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Calabria del nord-est, qui i cittadini sono quelli più vicini alla soglia di povertà. Ecco i dati del MEF

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CORIGLIANO-ROSSANO – Se i dati Istat avevano dato un quadro allarmante delle condizioni della qualità della vita rapportata alla dignità del reddito nel territorio della Calabria del nord-est; i dati diramati dal Ministero delle Finanze e raccolti nell’ultimo Rapporto Svimez sul Reddito Irpef pro-capite, non solo confermano la drammaticità delle condizioni di vita delle famiglie di questo territorio ma sugellano un dato: questo è uno dei territori più poveri (se non il più povero) d’Italia. Sono i numeri finanziari a dirlo, senza possibilità di smentita.

Mentre nella Sibaritide-Pollino si produce più di un terzo dell’economia calabrese e nella sola Piana di Sibari c’è il 42% dei posti letto della ricettività turistica di tutta la Calabria, nel chiuso delle case si fa praticamente la fame. Partiamo dalle cifre. La Calabria è la Regione più povera d’Italia con un Imponibile Irpef pro capite (Dichiarazioni 2023 anno d'imposta 2022) di 17.160 Euro. Nel “pianto” Calabria, a piangere di più tra le zone produttive – si intende – è proprio la Calabria del nord-est con un reddito annuo medio di 13.318 Euro (divario abissale!).

Partiamo dal capire cos'è il Reddito Irpef. È l'acronimo di imposta sul reddito delle persone fisiche, e significa che tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa, sono tenuti a pagare questa imposta. La cosa importante, che rende soggetti al suo pagamento, è essere residenti o aver conseguito il reddito in Italia. La base imponibile dell’Irpef, invece, riguarda la totalità dei redditi che si sono conseguiti nel corso dell’anno. Insomma, questo dato, determina la ricchezza (o la povertà) di un singolo contribuente. Il reddito medio viene fuori suddividendo il reddito capitale per ogni contribuente.

 

La situazione nella Calabria del nord-est: 58 comuni (quasi) tutti sulla soglia di povertà

Dicevamo dei numeri. Sui 58 comuni che compongono la costellazione della Calabria del nord-est (il territorio di riferimento è il perimetro giudiziario afferente alla Procura di Castrovillari) solo due rimangono nel range medio regionale: Trebisacce (il comune con il reddito pro-capite più alto del territorio pari a 17.206,5 Euro) e Castrovillari (17.042,3 Euro), i restanti comuni stanno di gran lunga sotto la media regionale, con un divario che arriva fino a 6 mila euro. Insomma, a queste latitudini ci vivono i poveri d’Europa. E se questo, prima, era solo un sentore, ora è un dato certificato.

E in questo sfacelo, Corigliano-Rossano dove si piazza? Dei 58 comuni la terza città della Calabria è soltanto al quindicesimo posto con un reddito imponibile Irpef di 14.085 Euro. Di fatto, uno stipendio medio a Co-Ro è di poco meno di 1.200 euro al mese mentre la media Calabrese è di circa 1.400 euro.

Suddividendo, poi, la Calabria del nord-est in area Pollino-Alto Jonio, con capoluogo Castrovillari, e Sibaritide-Sila Greca, con capoluogo Corigliano-Rossano, viene fuori un altro dato: l’area pollinare (34 comuni) ha un reddito pro-capite di 13.722 Euro annuo mentre l’area jonica si ferma a soli 12.720,7 Euro. Con l’area prettamente castrovillarese (18 comuni) che rimane la più ricca con un reddito di 14.030 Euro al contrario dell’area della Sila Greca (12 comuni esclusi Corigliano-Rossano e Crosia) che si ferma a 12.400 Euro. Questa, si può dire, è l’area geografica della Calabria e probabilmente anche del resto del paese, dove ogni singolo cittadino vive più vicino alla soglia di povertà.

 

I raffronti con il resto della Calabria e d’Italia

Mal comune, messo gaudio? Assolutamente no. Perché il limite di povertà, la soglia dell’inferno di fatto la si vede nitida solo nel nord-est e la si intravede solo lungo l’asse longitudinale del versante orientale calabrese. A tenere alta la bandiera del benessere in Calabria, ovviamente, sono le città capoluogo. Ma non solo. La Sila e la Pre-Sila, ad esempio, sono aree in cui si vive bene rispetto alla Sibaritide, con un reddito pro-capite che si aggira attorno ai 17 mila euro annui. Fanno eccezione – in meglio – Cosenza (21.000 Euro) e la sua area urbana. Rende, ad esempio, è la città più ricca della Calabria con un reddito pro-capite annuo di 21.350 Euro, a seguire Castrolibero (20.911 Euro), Mendicino (19.075 Euro), e poi Marano Principato, Marano Marchesato, Rovito, Lappano, Dipignano, Cerisano, Carolei che, seppur piccolissimi comuni, stanno meglio dei comuni della costa. In provincia, inoltre, c’è Paola con un Reddito imponibile di 18.828 Euro che fa da traino anche per gli altri paesi costieri (Fuscaldo 14.761; San Lucido 15.683; Acquappesa, Cetraro, Bonifati, Sangineto, Belvedere Marittimo che gravitano su una media di 14 mila Euro).

Oltre a Cosenza, in Calabria si trovano redditi alti a Catanzaro (20.981 Euro) che in proporzione ha la provincia con la media reddito più alta, poi Reggio Calabria (20.128 Euro), poco dietro Vibo Valentia (20.125 Euro) e in ultimo Crotone (18.174 Euro). Ovviamente. Nulla a che vedere con le grandi città del centro-sud, del centro-nord e del nord Italia. Lì il Reddito pro-capite rimane stereotipato oltre i 25mila euro. Fino ad arrivare a Portofino il cui reddito a persona è addirittura di 90.609,6. Ma quella è un’altra storia, un’altra dimensione, un’altra cultura… ahinoi, un’altra consapevolezza!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.