Sibari-Co-Ro, la parola di Stasi: «Si è perso tempo? Sì, questo è vero, ma oggi si può sperare»
Il primo cittadino di Corigliano-Rossano rilancia le dichiarazioni dell'assessore Dolce e apre uno squarcio di speranza sulla possibilità di vedere realizzata una strada moderna e sicura
CORIGLIANO-ROSSANO – Due lati della medaglia, più prospettive, diversi approcci di leggere le cose, le vicende, i fatti di questa terra. Nei giorni scorsi dalle pagine dell’Eco dello Jonio avevamo palesato preoccupazioni rispetto alle dichiarazioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Mauro Dolce, relative ai nuovi progetti della Statale 106 nella tratta Sibari-Crotone-Catanzaro che saranno conclusi entro il prossimo mese di novembre. E questo non perché abbiamo smesso di credere nelle buone intenzioni delle Istituzioni, anzi. Semplicemente perché – partendo sempre da una volontà espressa dalle Istituzioni nel 2021 – il fatto di registrare, oggi, l’avvio di un nuovo iter progettuale ci dà l’impressione che si sia perso del tempo. Esattamente un anno e mezzo di tempo che magari sarebbe stato utile, invece di innescare grandi e inutilissime polemiche, a rendere concreta l’idea di una nuova strada.
Certo, attorno alla nuova Statale 106 a sud di Sibari in questi mesi, grazie anche al ruolo sociale che assume l’Eco, si è aperto un dibattito, forse tiepido ma comunque importante nella landa di apatia che avvolge da tempo il territorio della Calabria del nord est.
E in questo dibattito (e non solo in questo) si inserisce spesso e sovente anche il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. Che anche in questo caso – a seguito delle nostre pungolature – rilancia il messaggio di Dolce dandogli una interpretazione che a dire il vero lascia sperare per il futuro.
Gentile direttore,
ho letto con attenzione il suo editoriale sulla questione della nuova Ss. 106, un argomento che di certo la appassiona. Non credo che quanto dichiarato dall'Ass. Dolce debba rappresentare per forza un passo indietro, al contrario.
Innanzitutto, il completamento della progettazione fino a Catanzaro è una ottima notizia per tutti, noi compresi: l'utilità di una strada a 4 corsie, infatti, non è solo quella di mettere in sicurezza una infrastruttura ormai diventata obsoleta ed insicura per tante ragioni, principalmente dovrebbe essere quella di trasformarsi uno strumento di sviluppo.
Per svolgere questa funzione, di cui da anni si parla forse anche senza tantissima cognizione, la nuova infrastruttura deve interconnettere i territori dell'arco ionico e le loro potenzialità ancora inespresse, siano esse produttive, turistiche, culturali ecc; deve quindi svolgere un ruolo di moltiplicatore di economia o, se vogliamo, di demoltiplicatore dei costi complessivi delle attività, aumentandone la competitività.
Ecco perché la nuova 106 deve essere vista nel suo complesso, e non pensandola "solo" come vettore per arrivare prima al nord a curarci o in Puglia a prendere l'aereo, per quanto anche tutto questo sia utile. Serve lungimiranza.
Detto ciò, la priorità della Sibari-Corigliano-Rossano rispetto al resto della dorsale, non era stata sancita sulla base delle previsioni dell'oroscopo o della simpatia. L'ho detto più volte, ed il continuo rimarcare il sentirsi figli di un dio minore, a volte, è un fattore determinante per renderci tali: il nostro territorio non chiede la grazia, ma rivendica la priorità perché giustificata dai dati di traffico, che rendono necessaria ed improcrastinabile la realizzazione di una strada di Cat. B fino a C.da Toscano e ne certificano la sostenibilità dell'investimento.
Il governo pro-tempore di qualche mese fa, dunque, anche per l'intermediazione della delegazione parlamentare del territorio, non poté non riconoscere tale circostanza, e così mi aspetto che faccia – in termini di priorità - anche il nuovo Governo.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti tecnici, ho sempre dichiarato pubblicamente le mie perplessità non solo su alcuni segmenti di tracciato proposto, su cui è ormai inutile tornare, ma anche sugli effettivi livelli di progettazione super-avanzata che talvolta sono stati ostentati, da fonti per lo più ufficiose, e che però, molto semplicemente, non sono mai esistiti. Ciò su cui si stava lavorando erano degli studi di fattibilità più o meno spinti, e sulla base di quegli studi di fattibilità si è aperto il dibattito piuttosto noto sulla questione degli attraversi urbani per i quali ho espresso chiaramente, fin da subito, la mia opinione.
Si è perso tempo? Si, questo è vero, ma a mio avviso per ragioni esattamente opposte a quelle riportate nell'editoriale. Si è perso tempo perché non si è voluto comprendere, per oltre un anno, la serietà delle ragioni espresse dall'ente comunale fin dalle prime ore e cristallizzate con chiarezza nel parere fornito in conferenza dei servizi preliminare. Complici di tale errore, purtroppo, una parte delle rappresentanze territoriali negli enti sovra-comunali, la quale, pur senza avere spesso la minima contezza né la responsabilità rispetto alle criticità sottolineate, piuttosto di rafforzare o quanto meno mediare sulla posizione del Comune - come purtroppo sta capitando spesso per meri calcolicchi elettorali - si sono trasformati in avvocati e consulenti di ANAS, ovviamente non cavando un ragno dal buco. Ma questa è un'altra storia.
Ora la palla passa al nuovo Governo ed alle politiche di investimento che intenderà attuare per la coesione territoriale ed in particolare per il recupero del divario tra nord e sud, ovvero se intenderà finalmente finanziare totalmente un'opera fondamentale per consentire a questa parte di territorio sia di avere servizi primari moderni sia, soprattutto, di contribuire alla crescita generale del Paese, fattore ancor più importante in un momento critico come quello attuale.
Fermo restando la priorità del tratto che attraversa la Sibaritide che deve essere confermata per indiscutibili ragioni tecniche, è sulla base di questo tipo di scelte che misureremo la qualità del nuovo esecutivo nazionale e delle nostre rappresentanze territoriali.