L'intitolazione del lungomare di Trebisacce a Mariano Bianchi è quasi un presagio
La cerimonia che si terrà domani si consuma in un momento critico per le sorti amministrative della città con un sindaco che, come Bianchi, è finito dritto sulla graticola degli "incroci trasversali" della politica
TREBISACCE - Quella di domani a Trebisacce sarà sicuramente una di quelle giornate emozionanti, di quelle che non si ripetono spesso e che sono destinate a lasciare il segno nella coscienza civica e territoriale. Sono così tutte o quasi le intitolazioni ufficiali e solenni di pezzi e luoghi importanti della società e della vita pubblica. E così sarà anche e soprattutto quella fortemente voluta, sentita e partecipata in memoria dell’architetto Mariano Bianchi, già sindaco della "capitale" dell’alto jonio cosentino, purtroppo prematuramente scomparso ma non da molti anni tanto da aver richiesto (come nulla osta all’ingresso nella toponomastica ufficiale), come è prassi e norma, la concessione motivata di una deroga da parte della Prefettura di Cosenza.
E le tante presenze istituzionali e non, annunciate da giorni per la cerimonia organizzata dall’Amministrazione Comunale insieme ai familiari del compianto professionista ed amministratore fanno intuire sin da ora, insieme alla percezione del diffuso sentimento di base per l’ex sindaco, che sul lungomare dell’Antico Borgo Marinaro ci sarà la cittadinanza delle occasioni speciali.
Perché, pare sia unanime il commento pubblico, Mariano Bianchi era una persona ed un professionista amato dalla sua gente ma era soprattutto un amministratore speciale, originale, diverso dal cliché al quale siamo abituati.
Ed è qui che inevitabilmente l’evento di domani, con tutto il suo carico simbolico e di riflessioni private e pubbliche, stimola e induce a fare delle digressioni per nulla scontate. Come questa: nessuno, oggi, oserebbe contestare, perché è incontestabile, l’analisi e la fotografia positiva lasciata in eredità collettiva da un sindaco bravo, amato e visionario come Bianchi.
Eppure, attenzione, nessuno ricorda a 24 ore dall’intitolazione di domani di quel lungomare così emblematico per l’alto jonio, che proprio a quell’ottimo sindaco venne di fatto sottratta anzi tempo la possibilità di completare la sua azione politico-amministrativa. Nessuno cioè fa emergere, forse per pudore o per distrazione, che la constatazione oggi unanime sulle qualità di quel Primo Cittadino non servì tuttavia ad evitare che la solita politica delle nostre latitudini interrompesse un percorso amministrativo, una stagione di governo e quindi anche il sogno personale, umano e civico dello stesso Mariano Bianchi al quale la Città dedicherà a memoria perenne la sua arteria più iconica.
Tradotto: non è bastato alle ragioni ed alle logiche della politica nostrana che Bianchi fosse, così come oggi tutti confermano, un ottimo sindaco ed una personalità eccellente, sia come uomo e professionista ma anche nell’esercizio della sua funzione democratica nell’interesse generale. Non è bastato sapere che la Città fosse in buone mani, seppur nella breve parentesi democratica concessa dai mandati elettorali. No. Serviva, così come tante volte è andato in scena ed andrà in scena nella dimensione politica che risponde a regole tutte sue, uno schiaffo in faccia al rappresentante istituzionale pro-tempore ed un richiamo prepotente e diciamocelo auto-referenziale, quindi, alla supremazia non scritta di stratificate dinamiche sociali, culturali e di parte, per carità legittime ma spesso parallele alle ragioni del merito, alla qualità della pubblica amministrazione e non di rado agli stessi interessi generali.
Forse sarebbe stato meglio non far cadere anticipatamente il Sindaco Mariano Bianchi? Oppure forse l’intitolazione di domani redimerà questa pagina di cronaca locale? Oppure, ancora, a Bianchi verrà intestata una strada pubblica proprio perché a persone e protagonisti della vita pubblica così di rottura politica e fuori dagli schemi, nelle nostre realtà, è l’unica cosa che può essere concessa, ma solo post mortem? Sono tutti interrogativi. Che, però, inducono a riflettere, tutti. Su quanto accaduto e su quanto potrebbe accadere.
Atteso che, per una curiosa ma non imprevedibile legge storica dei corsi e ricorsi, la stessa sorte potrebbe toccare prossimamente al Sindaco pro tempore (Alex Aurelio) che oggettivamente in tempi record, facendosi interprete delle diverse istanze ed iniziative avviatesi nella stessa direzione, è riuscito ad arrivare ad un risultato accolto così bene dalla popolazione, seppur non solo non scontato ma neppure graditissimo a tutti gli ex amministratori.
Questo perché con molta probabilità l’humus socio-politico di riferimento attuale è lo stesso degli ultimi decenni. Così come è identico, in fondo, il sistema solidissimo di relazioni, interessi, appetiti e dinamiche che si è ben consolidato nel tessuto anche economico di Trebisacce, una realtà oggi più di ieri al centro di importanti investimenti, cantieri e di vicende di ogni segno anche giudiziarie; un sistema coeso e granitico - che in vero è la cartina di tornasole dell'intero panorama sociale e politico della Calabria - fatto di simpatie ed antipatie del tutto trasversali alle etichette ideologiche o addirittura di partito o coalizione e che mal digerisce e digerirà elementi e prospettive di fatto estranei ed estranee alle regole del gioco. Del gioco politico. Di quello stesso gioco politico che qualche anno fa cancellò la bella stagione progettuale del Sindaco Mariano Bianchi al quale domani, forse anche con qualche nascosto mugugno di qualcuno, sarà consacrata la vista più impegnativa di una comunità, quella sul suo orizzonte. Che appartiene ed apparterrà sempre a tutti, soprattutto ai sognatori.