Stasi: «Graziano parla di una sanità che esiste solo nella sua testa»
Altro duro affondo del sindaco di Corigliano-Rossano: «Necessaria una governance sanitaria non politicizzata si dimetta»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Finalmente, dopo mesi di disastri epocali e messo pubblicamente alle strette, è uscito fuori il vero nocciolo del problema dell'attuale governance dell'ASP: la totale assuefazione alla politica senza alcuna aderenza al servizio sanitario per i cittadini». Inizia così il nuovo capitolo della querelle Stasi-Graziano. Il primo cittadino di Corigliano-Rossano analizza ciò che sta accadendo negli ultimi giorni: «Qualora l'ASP dovesse fare un passo indietro e non convertire un intero reparto in 4 posti dedicati presso l'U.O. di Medicina, come già ampiamente anticipato al personale del reparto stesso (che infatti ha allertato giustamente le istituzioni e la società civile) allora avremmo già raggiunto uno dei nostri obiettivi, ovvero la garanzia della salute ad una categoria di pazienti fragili che, già da mesi, sono in enorme difficoltà. Attendiamo i fatti e dunque ci aspettiamo che venga garantita la totale funzionalità dei servizi, a differenza di quanto scritto nella nota della dott.ssa Bernardi l'11 luglio. Smentisco, inoltre, qualsivoglia forma di condivisione effettuata dall'attuale struttura dell'ASP che, invece, ha totalmente interrotto e mortificato le buone pratiche di condivisione attivate con le precedenti gestioni (nonostante fossero commissariali), e le ragioni di una tale condotta sono – del resto – riscontrabili nei commenti "da comune cittadino" finalmente esplicitati nell'ultima nota che confermano il comportamento sprezzante e disdicevole assunto dalle strutture sanitarie nell'ultima campagna elettorale, noto all'intera città e non consono ad un paese civile».
Stasi torna a puntare il dito contro il commissario dell’Asp di Cosenza: «Sul resto è evidente che Graziano, il quale svolge il proprio ruolo evidentemente più con il piglio del difensore politico della Giunta Regionale che lo ha nominato che con il piglio dei Direttore Generale, parla di una sanità che esiste solo nella sua testa. I nostri ospedali sono semplicemente al collasso totale. L'offerta ospedaliera è tanto desolante da convincere gran parte dei cittadini a rinunciare a curarsi oppure a curarsi fuori anche per patologie comuni ed ordinarie. Per quanto riguarda la Pneumologia, Graziano tenta di coprirsi facendo l'azzeccagarbugli, ma la realtà è molto semplice: mentre il tandem Graziano-Occhiuto ha smantellato il preziosissimo servizio messo in piedi nell'ex reparto covid, che avrebbe dovuto essere semplicemente formalizzato in coerenza con atti precedenti, i pazienti sono costretti a rivolgersi ad altri ospedali. Sulla assistenza domiciliare, ovvero sulla scelta di regalare milioni di euro alla sanità privata, non c'è nemmeno bisogno di commentare. Le poche cose positive realizzate in questi mesi, come la stazione del 118 o la riapertura e rinnovo del reparto di cardiologia, sono frutto di scelte dei precedenti commissari, che lui non ha fatto in tempo a distruggere con la propria inadeguatezza come, per esempio, per la pneumologia. Alla luce di tanta estraneità dalla realtà che vivono i cittadini, in questo caso pazienti, un Direttore Generale dovrebbe avere quanto meno il buon senso di dimettersi».