I sindaci del Basso Jonio rompono il silenzio: Basta indifferenza da parte della Provincia
A ridosso delle imminenti elezioni provinciali, i sindaci reclamano più attenzione per le realtà territoriali, i comuni non sono un feudo (obbediente) dell'amministrazione centrale
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CORIGLIANO-ROSSANO – I sindaci del Basso Jonio, rompono il silenzio, per troppo tempo sono state voci inascoltate da parte delle istituzioni provinciali, soprattutto in vista delle elezioni imminenti.
Lo fanno con una lettera aperta, in cui i primi cittadini di Bocchigliero, Alfonso Benevento, di Calopezzati, Antonello Giudiceandrea, di Caloveto, Umberto Mazza, di Campana, Agostino Chiarello, di Cariati, Filomena Greco, di Cropalati, Luigi Lettieri, di Mandatoriccio, Dario Cornicello, di Paludi, Stefano Graziano, di Pietrapaola, Pietro Nigro, di Scala Coeli Giovanni Matalone e di Terravecchia Mauro Santoro affermano: «Come sindaci ci troviamo quotidianamente in trincea per far fronte alle complesse problematiche dei nostri territori e per tenere in piedi la credibilità delle istituzioni in un’epoca di grave distacco tra le comunità e le amministrazioni pubbliche del Paese. Lo facciamo in un territorio complesso e rarefatto, quello della Calabria e della provincia di Cosenza, sentendo forte il bisogno di enti di coordinamento e pianificazione di cui da tempo ci sentiamo orfani. Per questa ragione intendiamo condividere con tutti gli altri amministratori la nostra profonda preoccupazione per la totale assenza di discussione, confronto e programmi rispetto alle prossime elezioni per la Presidenza della Provincia di Cosenza. Si apra una nuova stagione di rinnovamento e di protagonismo per i territori».
Rincarano la dose senza giri di parole fumose: «Non è certamente un segreto il fatto che molti di noi – si legge nella lettera - non abbiano gradito come siano stati gestiti gli ultimi appuntamenti riguardanti le elezioni relative all’ente provinciale. In primis per aver scelto di non tenere le elezioni del Consiglio Provinciale insieme a quelle del Presidente, rendendo le prime quasi slegate da ogni ragionamento programmatico. Riteniamo sia stato un errore di merito che non deve essere ripetuto. La discussione sulla scelta dei candidati alla Presidenza della Provincia non può seguire le stesse orme, facendo rientrare questo importante ruolo istituzionale in un elenco di postazioni soggetto di spartizioni di schieramento o addirittura correntizie».
Se non si fa rete tra enti provinciali e comuni, il nostro territorio rischia di sprofondare in un declino senza fine e concludono chiedendo: «Che si apra una discussione pubblica e politica sul tema delle candidature alla Presidenza, una dibattito nel quale trovi ampio spazio il tema del rinnovamento della classe politica per rilanciare i territori e le istituzioni, interpretando il campo largo a cui si fa spesso riferimento sul piano nazionale ma che viene puntualmente sorpassato sul piano locale da ritualità soporifere e logiche autoconservative. Un rito che non riteniamo più sostenibile e su questa posizione chiediamo anche l’adesione dei tantissimi altri colleghi che, siamo certi, condividono le medesime preoccupazioni».