«Il segretario Lo Moro e il sindaco Stasi a casa»
Durissima presa di posizione del movimento Schierarsi. Ciccio Sapia, Filippo Scribano e Francesco Corapi, seguaci della linea oltranzista di Di Battista, invocano un'operazione "pulizia" dopo la condanna del massimo dirigente
CORIGLIANO-ROSSANO – L’associazione Schierarsi, quella che fa riferimento tra gli altri ad Alessandro Di Battista, attraverso i suoi rappresentanti locali Ciccio Sapia, Filippo Scribano e Francesco Corapi, ritorna sullo «scandalo dell’amministrazione» guidata «dall'ormai “fu rivoluzionario” e ora candidato in pectore alla Presidenza della Regione». Il riferimento, ovviamente, è al sindaco Flavio Stasi e lo “scandalo” riguarda la vicenda ormai nota ed relativa alla condanna in primo grado del segretario Paolo Lo Moro per falso ideologico. «In tutta questa vicenda – scrivono i tre rappresentanti di Schierarsi Corigliano-Rossano - ciò che appare più imbarazzante è il comportamento vergognoso dell’amministrazione comunale che non soltanto decide di non costituirsi parte civile (perché quello solo rigorosamente quando riguarda gli avversari), ma addirittura tende a sminuire l’accaduto».
L’indignazione parte da un inciso, riportato nella nota pubblicata qualche ora la sentenza portando la firma dell’Amministrazione comunale e della Maggioranza consiliare («Prendiamo atto – questo lo stralcio di nota sotto accusa - del provvedimento di primo grado reso dal Tribunale di Castrovillari nei confronti del Segretario Generale, Paolo Lo Moro, per una circostanza che attiene l'attestazione della presenza di alcuni dipendenti durante i lavori di una commissione a titolo gratuito. Un fatto, dunque, di carattere formale ma, nell'attesa delle motivazioni della sentenza, non possiamo non esprimere fiducia nei confronti della giustizia e del lavoro della magistratura, nel rispetto delle istituzioni»). «Dunque – scrivono oggi Sapia, Scribano e Corapi - secondo l’amministrazione la falsa attestazione della presenza di persone nell’ambito di riunioni di una commissione di concorso, è un fatto meramente “formale”. Per carità – aggiungono - il segretario Lo Moro avrà tutto il diritto di presentare appello nei giudizi di secondo e terzo grado. Ma ciò che fa ridere è che l’amministrazione dica di fidarsi delle istituzioni giudiziarie e che poi esprima solidarietà incondizionata al massimo dirigente, non accorgendosi del fatto che quelle stesse istituzioni giudiziarie hanno appena condannato in primo grado il fido collaboratore di Stasi».
Quindi o l’amministrazione «è dura di comprendonio o in mala fede o peggio ipocrita (e d’altronde l’ipocrisia ha fin dal primo momento caratterizzato il suo operato)».
«Ora – si legge ancora - noi componenti dell’associazione Schierarsi chiediamo l’immediata e tempestiva rimozione di Lo Moro dagli innumerevoli incarichi che ancora ad oggi ricopre (ebbene si cari concittadini, Stasi, nonostante la sentenza, lo tiene ancora al suo posto) nonché le dimissioni del Sindaco Stasi per la sua responsabilità politica in merito ai gravi scandali che stanno danneggiando l'immagine del Comune e della città! Ma tanto sappiamo già che non aprirà più bocca sulla questione, cercando di far passare tutto nel dimenticatoio e di mantenere Lo Moro alla sua poltrona. E noi tutti cari concittadini non abbiamo altra scelta che coltivare il valore della memoria e organizzarci al fine di far sentire il cosiddetto “fiato sul collo” a una classe dirigente che da sinistra a destra – scrivono in chiusura Ciccio Sapia, Filippo Scribano e Francesco Corapi - è sempre più sconnessa dalla realtà e sempre più connessa invece ai propri interessi personali».