Partito Democratico al varo: a Co-Ro prove tecniche di confusione
Ieri prima uscita ufficiale del neo segretario cittadino Madeo. Poche ore più tardi, però, un nuovo invito per un’altra conferenza stampa (sempre griffata Pd) convocata da Tagliaferro. «Esiste un disciplinare. Chi non lo rispetta è fuori»
CORIGLIANO-ROSSANO -Tuoni, fulmini e saette ed una burrasca estiva (di buon auspicio per qualcuno) hanno accompagnato, ieri pomeriggio, la prima uscita ufficiale del neo segretario del Partito Democratico di Corigliano-Rossano, Francesco Madeo. La location, quella della nuova sede cittadina allocata sotto gli archi dell’acquedotto di via Roma a Corigliano centro storico e con una (si spera) benedicente gigantografia di San Francesco da Paola a sovrastare l’ingresso della sezione. E di benedizioni celesti ce n’è tanto bisogno, perché Madeo, oggi, probabilmente si trova a rivestire un incarico che in pochi vorrebbero, tra equilibri instabili da gestire e rapporti precari che bisogna ricucire.
«Andremo avanti con in mano il regolamento ed il codice etico del partito. Chi non li rispetta è fuori». È stata questa la frase ripetuta più e più volte dal neo segretario nel corso di una conferenza stampa dai toni molto compassati. Non una parola in più né in meno rispetto a quel canovaccio di appunti preparato e piazzato sulla scrivania, tutto incanalato in quel politically correct nostrano entro al quale sembra doversi muovere il nuovo direttivo dem della terza città della Calabria.
Ad accompagnare Madeo, c’era un buon numero di tesserati democrat. Taciturno e sornione seduto in un angolo, quasi inosservato, c’era pure Franco Pacenza, figura storica ed emblematica del partito che al suo interno continua ad avere un peso specifico; c’era Pino Le Fosse, protorivoluzionario della rivolta democrat contro il sindaco Stasi; c’erano pure gli stasiani, guidati da Mariolina Cacciola, che pur avendo una “quota” minoritaria all’interno del Partito Democratico coriglianorossanese sono stati cinicamente decisivi nell’elezione del nuovo segretario cittadino.
Cosa e chi non c’era. Certamente tra quelle antiche mura di via Roma, intrise di memorie della vita della città (la sede è nel pieno centro ausonico), non c’era (o comunque non si percepiva) molta armonia o quantomeno quell’entusiasmo che solitamente è del primo giorno di scuola; in realtà sembrava di assistere al primo giorno dell’anno della maturità quando i rapporti sono già consolidati e le “faide tra compagni” già consumate. Del resto, in quelle quattro pareti in pietra con un pavimento di cristallo all’intero del quale deve muoversi un elefante, ieri sera, si sono ritrovate persone che fino a poco più di un mese fa erano su fronti politici opposti (le polemiche tra stasiani e pezzi del Pd fuoriusciti dal sogno progressista del sindaco di Co-Ro sono note e recenti!). Oggi sono lì, tutti insieme.
Ancora, non c’erano i tre consiglieri comunali tesserati con il Pd, Aldo Zagarese, Gino Promenzio e Rosellina Madeo, che siedono tra i banchi dell’opposizione («sono stati invitati – ha detto il segretario Madeo – ma per impegni importanti e improrogabili non potevano essere qui stasera»). Infine, non c’era nemmeno il candidato segretario sconfitto al ballottaggio, Giuseppe Tagliaferro e quanti hanno sostenuto fino alla fine la sua mozione. Che però non sono rimasti per nulla disinteressati all’iniziativa di ieri. Tutt’altro. Tant’è che pochi minuti dopo il “rompete le righe” della conferenza stampa del segretario, con puntualità democratica, i Whatsapp della stampa locale hanno iniziato a squillare per notificare un invito ad una nuova conferenza stampa, con tanto di logo dem, convocata per il prossimo lunedì proprio da Tagliaferro.
Ecco se qualcuno avesse voluto la prova della confusione imperante che vige all’interno del piddì di Corigliano-Rossano, l’ha avuta subito.
«È del PD chi ha la tessera del PD» ha ribadito quasi come una cantilena il segretario Madeo a quanti lo hanno incalzato per sapere se ci sarà un gioco di ruoli tra il partito e l’amministrazione comunale e se magari Stasi e altri suoi consiglieri comunali un giorno ne faranno parte. In realtà, però, questo gioco di posizionamenti rischia di far perdere vista l’essenza stessa del partito, che per la prima volta si è costituito in forma unitaria a Corigliano-Rossano. E lo ha fatto – crediamo – non tanto per capire se, come e quando appoggerà l’esecutivo civico (perché ad ogni modo lo farà; lo sta già facendo avendo al suo interno conclamati esponenti di matrice democrat) ma per dimostrare finalmente quanto vale un grande partito nelle grandi vertenze del territorio.
Poco importa se Madeo andrà a braccetto con Stasi. Piuttosto bisognerà capire se quel partito che oggi è il maggior azionista del Governo Draghi riuscirà a concretizzare e capitalizzare le numerose vertenze aperte di Corigliano-Rossano e della Calabria del nord-est: a partire dalla questione sicurezza e quindi a quella della giustizia, per finire alla mobilità (ferrovia, porto e statale 106 su tutte) e al lavoro.
Per fare questo c’è innanzitutto bisogno che il Partito Democratico di Co-Ro si appropri di autorevolezza e consapevolezza. Autorevolezza derivante dal fatto che questa città, piaccia o non piaccia, è la prima per dimensioni, popolazioni ed elettori dell’intera provincia di Cosenza nonché sede di un Collegio Camerale e di uno dei due collegi senatoriali dell’intera Calabria. E quindi anche della consapevolezza di poter e dover avere un peso specifico nelle dinamiche politiche del partito. Ma questi, purtroppo, sembrano essere – almeno per il momento – temi non predominanti all’interno della grande famiglia allargata dei democratici di Corigliano-Rossano. Sono addirittura «cazzate» - per parafrasare l’espressione di qualche componente del direttivo del partito - che testimoniano, in realtà, il vulnus della Politica nei quadri gerarchici di un partito che in città avrebbe tutte le carte in regola per dettare la linea. Ma non con queste premesse!
Ecco perché il ruolo di Madeo, oggi, è il meno invidiabile in assoluto.