Vaccarizzo, Corrado: «Le diffidenze sulla fusione non logiche, ma strumentali»
Il consigliere comunale torna sulla questione della fusione tra i comuni dell’Arberia: «L’unico modo semplice e certo per la crescita del territorio»
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VACCARIZZO ALBANESE - «Rispetto sindaci e consiglieri comunali dei comuni dell’Arberia, che considero persone serie, non comprendo però, magari per limiti miei, i motivi per cui alcuni di loro abbiano dubbi sull’idea di fusione dei loro comuni, che oltre a stare nei fatti (vedi la comune identità storico-culturale), è anche fortemente voluta dalle popolazioni che rappresentano, che, come stiamo verificando nei tanti incontri di questi giorni, vedono nella fusione l’unico modo semplice e certo per la crescita del territorio».
È quanto scrive in una nota stampa Angelo Corrado, Consigliere comunale di Vaccarizzo Albanese che così continua: «E i dubbi diventano ancora più incomprensibili se si considera che buona parte di questi signori, pensando che i problemi del territorio possano essere ricondotti alla semplice gestione di alcuni servizi, magari da risolvere attraverso accordi bilaterali tra amministrazioni o strumenti fallimentari quali le unioni di comuni, fa finta di non vedere la voglia della gente di tornare a sentire alta la voce della politica, quella con la P maiuscola, che pensa in grande, progetta, sogna e crede che l’Arberia, anche grazie alla sua storia, possa svolgere un ruolo da protagonista all’interno della Sibaritide».
«Ecco perché, - spiega - a ben guardare, i dubbi e le diffidenze di questi sindaci e consiglieri comunali più che logici mi sembrano strumentali. Nascondono il desiderio di accampare una sorta di diritto di veto, forse per motivi campanilistici se non personali, in una fase in cui per la prima volta c’è la necessità che le popolazioni dell’Arberia arrivino forti e uniti a un appuntamento con la storia, che è quello della gestione di fondi comunitari che saranno inversamente proporzionali alla grandezza e all’importanza dei territori».
«Ed è strano che molti ancora si nascondano dietro il paravento della difficoltà a mettere d’accordo tante teste, per dire un “no” che è tutto da motivare e che, tra l’altro, non sarebbe capito dall’opinione pubblica, poiché chi si prendesse una tale responsabilità, dopo aver predicato per mesi e mesi l’emergenza economica e sociale del territorio, difficilmente sarebbe premiato dagli elettori. È il caso di pensarci o no?» conclude.