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Stazione di alaggio e varo: non è ancora arrivato il momento delle medaglie!

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CORIGLIANO-ROSSANO – Nell’edizione di ieri abbiamo focalizzato l’attenzione su una delle grandi opere pubbliche del territorio della Sibaritide archiviate come “compiute e mai utilizzate”: la stazione di alaggio e varo del Porto di Corigliano-Rossano. Una storia dalle tinte fosche e con un passato mai del tutto chiarito che poteva e doveva essere un’opportunità per la marineria che fa riferimento alla grande darsena jonica ma che in realtà, da venti anni, rimane l’emblema della grande depressione che attanaglia la Calabria del nord-est.

Per capire a che punto è “la pratica” per il rilancio della stazione di alaggio e varo, siamo andati ad attingere informazioni dalla fonte più autorevole che potesse dare riscontri concreti, certi e reali sulla questione: il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, l’ammiraglio Andrea Agostinelli. Che ha illustrato puntualmente lo stato dell’iter burocratico e autorizzativo che dovrebbe garantire la messa in esercizio dell’infrastruttura. Oggi riceviamo e pubblichiamo una “precisazione” della già senatrice Silvana Abate che nel tentativo di chiarire il suo punto di vista sulla decennale questione della struttura portuale ribadisce i meriti del suo lavoro.

Ecco quello che scrive l’ex parlamentare:

La già senatrice Silvana Abate

Ancora una volta è doveroso da parte mia fare delle precisazioni in merito al cantiere di alaggio e varo del Porto di Schiavonea per difendere e proteggere il lavoro da me fatto in questi anni. Tengo a specificare che sono ben quattro anni e mezzo – vale a dire sin dall'inizio del mio mandato (e lo dirò fino alla noia) – che mi sto occupando del Porto di Corigliano-Rossano: una struttura che ho trovato nell'abbandono e nel degrado più assoluto oltre che completamente ignorato da tutte le autorità competenti e dalle istituzioni.

È stato anche abbastanza complesso portare all'attenzione del Ministero competente, dell'Autorità portuale e della Capitaneria di porto la grave situazione di degrado in cui il Porto di Schiavonea versava. Basti pensare che, addirittura, ho trovato delle particelle catastali su cui insiste l'area portuale intestate ancora ai vecchi proprietari.

Tutto questo lavoro quotidiano è stato fatto in piena trasparenza e unitamente ai pescatori della storica marineria di Schiavonea che hanno condiviso con me tutte le fasi per arrivare a questo risultato, persino il difficile e arduo lavoro fatto per recuperare tutta la documentazione e istruire ben quattro fascicoli. Proprio loro possono testimoniare quanto sia stata perseverante questa attività, con quanta testardaggine è stata portata avanti, pari a quella che ho dovuto impiegare per portare il Frecciargento Sibari-Bolzano.

Prima di dare degli aggiornamenti sullo stato delle cose volevo aspettare che il Catasto di Cosenza terminasse la procedura dell'accatastamento del manufatto esistente costruito dalla Lega Navale e abbandonato da anni nella struttura portuale di Schiavonea, per dare la notizia che questa procedura volge al termine. La procedura di accatastamento è stata da me fortemente sollecitata al punto che mi sono dovuta recare personalmente al Catasto agli inizi di settembre per sbloccarla poiché l'iter si era nuovamente arenato (e anche di questo ne sono testimoni i pescatori perché hanno assistito personalmente a delle interlocuzioni telefoniche che ci sono state tra me e il Catasto e tra me e l'Autorità portuale). Colgo qui l'occasione per ringraziare i funzionari del Catasto stesso per avermi prontamente ricevuta e dato tutti i ragguagli necessari. Una volta terminata la procedura di accatastamento, infatti, si potrà procedere a indire il bando di gara. Questo rispettando quanto previsto dall'articolo 3 del decreto "Concorrenza". Quindi, al netto di chi vuole richiamare i nuovi eletti – che mai si sono visti al porto, mai si sono occupati seriamente della pesca e dei pescatori – ma che ora vengono chiamati in causa faziosamente perché qualcuno vorrebbe che si intestassero il mio lavoro, è fuorviante rispetto alla realtà e alla verità. Preciso ancora che grande sarà il mio impegno, unitamente ai pescatori interessati, nel seguire le successive fasi della procedura oramai giunta al termine affinché tutto avvenga in un tempo congruo e nel rispetto delle regole.

Posso, quindi, comunicare ufficialmente che, per quanto riguarda l'alaggio e il varo, tutto l'iter burocratico per l'accatastamento è (quasi) concluso e, ripeto, dopo mie varie sollecitazioni sia al Catasto che all'Autorità Portuale. Finalmente i pescatori potranno fare manutenzione alle loro barche nel grande e splendido porto di Corigliano-Rossano senza andare altrove sostenendo costi esorbitanti e facendo inenarrabili sacrifici.

Annuncio, anche se con qualche giorno di anticipo, che anche la promessa da me fatta ai pescatori sulla messa a disposizione del cantiere di alaggio e varo è stata mantenuta. Ed è alquanto inutile che qualcun altro cerchi di prendersi il lavoro fatto da me perché rischiano tra l'altro di fare una brutta sia con i pescatori, sia con l'Autorità portuale e sia con il Catasto stesso.

Fin qui le parole di Silvana Abate che, di fatto, ribadisce tutto quanto detto ieri da Agostinelli con un distinguo – sicuramente di carattere politico – che dà per assodato un risultato che, però, non è stato ancora conseguito. Proprio perché manca la cosa più importante ed essenziale: la firma sul nulla osta da parte del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile; che, in realtà, sbloccherebbe l’intero iter non solo per l’acquisizione ma anche per l’affidamento in concessione, attraverso procedura d’appalto, della stazione di alaggio e varo. Asserire oggi che i pescatori potranno fare manutenzione alle loro barche non è un dato vero tantomeno oggettivo. Ecco perché è necessario – essendo la firma del Ministero un’azione politica – che la nuova deputazione parlamentare eletta stia attenta e vigile. Non per “usurpazione” (di cosa, po?) ma per fare in modo che il lavoro fatto fino ad oggi non venga sprecato e questa faccenda si sblocchi in tempi rapidissimi. Insomma, non è ancora tempo per le medaglie al merito. Lo sarà quando la prima imbarcazione entrerà nel grande hangar di contrada Torricella. E solo allora, quando il territorio della Sibaritide e la città di Corigliano-Rossano avranno chiuso una pagina vergognosa che ha creato disservizi alla marineria di Schiavonea, si potrà dire di aver ripristinato la normalità. Non un servizio in più ma un diritto che finalmente verrà riconosciuto dopo anni di inedia politica. Certamente anche a Silvana Abate sarà riconosciuto il merito di aver fatto quello per cui era stata eletta: difendere gli interessi del proprio territorio.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.