Trebisacce 22: non c'è pace tra i democrat, continua il fuoco amico. Lettera aperta di Remo Spatola
Remo Spatola, già vicesindaco di Trebisacce dal 1998 al 2002 parla di «scempio politico-culturale» e attacca il «suo» Partito Democratico.
TREBISACCE - Si propaga e aumenta di intensità, giorno dopo giorno, il fuoco del dialogo politico in quel di Trebisacce, in vista della prossime elezioni amministrative del 12 giugno e soprattutto della presentazione delle liste del 14 maggio.
Bersaglio, dopo il J'accuse di Maristella La Manna (leggi qui), incaricato locale per le trattative del M5S, è di nuovo il Partito Democratico.
Anche questa volta i colpi arrivano dallo stesso lato della barricata politica, ma da ancora più vicino.
A scrivere una lettera aperta alla comunità di Trebisacce è Remo Spatola, architetto, tesserato PD, iscritto al circolo di Trebisacce e membro del direttivo, già vicesindaco del comune ionico dal 1998 al 2002 nell'amministrazione guidata da Antonio Mundo e già componente della direzione provinciale del Partito Democratico.
Spatola, negli anni, non ha lesinato personali e pungenti analisi. Anche questa volta, come nel suo stile, non le manda a dire: «E’ davvero molto triste assistere impotente allo scempio politico-culturale che si sta consumando ai danni della nostra Trebisacce. In questi giorni di isterica frenesia politica, e al proliferare di candidati Sindaco, si sente forte il suono dell’autoreferenzialità e di presunte competenze, acquisite all’improvviso, di cui tutti sarebbero portatori e depositari. Tutti con il solo compito di ripristinare a Trebisacce democrazia e legalità. Tutti contro tutti, ciascuno rinchiuso nel proprio piccolo recinto di presunzione, millantando schiere di sostenitori e militanti che nessuno ha il coraggio di mostrare all’opinione pubblica. Nubi scure e minacciose si addensano sul cielo di Trebisacce. Politici improvvisati e incompetenti si apprestano a contendersi quello che rimane della nostra Cittadina. Uomini senza storia politica e senza alcuna investitura popolare, rivendicano ruoli che nessuna prova elettorale ha loro riconosciuto. Lo spazio politico che i Partiti, colpevolmente, hanno lasciato rischia di essere occupato irrimediabilmente da improvvisatori di ogni sorta animati solo dalla voglia di ricoprire ruoli e posizioni politico amministrative. Mentori anonimi si affannano in incontri per scoraggiare taluni e promuovere altri per facilitare e favorire possibili alleanze che condurranno tutti alla vittoria elettorale. Chiacchiericcio provinciale e senza visione politica, che rischia di compromettere in modo severo il normale dibattito politico- culturale intorno ai grandi temi che riguardano il futuro di Trebisacce, e le future generazioni. Calderoni indistinti, di improvvisate coalizioni politiche, racchiudono in se populisti, qualunquisti, apolitici, rivoluzionari, uomini di sinistra e uomini di destra, tutti forti delle loro visioni strategiche, propugnatori del principio che la differenza è un valore assoluto, mentre per tutti gli uomini di buon senso tutto questo è assoluta confusione e litigio garantito e mancanza di visione politica. Questo tempo che ci separa dalla data delle elezioni, temo che non sarà il tempo della riflessione e del ravvedimento, ma piuttosto il tempo delle reciproche delegittimazioni. Tutta questa confusa e anomala situazione produrrà il disfacimento dei principi che ispirano l’impegno e l’appartenenza politica in favore di un pressapochismo culturale che è il solo responsabile dello scadimento del dibattito politico».
Dopo aver dipinto la propria visione del quadro sociopolitico trebisaccese, Spatola, lancia un chiaro attacco al proprio partito:
«In tutta questa confusa ed incerta situazione non brilla certamente il ruolo del Partito Democratico che, dopo anni di silenzio assordante, non solo non riesce a fare chiarezza sul suo ruolo, nonostante dichiarazioni pubbliche di fittizie alleanze di centro-sinistra, ma trova il tempo di fare riunioni segrete per indicare sindaci, che nulla hanno a che fare con la storia del centro-sinistra. Ripristinare il normale dibattito politico è il compito difficile cui tutti saremo chiamati dopo la fine del qualunquismo e del pressapochismo. Trebisacce non può affidare il suo futuro a chi è senza passato politico e senza una visione programmatica e politica».
Di fronte a tutto ciò, all'aumento progressivo delle candidature, ai rovesci di fronte, al fuoco amico all'interno dei partiti, restano attoniti e spaesati i cittadini di Trebisacce, che, proprio come nel ritornello di un famoso cartone animato degli anni '80 dedicato ai giochi di potere della corte di Francia si chiedono: "Colpi di qua, colpi di là, cosa accadrà, cosa accadrà?"