Elisa Scutellà, prima eletta tra le donne della coalizione riformista, ha commentato la sua proclamazione ufficiale questa mattina nel Tribunale di Cosenza, segnando l’ingresso tra i banchi del Consiglio regionale della Calabria.
La neo-consigliera del Movimento 5 Stelle si prepara a una legislatura combattiva: «Siederò tra i banchi dell’opposizione. Sarà un’opposizione dura, vigile, senza sconti né compromessi. Controllerò ogni scelta della maggioranza regionale, perché la Calabria oggi paga ritardi che gridano vendetta».
Scutellà denuncia una condizione infrastrutturale «indegna», ricordando che la Calabria occupa il 139° posto nel ranking nazionale sulla competitività logistica: «Interi territori, scuole, ospedali, imprese e comunità sono di fatto isolati. La mobilità è diventata un privilegio, non un diritto».
Ma accanto alle criticità, la consigliera rivendica anche i punti di forza del territorio: «L’agroalimentare vale oltre il 4,1% del PIL regionale, il doppio della media nazionale. Alcune delle nostre produzioni superano addirittura il 50% della produzione italiana. Eppure questo patrimonio immenso viene troppo spesso lasciato solo».
Da qui la promessa politica: «Sarò severa con i centri di potere, ma leale solo verso i cittadini. Difenderò prima di tutto il diritto dei calabresi a sentirsi orgogliosi della propria terra. Accesso alle cure, al lavoro, alla dignità e alla felicità: su questo non arretrerò».
E conclude: «Da oggi comincia un lavoro che non farà sconti a chi tradisce la Calabria, ma che offrirà sempre una strada chiara a chi vuole rialzarla».