Una coalizione «chiusa in se stessa» e «isolata»: gli strali di Papasso sul Partito democratico
Un'analisi fredda, lucida, vera quella del sindaco di Cassano Jonio, candidato al collegio uninominale della Camera per il centro sinistra: «L'unica via di rinascita per il Pd è la nascita di un partito Socialdemocratico»
CASSANO JONIO - Il socialismo salverà il mondo. Parafrasando Lenin, prima, e Fidel Castro, poi, oggi un mai domo e combattivo Gianni Papasso torna a fare un'analisi lucida, fredda, vera delle ultime elezioni Politiche che hanno sancito, da un lato, la vittoria schiacciante della Destra (poco sociale e molto europeista e globalista) e la sconfitta altrettanto lapalissiana e senza appello delle Sinistre. Che non solo non ha saputo mettere in campo proposte cooncrete ma, a conti fatti, non è stata in grado nemmeno di far breccia tra i suoi. Insomma, un'area politica che, come se fosse a bordo di una mongolfiera, si è allontanata così tanto dal suo popolo tanto che il suo popolo non la risconosce più. Per capire bene questo stato di cose basti vedere come è stata (mal)trattata Laura Boldrini a Milano alla manifestazione per il diritto all'aborto. In quella piazza non c'era sicuramente gente di destra!
Insomma una Caporetto per il centro sinistra e per il Pd che Gianni Papasso, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Corigliano-Rossano per l'area democratica, che non fa fatica a riconoscere, indicando una via d'uscita nuova: quella, appunto, del socialismo... che è l'unico modo per risollevare un partito (il Pd) alla deriva.
«Il dato elettorale - dice Gianni Papasso - ci pone di fronte ad una seria e approfondita riflessione: inutile girarci intorno, il Centrosinistra ed in maniera particolare il PD, esce sconfitto dalle urne. La coalizione si è chiusa in se stessa, si è isolata. Si è partiti dall'idea del cosiddetto "campo largo" e si è ritrovata in una stretta morsa che ha soffocato ogni speranza di affermazione o di vittoria. Pertanto, non ha saputo favorire un concreto dialogo con l'elettorato contribuendo ad incrementare - di fatto – astensionismo, disaffezione e scollamento. Occorre una lucida presa di coscienza e non sottovalutare i chiari segnali pervenuti dall'elettorato. Anche in Calabria, dove il dato è stato ancor più negativo, è necessaria una impietosa riflessione. Proprio da queste forti negatività bisognerà partire al fine di dare avvio ad una nuova stagione di riedificazione e rinvigorimento che a mio avviso, dovrà sfociare nella costruzione di una nuova forza legata al socialismo europeo: un moderno Partito Socialdemocratico».
Sicuramente in Calabria e nei territori del nord-est il messaggio socialista di questa campagna elettorale è stato fortissimo, proprio perché portato in piazza e sponsorizzato da un Papasso che ha condotto una campagna elettorale all'insegna della militanza, dalla forte carica ideologica. Dopo anni - a dire la verità - si è vista una campagna elettorale votata al metodo "tradizionale": comizi e palchetti, riunioni festose, colla e manifesti. E questo metodo, è stato il metodo Papasso che - probabilmente - se non ci fosse stato l'esito finale delle urne sarebbe stato per il centro sinistra ancor più disastroso. «Per quanto concerne la mia presenza nella competizione elettorale - aggiunge il sindaco di Cassano - sin dal momento dell'accettazione della candidatura ero consapevole che la conquista del seggio nel collegio uninominale Corigliano-Rossano-Crotone sarebbe risultata difficilissima e piena di ostacoli, quasi impossibile, ma nonostante ciò, la voglia di dare voce a questo territorio mi ha spinto ad accettare senza remore».
«La mia candidatura - aggiunge - che non nasce da un'imposizione dall'alto, ha rappresentato la legittimazione di un lavoro incessante e quotidiano che in questi anni, umilmente, ho portato avanti non senza difficoltà. Un riconoscimento che mi ha reso orgoglioso e fiero e di cui sarò sempre grato, al quale si aggiunge l'affetto e la stima che ho riscontrato in ogni parte del collegio. Ho sentito fortemente solidarietà, affetto e sincero supporto, e di questo ringrazio ogni singola elettrice e ogni singolo elettore. Ringrazio, altresì, con grande affetto i dirigenti del Centrosinistra, in maniera particolare i più giovani che nonostante le difficoltà hanno combattuto e condiviso con dignità un'impresa irta di tanti ostacoli. Il consenso che si è creato attorno alla mia persona è derivato dalla somma di singoli contatti e relazioni dirette, distanti anni luce da apparati di potere, indicazioni nazionali o ambienti "particolari". Ho potuto contare sul sostegno d'opinione incondizionato di circa 28.000 preferenze, tantissime! Con buona pace di qualche genio guastatore! Tutto ciò, pur non bastando ai fini dell'elezione in Parlamento, mi ha arricchito umanamente ed ha aumentato la voglia di fare, l'entusiasmo e il desiderio di battermi in difesa e a tutela della mia gente e della mia terra. Non arretrerò di un millimetro, questo è certo!»
Gianni Papasso, poi, ritorna su quella "rincorsa d'onore" di cui parlammo all'indomani delle elezioni «Penso - ribadisce - di aver condotto, insieme a tutti coloro che si sono resi disponibili, così come è stato scritto sui giornali, una "rincorsa d'onore". Sono fiero che mi venga riconosciuto impegno spassionato, il tanto cammino fatto, i programmi e le idee apportate, in una competizione dove è stato impossibile il confronto con gli altri candidati. Sono, poi, orgoglioso del fatto che mi viene dato atto di aver frenato un'emorragia di voti dal Centrosinistra che, senza la mia presenza, sarebbe stata ancora più devastante. Nella battaglia elettorale non mi hanno mai abbandonato i principi socialisti che da sempre guidano il mio agire politico e che rappresentano, a mio avviso, il faro per una nuova proposta politica seria a cui sin da subito occorrerà lavorare: un'idea di società retta dalla libertà, dalla solidarietà, dalla responsabilità, dalla giustizia e dal progresso. Continuerò ad essere con umiltà, amore e passione al servizio del nostro bellissimo territorio che merita riscatto e considerazione. Alle sfide che ci attendono non farò mancare tenacia, serietà, impegno e sarò sempre al servizio del territorio!»
C'è un dato emblematico e contrastante: Papasso da queste urne elettorali - pur essendo state fallimentari per il Pd e il centro sinistra - ne esce non solo a testa alta per il risultato personale ma anche con un nuovo riscatto che va diritto a colpire le fondamenta del Partito democratico. Già, le fondamenta su cui bisognerà costruire un nuovo partito... magari un nuovo partito socialista.