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Tagliaferro, Madeo e quell’accordo tacito per mettere lo “stasismo” fuori dal partito

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CORIGLIANO-ROSSANO – Solitamente gli errori in politica si pagano a caro prezzo. Se quegli errori, poi, sono a danno di un apparato partitico come il Pd, la scure della pena, può diventare irreversibile. Ne sanno qualcosa volti noti (e meno noti) del panorama parlamentare italiano. Ne sa qualcosa anche l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio e – a breve – potrebbe finire nel libro degli epurati anche quella frangia stasiana che legittimamente aveva partecipato alle fasi congressuali per l’elezione della segreteria cittadin. La stessa che, pur arrivando terza e ultima, aveva sperato di poter fare da "ago della bilancia" nel turno di ballottaggio e, quindi, di ritornare in pista. .

Probabilmente, anzi, sicuramente non sarà così.

Le parole del dirigente nazionale dem Francesco Boccia all’indomani delle presidenziali della Provincia di Cosenza sono diventate un manifesto da affiggere in sezione: «Il principale elettore della nuova presidente della Provincia di destra è stato Stasi e questo segna una rottura insanabile con il centrosinistra cosentino». Amen. Non c’è più margine di risanamento. Almeno fino a quando la regia democrat sarà in mano all’attuale dirigenza nazionale, regionale, territoriale e quindi… anche locale.

L’input arrivato da Cosenza e anche da Roma, quindi, ai due contendenti segretari del circolo di Corigliano-Rossano, Giuseppe Tagliaferro e Franco Madeo, sembra essere chiaro e inequivocabile: “non abbiamo bisogno della stampella di nessuno, tantomeno di aghi da bilancia: fate un accordo e chiudete la partita”. In questo modo tra i due “litiganti” a godere sarebbero sempre gli stessi litiganti e il terzo rimarrebbe inesorabilmente con il cerino in mano.

Quindi è pacifico, a questo punto, che Tagliaferro e Madeo possano presto trovare un accordo sui quadri del partito. Del resto, seppur su mozioni diverse, entrambe fanno parte di una grande famiglia di intenti. Cosa che non si può dire, invece, del sindaco Flavio Stasi che con la sua candidatura “ostinata e contraria” alla Provincia aveva in mente di fare una rivoluzione interna ai Democrat per costruire – partendo dalla federazione provinciale di Cosenza e chissà poi, magari, amplificando il suo modello ai gradini più alti della piramide – un nuovo partito.

Lo scrivemmo in tempi non sospetti che le provinciali per Stasi sarebbero state le Termopili (ne abbiamo parlato qui). E così fu e oggi, come Serse, il piddì non sta facendo altro che rastrellare quello che c’è ancora da rastrellare per cancellare definitivamente il passaggio (veloce) dello di Stasi e dello “stasismo” nel partito.  

«Flavio Stasi ha fatto un gravissimo errore, imperdonabile… è successo quello che ogni tanto succede in giro per l’Italia quando i personalismi prevalgono sul bene comune». “Stasismo” delendum (almeno dal Pd).

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.