Il documento della discordia: il Partito Democratico si spacca (di nuovo). Gli stasiani sempre più insofferenti
A poche ore dalla Conferenza stampa di fine anno convocata dal segretario cittadino, Franco Madeo, una nota di Alberto Laise (componente assemblea nazionale) riapre i giochi: «Se fossi al posto di Stasi non mi alleerei mai con il PD»
CORIGLIANO-ROSSANO – Animi turbolenti in casa PD dopo la “fuorisciuta” dei contenuti del documento scaturito dall’ultimo incontro di direttivo tenutosi il 21 dicembre (ve ne abbiamo parlato qui). Che ci fosse qualcosa di strano in quelle due pagine di resoconto partorite nella sede del circolo cittadino in via Roma, ce ne eravamo accorti subito. Tant’è che le reazioni (silenti), nelle immediatezze della pubblicazione del nostro articolo, non si sono fatte attendere. A distanza di giorni si sono, però, capite sostanzialmente due cose: la prima è che quel documento ha avuto diverse stesure, tutte autentiche e – quindi – nessuna autentica; la seconda – e questo sospetto lo avevamo insinuato subito – che l’unanimità sui contenuti era solo scritta, pro verbum e che, di fatto e nella sostanza, non c’era nessuna unità tra le tre anime che compongono la variegata compagine del Partito Democratico alle latitudini coriglianorossanesi.
Il motivo della contesa rimane lo stesso da qualche mese: che fare in vista delle prossime competizioni elettorali? Chi sostenere alle amministrative di Corigliano-Rossano? L’idea, in realtà, è che il Partito Democratico non abbia molte scelte rispetto a quella di sostenere Stasi per il suo secondo mandato. E in questo frangente, quindi, l’azione migliore è quella di giocare al rialzo; mettendo in campo tante pretese. Poi c’è Stasi che, a conti fatti, di un simbolo “pesante” come quello del PD ne farebbe volentieri a meno ma non disdegnando – come qualche settimana fa aveva ribadito Tonino Caracciolo proprio ai microfoni dell’Eco in Diretta - di fare una buona scrematura all’interno del partito della Schlein e portare nella pancia della coalizione civica solo gli “elementi migliori”, ovviamente senza emblemi di partito.
Intanto per oggi pomeriggio, alle 17.30, il segretario cittadino, Franco Madeo, ha convocato una conferenza stampa, quasi sicuramente per chiarire i termini dell’incontro direttivo pre-natalizio. Anche e non solo. Perché a mettere a soqquadro (nuovamente) il tavolo delle feste nel PD proprio stamattina irrompe una posizione – tutt’altro che pacifica e convergente – che di fatto rimettere tutto in discussione. Gli stasiani dem sono nuovamente in subbuglio proprio per i contenuti di quel documento che doveva rimanere “sotto chiave” e che, a quanto pare, dicevamo, avrebbe svelato una verità contorta. A firmare il nuovo “documento di chiarimento” è Alberto Laise, componente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, e maggiorente di quell’area interna al partito fedelissima alle posizioni del primo cittadino. Uno scritto che non è sicuramente indolore e che sicuramente acuirà le profonde ferite che sussistono al suo interno.
Riceviamo e pubblichiamo:
Se un documento (il riferimento è al resoconto dell’incontro direttivo del 21 dicembre scorso, ndr) inizia con “tutto il gruppo dirigente si è trovato d'accordo”... inizia con una bugia. Intanto, nel mio modesto e immeritato ruolo, rivendico la mia assoluta contrarietà ad una linea politica liquida, indefinita, tutta diretta a portare il PD all'isolamento politico e guidata da motivazioni che nulla hanno a che vedere con il ragionamento politico. Leggo un documento che sostanzialmente non chiarisce i tre quesiti più importanti, per quel poco che oggi, a Corigliano-Rossano, può contare il PD:
1) Chi compone la maggioranza a sostegno del segretario Madeo? Perché se il documento è firmato, proposto e discusso dalle due mozioni Madeo-Tagliaferro, allora occorre chiarire che anche il segretario si regge su un nuovo asse che non gode – non dovrebbe godere - del sostegno della parte “stasiana”. Questo il documento non lo chiarisce e, con estrema fumosità, tenta di non chiarire. Ed invece è il primo atto di chiarezza che andrebbe fatto.
2) Si ha una reale intenzione d'aprire un confronto con l'amministrazione comunale che, non solo vede il Sindaco già candidato, ma che ha raccolto il sostegno di più parti del centrosinistra cittadino e che, cosa che il documento, anzi... chi lo scrive fa finta di non sapere, si è candidata all'interno della lista provinciale del PD? Perché si parla di centrosinistra ma non si tiene conto di questa condizione che presumibilmente precede ogni ragionamento.
