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I rapporti («inspiegabili») tra la segreteria provinciale del Pd e Stasi: «Ma non c’era un diktat dall’alto?»

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CORIGLIANO-ROSSANO – In barba a tutte le regole del gioco e al bon ton da campagna elettorale, nel Partito Democratico la guerra di correnti intestina al partito è scoppiata nel bel mezzo della gara per le Politiche 2022. Questo acceso dibattito, anche dai toni accesi, non sarà indolore nelle urne. Ecco perché in molti (soprattutto i candidati) cercano quanto più possibile alla larga dalla diatriba in atto all’interno delle forze Dem cosentine.

Prima le tante defezioni, a partire dalla fuoriuscita dal partito dell’ex consigliere regionale Giuseppe Aietta sul Tirreno per finire alle dimissioni di Aldo Zagarese a Corigliano-Rossano da capogruppo consiliare della città più grande della provincia da parte di Aldo Zagarese, passando per i tanti addii che – soprattutto sullo Jonio – si sono registrate nelle segreterie cittadine di numerosi centri.

Poi la presa di posizione – e forse qui l’intempestività della scelta – del segretario provinciale del PD-Cosenza, Vittorio Pecoraro, che ieri mattina sulle pagine dell’Eco dello Jonio e sulle colonne de Il Quotidiano del Sud ha cercato di fare chiarezza nella selva delle polemiche. «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce» ha detto utilizzando una figura retorica che, di fatto, ha stuzzicato “gli alberi caduti”.

A mettere il dito nella piaga, oggi, è l’ex segretario del circolo Pd di Rossano Giuseppe Tagliaferro che torna a stuzzicare Pecoraro innescando una polemica che, probabilmente, avrà strascichi infinti.

Tagliaferro, che ancora non ha digerito le dinamiche congressuali del partito di Corigliano-Rossano tenutesi a giugno scorso, affonda il dito nella piaga: «La vicenda del PD di Corigliano Rossano (e quindi dei malumori del Pd di Co-Ro, ndr) – dice - si è incrociata con l’attuale Amministrazione Comunale, per il noto interessamento del sindaco Stasi al nostro appuntamento congressuale, con una sempre più chiara ingerenza, iniziata con il tesseramento in vista del congresso di un ben definito e coordinato gruppo di persone vicine al primo cittadino».

Tagliaferro ricorda a Pecoraro – in un inciso – come il gruppo Stasiano abbia preso parte al congresso cittadino disertando, però, in blocco quello regionale («l’unidirezionale interesse era quello di sostenere la ricandidatura a sindaco di Stasi, come si è poi definitivamente manifestato in occasione del ballottaggio per l’elezione del segretario cittadino»).

La storia di un partito, ma soprattutto di una dirigenza locale, sotto ricatto dei pasionari del primo cittadino ionico (lo stesso che «determinò la sconfitta del Pd e del centrosinistra alle ultime elezioni provinciali») ritorna nella narrazione di Tagliaferro. È una costante.

«Un estemporaneo ingresso nel partito – prosegue Tagliaferro rimuginando la vicenda Stasi - eterodiretto dall’esterno, che occorreva respingere sdegnosamente, a tutela della libertà e autodeterminazione del nostro partito. Un tentativo – aggiunge poi - che, purtroppo, ha trovato in altri una diversa sistemazione, i cui termini e contenuti non è dato conoscere, ma rimane singolare ed imbarazzante che ciò sia avvenuto proprio con chi – anche nella discussione congressuale – aveva aspramente contestato l’azione amministrativa del sindaco, stigmatizzandone anche la sua incauta azione in occasione dell’elezione del Presidente della Provincia di Cosenza».

Da qui la richiesta di chiarimenti al segretario provinciale. Perché «non sono comprensibili le tue recenti dichiarazioni di apertura e di dialogo, al pari dell’avallo già dato all’intesa locale con il sindaco Stasi, dopo la forte presa di posizione dell’on.Boccia e del gruppo dirigente cosentino del PD che dichiaravano chiuso ogni rapporto con lo stesso, reo di aver favorito l’elezione a Presidente della Provincia del candidato di centro destra».

Cosa ci sta dietro a questa “inversione a U” «che ha creato disorientamento nel gruppo dirigente locale, nell’elettorato di riferimento, nella città di Corigliano-Rossano, rendendo complicata per il partito  la campagna elettorale, come se non bastasse la più complessiva situazione generale»?

«Comprendiamo il malessere di Aldo Zagarese – sottolinea Tagliaferro - condividiamo le ragioni espresse che hanno determinato la sofferta decisione, esprimiamo al medesimo vicinanza e solidarietà, ma al quale rivolgiamo l’invito a non abbandonare il PD, perché tutti insieme dobbiamo portare avanti la battaglia per la costruzione di un partito libero da ingerenze esterne, che si dia un progetto politico-amministrativo più ampio e che sappia tutelare gli interessi del territorio».

«Caro segretario, in occasione, della tua partecipazione alla Festa de l’Unità a Rossano, per giorno 11 settembre, senza derubricare la situazione a mere divisioni interne  - come hai dichiarato nella tua recente intervista - spiega ai tanti disorientati il perché dell’operato capovolgimento di linea nei confronti di Stasi, da male assoluto a interlocutore gradito».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.