Sanità e riorganizzazione reparti, per Azzurro Mare «c'è un po' di confusione tra i "soldatini locali" del centro-destra»
Costa e Marino Scarcella: «A differenza delle deliranti illazioni di una compagine che lavora ormai palesemente contro la città, il Comune negli anni ha intrapreso azioni concrete e mirate per migliorare il sistema sanitario locale»
CORILIANO-ROSSANO - «Esiste un antico detto: a volte è meglio tacere e lasciare spazio al dubbio piuttosto che parlare e svelare la propria ignoranza. È una riflessione che si applica perfettamente alle recenti dichiarazioni di qualche esponente cittadino riguardo alla riorganizzazione sanitaria degli ospedali di Corigliano-Rossano. La riorganizzazione degli ospedali cittadini è promossa dal governo regionale, con il presidente Occhiuto nelle vesti di commissario e con tutti i soldatini locali, dirigenziali e politici, al seguito. Abbiamo assistito con imbarazzo ai salti mortali dei presunti rappresentanti del territorio, che prima hanno dichiarato con furore “il Punto Nascite non si tocca” e dopo la chiamata le capo hanno detto l'esatto contrario “Il punto nascite si tocca ed hanno pure ragione”».
Lo affermano in una nota stampa i consiglieri di maggioranza del Gruppo Azzurro Mare, Costa Gianfranco e Marino Scarcella Francesco.
«È in questo contesto di totale confusione che gli esponenti locali del centro destra - che negli anni ha chiuso due ospedali ed accorpato gli altri due -, in preda ad una vera e propria dissociazione della personalità, provano a dare incredibilmente le proprie responsabilità ad altri. Probabilmente il punto di massima confusione si tocca quando si parla del trasferimento di ortopedia nel goffo tentativo di attribuirlo all'attuale amministrazione, ignorando che all'epoca non solo il sindaco non era quello attuale, non solo non era nemmeno stata attuata la fusione, ma il sindaco di Corigliano dell'epoca era di centrodestra. A differenza delle deliranti illazioni di una compagine che lavora ormai palesemente contro la città e la nostra comunità, il Comune di Corigliano-Rossano negli anni ha intrapreso azioni concrete e mirate per migliorare il sistema sanitario locale. Fin dal 2019 sono state numerose le iniziative finalizzate, per esempio, alla salvaguardia del reparto di Pediatria, che all'epoca viveva nell'ansia continua della chiusura per mancanza di pediatri poi risolta grazie alla perseveranza del sindaco, così come la riattivazione della neurologia che è stata a lungo chiusa di fatto, e persino i lavori al pronto soccorso – che oggi molti vantano come risultato – furono ottenuti dal sindaco all'epoca dei Commissari».
«Per non parlare della SP 195, per la quale, dal 2019, l'unico a lavorare per la realizzazione di questa opera è stata, carte alla mano, il Comune, mentre altri uffici non hanno prodotto un documento per oltre 5 anni per poi ricordarsi – guarda caso dopo le elezioni – che andava rinnovata la convenzione dopo aver dato una decina di pareri positivi. Non solo il Comune ha avviato il cantiere ed iniziato la demolizione di quegli orribili pilasti, ma proprio per non dare pretesti a chi lavora contro la città, si è impegnato persino a superare le interferenze con la nuova SS. 106. Lo ribadiamo, unico caso al mondo nel quale un'opera già in fase di cantiere si adegua ad un'opera allo Studio di Fattibilità ma tutto questo ha una ragione: l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano si concentra su azioni concrete, mettendo da parte le inutili passerelle politiche e dimostrando che il lavoro vero si misura nei fatti. La situazione della sanità in Calabria è drammatica. Migliaia di cittadini sono costretti ogni anno a cercare cure fuori regione, una necessità che trasforma il diritto alla salute in un miraggio per molti calabresi. Dietro questa inefficienza si intravede quasi una strategia: mentre il sistema pubblico affonda, la sanità privata prospera, alimentata da fondi pubblici e da un disegno che sembra penalizzare volontariamente il settore pubblico».
«In un contesto così complesso, le dichiarazioni dei soldatini locali non fanno che peggiorare la situazione, confermando senza ombra di dubbio la mancata conoscenza degli atti relativi alla riorganizzazione sanitaria ed anche la mancanza di volontà di studiarli. Ciò che resta sono i dati, i finanziamenti alla sanità privata, le giravolte degli esponenti regionali nel giro di 72 ore ed il continuo depauperamento dei servizi per i cittadini. Di fronte a una questione così fondamentale, non basta parlare: bisogna farlo con consapevolezza, per la salute e il benessere della nostra comunità» concludono.