«Siamo e continueremo ad essere opposizione all’Amministrazione Stasi»
L’altro Pd di Co-Ro, quello di Tagliaferro con la fetta maggioritaria di tesserati, mostra numeri e forza all’interno di un partito che è guidato (formalmente) da Madeo ma sul quale sembra regnare la volontà del sindaco (senza tessera)
CORIGLIANO-ROSSANO - «Avevamo tenuto una riunione per decidere se partecipare o meno al ballottaggio. Questo perché la proposta fatta a me dal gruppo della mozione Cacciola (il gruppo dem degli stasiani, ndr) era l’appoggio al ballottaggio in cambio del sostegno all’Amministrazione comunale e alla ricandidatura di Stasi a sindaco. Proposta non accettata e quindi con uno scontato esito del ballottaggio. Il tutto è avvenuto alla presenza di altre persone, tra cui Franco Cirò che ha definito questa proposta di accordo un “vero e proprio ricatto”». Queste le parole di Giuseppe Tagliaferro, il candidato segretario cittadino del Partito Democratico di Corigliano-Rossano che pur rappresentando la fetta di tesserati maggioritaria dei dem ionici si è ritrovato a perdere il turno di ballottaggio, ad appannaggio del neo eletto segretario Francesco Madeo.
L’altra parte dei dem si è ritrovata ieri in un noto locale di Corigliano scalo, alla presenza di tantissimi iscritti (c’era molta più gente che alla conferenza stampa indetta una settimana fa da Madeo), per tentare un’operazione verità dopo il congresso cittadino.
Un racconto dettagliato, preciso, circoscritto quello di Tagliaferro che ha viva la memoria di quelle ore che hanno preceduto l’ultima fase congressuale all’esito della quale si sarebbe consumato un vero e proprio inciucio di potere tra aree del partito che hanno sempre avuto posizioni divergenti tra loro. «Se questa è la proposta che (il gruppo Cacciola) ha fatto a noi per avere i voti utili alla vittoria del ballottaggio – ha precisato Tagliaferro – presumo sia la stessa fatta a Medeo. Noi non abbiamo accettato. Loro?»
Le parole del mancato segretario cittadino rimbombano in una sala affollatissima e silenziosa che quel presunto accordo – che nessuno sa se ci sia veramente stato – non l’ha proprio digerito.
Con Tagliaferro al tavolo conferenziale c’era anche la pasionara piddina Antonella De Simone, figlia del già sindaco comunista di Rossano Marco De Simone, e l’ex primo cittadino di Corigliano, Giovanbattista Genova. Che ha infilzato ancor di più il fendente nella carne quando Tagliaferro, con tono perentorio, ha detto: «Noi siamo e continueremo ad essere l’opposizione all’Amministrazione Stasi». A quel punto l’ex sindaco coriglianese è salito in cattedra sottolineando, senza troppi giri di parole, come «il modello di gestione familistica dell’ente, privo di regole se non quella di assecondare le volontà del principe bizantino (Stasi, ovviamente), che ha sistemato senza troppe remore amici e compari», non appartenga alla visione politica del Partito democratico. O almeno questo è quello che si è augurato Genova, completando il suo intervenendo con un inciso: «dove sta scritto – ha sottolineato – che il PD debba, a tutti i costi, essere un partito filo-governativo? Possiamo essere anche opposizione e credo che in questo momento, nella nostra città, non ci sia connotazione migliore di questa».
De Simone, Tagliaferro e Genova hanno così ricordato, in un pin-pong dialettico ben orchestrato, mancanze e omissioni dell’Amministrazione Stasi a partire dalla questione dei livellari («un sindaco che viene da un movimento che si chiama “Terra e Popolo” ma si è dimenticato della terra e del popolo») per finire alla questione giustizia («dove è finito lo Stasi contestatore?») e all’emergenza rifiuti («ricordiamo tutti l’ambientalista Stasi battersi contro le discariche e per una gestione “virtuosa” dei rifiuti mentre oggi si spostano i rifiuti da una parte all’altra della città»). Insomma, una cosa è apparsa chiara e certa dall’incontro di ieri: all’interno del Partito Democratico, che da una parte strizza l’occhio a Stasi (e ci farebbe pure accordi di potere) e dall’altra si dichiara essere fortemente opposizione allo stesso, c’è una confusione infinita. E questa era l’impressione che si era percepita già nella conferenza stampa di un compassato segretario Madeo, che ieri sera è stata confermata dall’altra voce del Partito Democratico, quella che all’interno del partito ha tanti numeri (la fetta maggioritaria) ma non ha avuto la forza di guidarlo.
Ma c’è anche un altro colpo di scena, forse passato un po’ in sordina nella conferenza stampa “dell’altro Pd”, che riguarda i rappresentanti dem in seno al consiglio comunale di Corigliano-Rossano, due su tutti: il capogruppo del partito Alzo Zagarese e il capogruppo di Civico e Popolare Gino Promenzio (già candidato a sindaco di una coalizione che aveva un’importante matrice democrat). Che, pur non essendo presenti, hanno inviato un messaggio alla platea dicendo di sostenere e condividere le posizioni di quell’area del partito che si è ritrovata ieri sera. Non lo avevano fatto per l’incontro promosso da Madeo.
A questo punto, viene da chiedersi: chi risponde al nuovo segretario cittadino? Sicuramente non tutti. Allora, niente di più facile che a tenere il pallino del gioco del Partito democratico a Corigliano-Rossano sia, a dispetto del ruolo di Madeo e dei numeri di Tagliaferro, proprio il sindaco Stasi che nella confusione regna… pur senza una tessera.