Partito Democratico, tutto gira attorno a Stasi… nella buona e nella cattiva sorte
Amministrative 2024: mentre i riformisti hanno già fatto la loro scelta di campo puntando sull’attuale sindaco; il nocciolo duro che viaggia sull’asse Tagliaferro-Genova è pronto a tutto pur di non stare con Stasi. Poi ci sono “il gatto e la volpe”…
CORIGLIANO-ROSSANO – C’è un PD di e con Stasi; c’è un PD che vuole una grande coalizione movimentista e riformista (in perfetto stile Schlein) e quindi tranquillamente disposto a sostenere Stasi; e c’è, infine, un PD di resistenza che, pur di non andare con Stasi, sarebbe disposto addirittura a fare una lista civetta per il centro-destra. Questa è, oggi, la grande casa Dem di Corigliano-Rossano con una guida sempre più incerta e bersagliata da perenni colpi, più o meno bassi, volti alla destituzione della segreteria.
Chi sta con Stasi? Sicuramente c’è il gruppo Cacciolla-Laise-Pacenza - il famoso Cavallo di Troia che consentì al sindaco di indirizzare le sorti del partito all’epoca del congresso cittadino - che all’interno dei democrat nostrani hanno da sempre e chiaramente la bussola puntata sul sostegno forte, concreto e senza indugi al primo cittadino, sia in quella che è la fase di governo ma soprattutto nella prospettiva delle elezioni. È questo gruppo che oggi, a conti fatti, tiene le redini di un partito e che ha avuto l’abilità di congelare tutte le restanti posizioni all’interno di esso. Ed è questo gruppo che, alla fine, con il conforto delle alte sfere del partito, anche quello romano, deciderà con chi starà il piddì alle prossime elezioni amministrative: quindi, con Stasi.
Posizioni consolidate
La partita potrebbe finire qui se non fosse che nel Partito Democratico, pur essendo un partito ultramoderno, iper-frammentato e quindi per certi aspetti liquido, rimangono ancora delle liturgie da rispettare. E mentre gli altri (la parte stasiana) fa i fatti, avendo chiuso già l’accordo con il Movimento 5 Stelle e con tutti gli altri partiti della sinistra (compreso i socialisti), la restante parte, quella del più nostalgico “apparato”, prosegue nelle sue cerimonie: incontri e confronti pubblici, prove di forza e strategie sulle scacchiere. Che, però, a poco serviranno, almeno nella stretta dinamica delle amministrative di Primavera.
Il gatto e la volpe
E questo lo hanno capito bene quelli che stanno attorno alle posizioni del capogruppo PD in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, e del vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Iacucci. Il “gatto e la volpe” che da tempo, avendo fiutato la corrente del candidato sicuro, pur rimanendo ancora nell’ombra e senza aver espresso una posizione ufficiale, continuano a sostenere l’ipotesi di un Partito democratico aperto al campo largo e, dunque, alle aree del centro sinistra e, soprattutto, all’area riformista che, volendo o nolente, riporta sempre a Stasi ma senza alcun chiaro riferimento. Almeno non fino a questo momento. A tessere le trame di una strategia sottilissima e silenziosa, a Corigliano-Rossano, c’è la capogruppo dem in Consiglio comunale, Rosellina Madeo, che oggi - tra l’altro – è in lizza per competere per un seggio in Consiglio provinciale. Una candidatura che è risultata strana a molti (a che serve essere eletti oggi se fra sei mesi per rimanere nell’assise dell’ente sovraordinato bisognerà essere prima riconfermati in Consiglio comunale?). Strano a molti – dicevamo - ma non agli addetti ai lavori.
La candidatura di Rosellina Madeo alle provinciali cosentine, infatti, è un test da cui potrebbe venir fuori un segnale palese di alleanza con la maggioranza Stasi. Che potrebbe, a sua volta, far traghettare una parte dei suoi voti (che su base ponderale valgono tantissimo) proprio sulla capogruppo democrat che siede tra i banchi dell’opposizione. Insomma, una prova di fiducia che il gruppo Madeo-Bevacqua-Iacucci oggi chiede al primo cittadino e alla sua squadra di consiglieri con l’obiettivo di allargare ancora di più il campo largo attorno alla ricandidatura alla guida della città.
Quelli della resistenza a Stasi
Tutto questo mentre l’altro PD, quello che viaggia sull’asse Tagliaferro-Genova, appartenente a quella che si può definire la radice storica del partito, rimane in una posizione di resistenza, forte e verace, contro l’establishment Stasi. E mentre le altre due aree fanno accordi a sinistra e con i movimenti riformisti, quest’ultima guarda con più convinzione all’area moderata e liberale. Parlano su tutti gli accordi stretti con Italia Viva di Renzi e con quella parte minoritaria di Azione, considerato anche come si stanno evolvendo e consolidando i processi di rappresentatività all’interno dei calendiani. L’atto di sabotaggio potrebbe essere, alla fine, l’estrema ratio di quest’ala del PD che, comunque, detiene un pacchetto di consensi. Nel caso in cui tutto dovesse essere perduto e la soluzione del partito (ai vertici nazionali e regionali) dovesse essere esclusivamente quella di conferire sulle posizioni di Stasi, non è da escludere che tutta quest’area dissidente possa tentare il colpo a sorpresa, allestendo una lista di uomini da posizionare a sostegno del candidato sindaco con maggiori chance di vittoria che si contrapporrà a Stasi.
L'incognita nel gioco di posizioni
E poi c’è l’ultima incognita: il segretario cittadino, Franco Madeo, che sembra continui a mantenere – non solo per responsabilità di ruolo – un atteggiamento di massima equidistanza da tutto. Probabilmente, il suo cuore batte con quanti vorrebbero un destino per il partito non “stasidipendente”; però quell’area del PD che oggi fa le barricate contro il Primo cittadino è la stessa che Franco Madeo ebbe come strenua avversaria in occasione del congresso. Ricordiamo che il segretario in pectore, prima dell’arrivo della componente stasiana, era quel Giuseppe Tagliaferro che l’inciucio tra Madeo e Cacciolla (che partorì l’attuale guida del partito) non lo digerì mai. Anzi, lo giudicò come «un vero e proprio ricatto» ordito da Stasi proprio a danno del Partito democratico. La situazione attuale per il segretario è un cul-de-sac: con l’area Stasi che vorrebbe sfiduciarlo ma non ha i numeri per farlo e l’area Tagliaferro-Genova che lo tiene in piedi solo per continuare a mostrare ai cittadini le tantissime contraddizioni che, alla fine, reggono questo delicato gioco di poteri e posizioni.