Landini sul migliore cantiere d'Italia scuote i lavoratori: «Col Referendum possiamo sostituirci ai parlamentari!»
Il segretario della Cgil nel quartier generale della Sibari-Roseto sogna quota 25 milioni di elettori («sto girando tutta Italia») e si smarca dalla politica di destra e sinistra («in 25 anni tutti i governi hanno prodotto solo guasti»

VILLAPIANA - Una giornata carica di significato e segnata dal forte impegno quella di oggi per il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, che arriva in Calabria nell'ennesima giornata segnata da un incidente mortale sul lavoro e, prima di giungere a Cosenza, "svolta" per la Sibaritide. Il numero uno della Cgil ha fatto visita al cantiere del Terzo Megalotto della Statale 106 Jonica per catechizzare i tesserati del sindacato e i lavoratori sulle buone intenzioni del voto in vista del Referendum sul lavoro dell'8 e 9 giugno prossimi. Landini arriva in un cantiere modello, tra i migliori d'Italia, dove gli incidenti sul lavoro praticamente non esistono e dove Webuild-Sirjio, sotto la supervisione di Anas, dello Stato e della Prefettura di Cosenza, ha praticamente azzerato le inflitrazioni della criminalità. Eppure parliamo del cantiere più importante del Meridione con i suoi 1,3 miliardi di investimenti per la realizzazione di quei 38 km che chiuderanno l'importante anello autostradale Adriatico-Jonio-Tirreno.
Ad accogliere Landini, accompagnato dal segretario generale della Cgil Calabria Gianfranco Trotta, con un saluto carico di emozione, è stato il Segretario Generale della Fillea-CGIL Calabria, Simone Celebre. «Oggi è una giornata importante e significativa» ha esordito Celebre, con la voce velata dalla commozione ricordando l'operaio morto poche ore prima sul cantiere dell'autostrada A2 tra Altilia e Grimaldi, non lontano da dove c'è il podio da cui parla. «A pochi chilometri da qui - ha detto - registriamo l'ennesima tragedia: un lavoratore vittima di un infortunio sul lavoro, un'altra vita spezzata in cantiere. Stiamo cercando di invertire questa tendenza, lavorando affinché cantieri come questi, riferendosi al Terzo Megalotto, non siano l'eccezione, ma la regola».
Poi un minuto di silenzio, un momento solenne per onorare la memoria della vittima odierna, un tributo che ha avvolto il cantiere in un'atmosfera di commossa riflessione. Subito dopo, le parole del Segretario Nazionale della CGIL che sono risuonate chiare e dirette: «Voglio essere chiaro - ha detto - e diretto: non è una questione specifica di destra o sinistra. Venticinque anni di governi che si sono alternati, purtroppo, hanno prodotto guasti e scelte poco condivisibili». Spara nel mucchio il segretario generale della confederazione sindacale, smarcandosi da quanti (tanti) soprattutto negli ultimi tempi lo stanno accusando di essere la stampella del centrosinistra.
Da qui, poi, l'arringa sull'imminente appuntamento referendario: «Abbiamo, con il referendum dell'8 e 9 giugno, la possibilità di vestirci tutti quanti noi, nessuno escluso, da parlamentari. Possiamo cioè incidere con ragionevolezza e competenza sulle condizioni di lavoro e sui trattamenti dei lavoratori».
Landini ha poi lanciato un appello vibrante alla mobilitazione: «Cercherò di girare in lungo e in largo l'intera nazione, grazie alla nostra rete e ai nostri rapporti. Dobbiamo essere in venticinque milioni a recarci alle urne. Non sarà un'impresa facile, ma sono convinto che riusciremo a raggiungere questo numero. Ci dobbiamo battere con passione e forza, dobbiamo lavorare insieme».
Il Segretario Generale ha, quindi, sottolineato l'urgenza di agire su temi cruciali che toccano direttamente la vita di ogni famiglia: «Licenziamenti, tutela nelle piccole imprese, contratti a termine, sicurezza negli appalti, cittadinanza. Questi sono temi di un'importanza fondamentale». Ha poi aggiunto con forza: «Affermare la libertà delle persone nel lavoro. Cinque punti per ridare dignità a tutte le persone, basta precari, basta scappare dal proprio paese».
L'invito finale di Landini è stato un'esortazione all'azione capillare e diffusa: «Porta a porta, volantinaggio, invito a fare di tutto. Dobbiamo provarci». Un messaggio che risuona come un richiamo alla responsabilità collettiva, affinché il cambiamento desiderato parta dalle fondamenta della società. - di Matteo Monte