La nuova strategia di Ferrovie italiane prevede 110 miliardi di investimenti: «Quanti di questi sulla tratta ionica?»
I dubbi, le domande e le perplessità della sentatrice di Alternativa, Silvana Abate, in commissione Lavori pubblici: «L'elettrificazione della Sibari-Crotone doveva essere pronta nel 2023 ma è tutto in alto mare»

ROMA - In Commissione "Lavori pubblici e comunicazione" Senato si è conclusa l'audizione sul Piano Industriale 2022-2031. In aula erano presenti gli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato (Luigi Ferraris), di Rete ferroviaria italiana (Vera Fiorani) e di Trenitalia (Luigi Corradi).
«Nel corso della loro audizione - informa la senatrice di Alternativa, Silvana Abate - tra le priorità strategiche, hanno ribadito l'intenzione di garantire la realizzazione degli investimenti previsti anche nel Pnrr, specializzare i ruoli delle diverse infrastrutture, valorizzare le sinergie industriali garantendo la piena integrazione delle infrastrutture». La nuova strategia prevede un investimento per le infrastrutture di 110 miliardi di euro da parte di Rfi e 50 miliardi di euro da parte di Anas.
Quindi «grandi investimenti e grandi nuovi sistemi nel settore trasporti a livello nazionale». «Nel mio intervento, però, - precisa la senatrice - ho sollevato l'eccezione di come in Italia esistono anche i piccoli sistemi "disastrati e disastrosi" che lasciano nell'isolamento infrastrutturale, geografico, sociale e culturale grandi fette di territori».
«Naturalmente il mio primo riferimento, e testimonianza, è stata la oramai famosa vicenda della linea ferroviaria jonica e del relativo problema dell'elettrificazione da Sibari a Crotone fino a Melito Porto-Salvo».
L'elettrificazione doveva essere, originariamente, completata nel 2023, ma è ancora in alto mare e «non è dato sapere esattamente per quali motivi o ragioni».
«Altra questione che ho sollevato, e sottolineato, è quella dell'alta velocità della Salerno-Reggio Calabria, progetto inserito nel Pnrr ma purtroppo i fondi stanziati sono assolutamente insufficienti. Purtroppo, essendo il tempo a disposizione terminato gli auditi si sono impegnati a fornire delle risposte scritte ai quesiti».