Antoniotti e le vertenze della città: «Bisogna essere capaci di svestirsi di ogni appartenenza»
L'ex sindaco, Giuseppe Antoniotti, fa un appello forte alla cooperazione: «Le grandi vertenze e le grandi battaglie non si risolvono a suon di attacchi, serve collaborazione». E sul centrodestra «I tempi sono maturi per conoscere candidato sindaco»
CORIGLIANO-ROSSANO – Ogni amministratore assolve il proprio compito e svolge le proprie funzioni attuando strategie e prendendo decisioni dettate da una serie di fattori che, spesso, circoscrivono e restringono il campo d’azione di chi è al comando (tessuto sociale, contesto economico, floridezza delle casse…) e che risultano fortemente legati alla contingenza storica in cui opera. Il sindaco, pertanto, è chiamato a svolgere il proprio lavoro anche in ossequio ad eventuali disposizioni e forzature che una data circostanza impone. Il segreto per raggiungere gli obiettivi? Cooperare e unire le forze. Le istituzioni vincono solo quando mettono da parte il colore politico e lavorano insieme per il bene comune.
Di questo è convinto l’ex sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti che, nel tracciare un bilancio sull’amministrazione uscente e nel delineare possibili scenari futuri, ha sgomberato il campo da possibili paragoni o fraintendimenti. Sulle polemiche dei giorni scorsi innescate dall'altro ex primo cittadino rossanese, Tonino Caracciolo, che lo aveva trascinato nel tritacarne della diatriba politica nostrana, Antoniotti mantiene distacco, un aplomb inglese, glissa e precisa: «Per me parla la mia rettitudine politica e morale».
«Credo – afferma commentando le passate compagini amministrative - che le amministrazioni di centrodestra abbiano dimostrato con i fatti il buon governo. Durante la mia consiliatura ho proseguito nel solco tracciato dalle precedenti. Tante infrastrutture realizzate, nuove arterie, il lungomare lato Momena, le demolizioni di capannoni per dare spazio a piazze e luoghi di ritrovo, il prosieguo delle demolizioni a contrada Zolfara, il finanziamento per le demolizioni nel centro storico creando nuovi spazi, l’anfiteatro, il palazzetto di via dei Normanni (in sinergia con la provincia), i tanti interventi di edilizia scolastica, la nuova scuola media di Donnanna e l’istituzione del liceo artistico quando ero consigliere provinciale».
«Io – prosegue - ho rispetto delle istituzioni, specialmente dei sindaci, perché conosco e capisco le difficoltà che si affrontano nell'amministrare una città. Alcune vicende, come l’alluvione del 2015, le ho vissute sulla mia pelle. Dico sempre che quando si agisce si può anche sbagliare, l’importante è fare le cose con serietà, onestà e trasparenza, e io ritengo siano stati elementi che hanno contraddistinto il sottoscritto. Insomma, credo che chiunque abbia avuto un ruolo istituzionale debba essere ringraziato, rispettato e apprezzato».
Uno sguardo indulgente, quello di Antoniotti, che tende a rimarcare le difficoltà di chi ricopre questo ruolo invocando clemenza per una carica non sempre facile da gestire.
Meno transigente e le con idee precise sulla questione dirimente e decisiva per la città, il rilancio della fusione: «Sono dell’idea che, parallelamente al percorso del Psa, sia necessario aprire un tavolo di concertazione in uno ‘’spirito costituente’’ tale da avviare una programmazione intercomunale negoziata con la partecipazione dei comuni della Valle del Crati e di quelli del Trionto, e che abbia come baricentro il comune unico Corigliano-Rossano. Tutto questo per rilanciare la strategia del processo di fusione finalizzata alla ‘’rigenerazione urbana’’ e a quanto essa comporta sia in termini di crescita e di sviluppo sostenibili del territorio che del miglioramento della qualità della vita, della valorizzazione del “capitale umano”, della creazione di opportunità lavorative, soprattutto per i giovani».
E poi: «Lavorare su una rete strutturale-infrastrutturale-logistica che assicuri la giusta mobilità tra le due aree di Corigliano e Rossano, a servizio delle persone e delle scuole. L'implementazione del turismo anche in virtù della valorizzazione del patrimonio di ‘’Beni comuni’’ e lo sviluppo dell’area portuale e del porto connessi con la “Zona economica speciale” che va dotata della necessaria infrastrutturazione ferroviaria e stradale (elettrificazione e “106”) con l’unico obbiettivo di raggiungere Crotone e l'aeroporto in circa un’ora. In più, punterei sulla promozione del ruolo della Marineria di Schiavonea nell’ambito della costituita Macroregione Mediterranea e sulla riqualificazione del sito dell’ex centrale Enel con un piano industriale innovativo incentrato su energia, tecnologia, ricerca, territorio, nell'ottica della sostenibilità e dell'economia circolare. Insomma, un nuovo modello di produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso le Comunità energetiche».
Visione che è strettamente connessa al futuro di Corigliano-Rossano e alle aspirazioni di chi ne prenderà le redini. Da qui il commento sull’attuale situazione politica: «Io credo – afferma l’ex sindaco - che i partiti stiano attraversando una grande crisi identitaria, tant’ è che non faccio più parte di nessun partito o movimento politico pur restando fedele agli ideali e ai valori che negli anni hanno profuso i partiti di centro destra. Nella gente prevalgono sempre gli stessi sentimenti e malumori: "sono tutti uguali, sono un fallimento, basta andare a votare”. Insomma, un allontanamento sempre più forte dalla politica e dalle istituzioni. Con la legge modificata del ‘93 e la votazione diretta del sindaco il cittadino vota la persona, quella persona che in quel momento riesce a trasmettere qualcosa di positivo e riesce a convincere con idee e programmi, indipendentemente dagli schieramenti e dalle liste. Certo, Stasi oggi è avvantaggiato perché si ricandida e affronta la campagna elettorale da Sindaco, mentre il centrodestra dovrà affrontare il percorso del confronto, della mediazione, delle decisioni e della condivisione del candidato. I tempi sono maturi e credo che il centrodestra saprà determinarsi nei prossimi giorni sulla ripartizione delle candidature a Sindaco in ambito regionale per scegliere poi il giusto candidato per la terza città della Calabria, Corigliano-Rossano».