Pillole dall'Eco. Aeroporto di Sibari, tre visioni a confronto: il sogno resta sospeso
Occhiuto frena: «Oggi impossibile un quarto scalo». Tridico apre allo studio di fattibilità per uno «scalo commerciale», Toscano dice sì ma solo con logiche sovrane. La promessa di un’infrastruttura decisiva per il Nord-Est torna nel dibattito

CORIGLIANO-ROSSANO - Nel talk “L’Eco in Diretta – Speciali Regionali 2025”, trasmesso sulle pagine social dell’Eco dello Jonio e sul canale 75 dell’Altro Corriere TV, i tre candidati presidenti — Roberto Occhiuto (rivedi qui la puntata), Pasquale Tridico (rivedi qui la puntata) e Francesco Toscano (rivedi qui la puntata)— si sono confrontati su uno dei nodi simbolo della Vertenza Nord-Est: l’aeroporto della Sibaritide. Una promessa che aleggia da decenni, un progetto mai decollato, ma che resta al centro del dibattito politico ed elettorale.
Occhiuto: «Oggi non c’è alcuna possibilità di un quarto aeroporto»
Il governatore uscente ha scelto la linea della prudenza: «allo stato non esiste alcuna possibilità che il governo nazionale autorizzi un nuovo aeroporto in Calabria».
Occhiuto ricorda che la regione ha già tre scali (Lamezia, Reggio e Crotone) e che per rilanciare Crotone e Reggio ha dovuto «sudare le proverbiali sette camicie» con le compagnie aeree. L’ipotesi Sibari, secondo lui, potrà avere senso solo «in prospettiva, fra qualche anno», quando la Crotone–Catanzaro (il nuovo asse viario a 4 corsie della Statale 106) sarà realizzata e si potrà discutere di un «mega hub aeroportuale» a Lamezia capace di riorganizzare la rete calabrese. Ma per ora, ribadisce, «questa possibilità non c’è».
Tridico: «Sibari come infrastruttura commerciale, lo studio di fattibilità sarà aperto»
Il candidato del centrosinistra parte da una considerazione: «A nord della Calabria c’è la necessità, soprattutto per ragioni commerciali, di avere un’infrastruttura aeroportuale che possa soddisfare quel tipo di esigenza».
Tridico spiega che all’interno della sua coalizione si è già discusso del tema e che uno studio di fattibilità per l’aeroporto di Sibari sarà aperto. Non un vezzo elettorale, ma una scelta di politica industriale: «Se abbiamo 100 euro da investire, non li diamo per abbassare i salari, ma per sostenere infrastrutture strategiche come la piattaforma logistica e l’aeroporto commerciale della Sibaritide».
Per lui, insieme al polo tecnologico formativo e ai collegamenti ferroviari e stradali, Sibari rappresenta uno degli hub da cui far partire la rinascita industriale del Nord-Est e dell'intero sistema Calabria.
Toscano: «Sì, ma non con regole imposte dall’Europa»
Il leader di Democrazia Sovrana e Popolare riconosce l’utilità di un aeroporto a Sibari: «Si verrebbe incontro a un bacino d’utenza molto importante». Ma mette una condizione: «Non possiamo aspettarci che Bruxelles ci finanzi lo sviluppo. Se l’aeroporto si fa, deve essere gestito con logiche sovrane, per favorire l’imprenditoria locale e non le multinazionali».
Per Toscano, lo scalo può diventare un simbolo di autonomia economica, ma solo se sganciato dai vincoli esterni che — a suo dire — hanno contribuito a desertificare la Calabria.
Una promessa che pesa sul futuro
Tre visioni, tre approcci diversi: la prudenza istituzionale di Occhiuto, il riformismo industriale di Tridico, il sovranismo economico di Toscano. L’aeroporto di Sibari resta un sogno sospeso: la vera domanda non è più se costruirlo o meno, ma quale Calabria immaginare attorno a quell’aeroporto?