Dal Centro Destra al «Cartello alternativo»: tutte le mosse (e contromosse) per sconfiggere Stasi
I big non vogliono o non possono candidarsi. Ecco perché. Pasqualina Straface rimane la candidata ideale anche per questa nuova conformazione politica. Ma per il "compromesso storico" avanza il profilo di chi può vantarsi di aver già sconfitto Stasi
CORIGLIANO-ROSSANO - Da qualche giorno si muove qualcosa di nuovo, forse inaspettato tra le fila del Centro Destra. Probabilmente, nella grande casa dei conservatori nostrani ci si è resi conto (finalmente!) che l’appuntamento elettorale è ormai alle porte e che fino ad ora si è perso moltissimo tempo dietro alla costruzione di un progetto che di fatto è fallito ancor prima di nascere.
Diversamente da quelle che erano le intenzioni fino a poco prima di Natale (perorate da ultimo sul lungo tavolo del Roscianum), infatti, non ci sarà un Centro Destra contrapposto a Stasi, come quello che si è tentato di costruire per oltre un anno. Non ci sarà nemmeno un partito trainante.
Ci saranno convergenze e, quindi, nuovi equilibri e una coalizione a campo largo, anzi larghissimo che va da destra, passa soprattutto per il centro moderato e riformista e che vira a sinistra.
Insomma, a Corigliano-Rossano, sovranisti, patrioti, ex democristiani, liberali si troveranno insieme a socialisti, democratici e forse, addirittura, insieme a pezzi dell'area post comunista. Tutti insieme appasionatamente uniti da un solo collante: l’anti-stasismo.
E queste non sono congetture e nemmeno elucubrazioni politiche ma sono – di fatto – i segnali chiari e inequivocabili che stanno giungendo, proprio in questi giorni, dai maggiori partiti che compongono l’area di Centro Destra a Corigliano-Rossano.
Prima di tutti una nota del coordinamento provinciale di Noi Moderati con l’invito a guardare oltre il programma e a una coalizione ampia; poi Azione e i due movimenti civici e riformisti, ad essa collegata, Il Coraggio di Cambiare l’Italia e Corigliano-Rossano Domani, che sostengono la necessità di aprire ad un campo largo e civico; infine, le parole – chiare e lapalissiane - del coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Giuseppe Villella, ieri ospite all’Eco in Diretta: «Non dobbiamo parlare – ha detto – di una coalizione di Centro Destra ma dobbiamo iniziare a parlare di un Cartello alternativo all’Amministrazione e al Governo della città». Senza scanso di equivoci. Insomma. A chiosare su questa posizione, inoltre, nelle prossime ore dovrebbe arrivare anche il sugello di Forza Italia. Dal momento che, questa posizione, di apertura massima ad una coalizione plurale pare abbia anche la “benedizione” di Occhiuto.
A questo punto viene da chiedersi, chi sarà messo alla guida di questa grande compagine che si presume possa avere tantissimi voti di preferenza per i candidati al Consiglio comunale? Domanda da un milione di dollari. Perché questo nuovo assetto, in realtà, potrebbe rimettere in discussione tanti equilibri ma soprattutto – nel solco di una linea che comunque non vuole rinunciare a una connotazione politica e di appartenenza – deve trovare un nome con una storia politica ma che sappia fare bene l’equilibrista.
Innanzitutto partiamo dal perché si è arrivati a questa nuova soluzione. Stasi, piaccia o non piaccia, è forte, soprattutto nelle dinamiche elettorali, e con una capacità fuori dal normale nel calamitare consensi sulla sua persona. Quindi sul fronte avverso più si è e meglio si sta (anche se in politica due più due non fa mai quattro). Primo motivo.
Secondo motivo. Se è vero che – parafrasando Stefano Mascaro - «Stasi si batte con candidato unico e al primo turno», è troppo ghiotta l’occasione di lasciare liberi gli anti-stasiani di sinistra. Viene da pensare, ad esempio, a quanti del Partito Democratico non si troveranno sulla linea di sostenere il Sindaco per un secondo mandato e, dunque, potrebbero avere un bacino di consensi utilizzabile. Un esempio su tutti è Gino Promenzio, rimarrà fermo? Sicuramente no.
Terzo motivo. Di generali che possano o vogliano prendere in mano la coalizione e candidarsi a sindaco il centro destra – strano ma vero – non ne ha. E soprattutto, in questi ultimi cinque anni (ma in realtà negli ultimi trenta), non è stato in grado di costruire una nuova classe dirigente.