3) Si chiede di sostenere una linea politica condivisa, e quindi riterrei anche vincolante, che vede il PD come “forza trainante” (certo... con le migliaia di voti presi alle ultime politiche...). Ed in questo precisa anche che ci sarà una proposta – un nome – fatto dal PD agli alleati. Bene... Qual è questo nome? Qual è la figura che dovrebbe spingere tutto il centrosinistra ad abbandonare la candidatura di Flavio Stasi? Qual è l'autorevole nome che farebbe ritirare la candidatura di un sindaco uscente?
Il documento proposto, a mio avviso, è un tentativo, palesato dal passaggio in cui si rivendica “la decisione sulla candidatura che non deve subire condizionamenti esterni”, di rompere il dialogo che è nato in questi mesi tra il Sindaco ed il PD a diversi livelli. A tutti appare chiaro che non esiste alternativa a sinistra alla candidatura di Stasi, sia per la sua azione amministrativa, sia per le prospettive future. A tutti fuorché a parte di un circolo, che fatica a riunire più di 15 persone e che trema alla sola idea di chiedere il numero legale, ma che si racconta favole fantasiose su tavoli e programmi da proporre ad una città che, per fortuna, cerca e spesso trova le risposte altrove.
Ed anche nei punti programmatici si ritrova tutta la reale volontà politica di chi ha scritto quel documento: si chiede la cancellazione dello Statuto, la negazione del percorso della SS106, si tratteggia l'idea di “non perdere le opportunità imprenditoriali per il territorio” e cioè appecorarsi alla Baker-Hughes (senza averne mai minimamente discusso nel circolo), si parla di fusione e PSA senza conoscere le posizioni dell'amministrazione sulla materia e senza aver nemmeno chiaro il quadro normativo nuovo nato con la fusione, si parla di cittadella ad Insiti ben sapendo che l'amministrazione non è di quell'avviso ecc. In poche parole una serie di “conditio sine qua non” che renderanno impossibile anche il solo ipotizzare che Stasi e la sua maggioranza possano prendere in considerazione un dialogo su queste basi.
Resta poi sullo sfondo sempre la mancanza di una parola chiara sulle alleanze e sul coinvolgimento di Azione.
Ed allora come si può pensare di condividere tutto questo senza correre il rischio di cadere nell'ennesima trappola e nell'ennesima parola rimangiata da questo segretario? È un puro tentativo di mostrare una “pax” di facciata per non essere disturbati dalla dirigenza regionale del PD che al contrario dovrebbe invece chiedere cosa sta succedendo e quali siano le intenzioni di questo circolo. Ed a rafforzare le mie supposizioni c'è anche il mancato e totale coinvolgimento del capogruppo e neo consigliere provinciale Rosellina Madeo.
Un'ultima riflessione: qualche mese fa, in un'iniziativa pubblica, i consiglieri regionali Bevacqua e Iacucci hanno elogiato il sindaco per la sua azione proprio sui temi della SS106 e della centrale ENEL, e definendolo come la migliore proposta, se non l'unica, per il centrosinistra cittadino. E più volte anche un autorevole dirigente nazionale e sindaco di Bari, De Caro, ha elogiato Stasi. E fa un po' ridere che, mentre il PD extra-cittadino prende atto della realtà... quello cittadino lavora costantemente per produrre una rottura. Ed il bello è che i protagonisti che oggi, anche dopo quello che sto scrivendo, parlano di “fedeltà al partito” sono quelli che più volte hanno sempre voltato le spalle al partito quando non avevano l'osso che si aspettavano. Vedi la candidatura alle Regionali di Giovanni Zagarese, vedi quella di Aldo Zagarese, vedi la candidatura di Mascaro e quella di Promenzio. Ed oggi pretenderebbero di decidere chi ha o chi non ha “cittadinanza” nel PD?
Con tutto questo, se io potessi dare un consiglio a Flavio Stasi, gli direi che già domattina dovrebbe dire alla città e a quel PD: non preoccupatevi... non c'è bisogno di discutere di nulla... sono io che non voglio allearmi con quel PD.
Insomma, un bailamme incredibile che, senza dubbio, crea una fase tranciante e mette in evidenza – com’è chiaro – un momento di ulteriore (e forse insanabile) rottura all’interno di un partito, il PD, che a Corigliano-Rossano, in realtà, non ha mai saputo costruire una propria identità.