Il consigliere regionale Giuseppe Graziano (Azione) si è disinteressato da subito alla possibilità di una nuova candidatura dopo l’esperienza delle precedenti elezioni ma soprattutto perché oggi, con molta probabilità, dovrà assecondare le mire del suo partito e candidarsi alle concomitanti elezioni Europee. Fuori uno.
Il senatore Ernesto Rapani (Fratelli d’Italia) a candidarsi a sindaco ci ha fatto più di un pensiero. E non da adesso. Solo che le sue ambizioni sono frenate dal quartier generale di Via della Scrofa 39 e non perché non le reputino una valida carta elettorale da spendere ma semplicemente per una questione di opportunità. Nel caso in cui, infatti, Rapani dovesse essere eletto sindaco perderebbe la sua carica senatoriale (i due ruoli sono incompatibili) e pertanto – essendo l’ex aennino stato eletto in quota Uninominale nel collegio senatoriale di Corigliano-Rossano – si dovrebbe procedere ad elezioni supplettive (Art.86 del Testo Unico delle Leggi elettorali). E questo è un rischio in cui la Meloni non vuole proprio incorrere. Fuori due.
Poi c’è la consigliera regionale Pasqualina Straface (Forza Italia). Ecco, il suo nome rimane quello più spendibile tra tutti. Ancora oggi (e di questo ne siamo convintissimi). La pasionaria forzista, che in queste ore ha risanato anche rapporti politici interrotti (come quello con Giovanni Dima), preferirebbe non bere direttamente dal calice delle elezioni comunali; non vuole passare dalle forche caudine di una campagna elettorale che, in ogni caso, sarà sanguinaria. Come lo fu quella del 2019. Piuttosto sta pensando – ed è quello che sostengono i suoi fedelissimi – a costruirsi un secondo mandato a Palazzo Campanella magari con la speranza (nel caso in cui il centro destra dovesse rivincere) di ambire ad un ruolo in giunta. Le sue sorti, però, sono segnate dalla volontà di Occhiuto. Se il Governatore si interesserà direttamente alle amministrative di Corigliano-Rossano (per Catanzaro non lo fece!) e chiedesse alla Straface di candidarsi, lei non potrebbe dire no. Fuori (forse) anche il terzo.
Il cul-de-sac... con sorpresa
Quindi si è di nuovo in cul-de-sac? Se Pasqualina Straface dovesse davvero mollare gli ormeggi e allontanarsi definitivamente dalla candidatura (al momento rimane la più accreditata per la candidatura a sindaco) ritornano in campo tantissimi nomi. Esclusi quelli della società civile (sia Forza Italia che Fratelli d’Italia non viogliono) la scrematura di nomi papabili “pronti” è davvero ridotta al lumicino. Salirebbero, quindi, le quotazioni di Giuseppe Turano, coordinatore cittadino di Forza Italia che continua a mantenere un aplomb inglese nonostante stia attendendo questo momento da anni; ritornerebbe in pista il nome del dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, Gioacchino Campolo, semidefilato in queste ultime settimane dalla partita ma sempre pronto sull’uscio; Giovanni Dima, coriglianese che vive a Rossano da una vita, dirigente di Fratelli d'Italia e con spiccate doti diplomatiche; potrebbero farsi avanti nomi come Mattia Salimbeni o Aldo Zagarese, giovani rampanti che hanno già una storia politica da raccontare. Attenzione, c'è pure Claudio Malavolta, imprenditore ed ex vicesindaco di Stasi che - sornione - oggi potrebbe far valere una forza di consensi che gli darebbe in dote Azione, che tra Coraggio di Cambiare e Co-Ro Domani porterebbe in dote il 17% totale dei consensi che reggono oggi l'intero Consiglio comunale
Più di tutti, però, potrebbe emergere e converge il profilo di Stefano Mascaro, giusto compromesso – in perfetto stile democristiano – per una larga intesa che parte da destra, passa dal centro e abbraccia con due mani la sinistra che non si rivede in Stasi. Inoltre, se si volesse dar valore alla cabala, ai numeri e alle statistiche, in questo momento Mascaro è l’unico che può vantarsi di aver sconfitto Stasi alle urne già una volta, nel 2016, nelle elezioni amministrative dell’allora comune di Rossano.
Vale come passepartout?