Alto Jonio, Orlandino Greco "benedice" l'unione dei comuni e strizza l'occhio a Spirlì
L'ex consigliere regionale della lista di Oliverio ha lavorato affinché il progetto di sinergia tra comuni potesse prendere forma: «Plauso agli otto sindaci e un ringraziamento particolare al presidente facente funzioni della Regione»
ORIOLO - L’atto di indirizzo per la costituzione dell’Unione di otto Comuni montani e collinari dell’Alto Jonio cosentino siglato ieri dai sindaci di Albidona (Filomena Di Palma), Alessandria del Carretto (Domenico Vuodo), Canna (Paolo Stigliano), Castroregio (Alessandro Adduci), Montegiordano (Rocco Introcaso), Nocara (Maria Antonietta Pandolfi), Oriolo (Simona Colotta) e Plataci (Franco Tursi) è senza dubbio un momento storico nel quadro del riassetto dei comuni, soprattutto dei piccoli borghi, in ottemperanza anche alla Legge Delrio che ha segnato una tappa fondamentale nel processo di riordino della governance territoriale del nostro Paese.
E di queste ne è convinto anche il segretario federale del movimento Italia del Meridione, Orlandino Greco, che ha spinto e lavorato affinché quel patto tra sindaci, volto a potenziare i servizi e a frenare lo spopolamento, potesse prendere vita.
«Un lavoro - dice oggi Orlandino Greco - che parte da almeno tre anni, molti gli incontri fatti che hanno coinvolto diversi attori come l’Anci regionale e con la supervisione dell’Anci Nazionale con Daniele Formigoni, aprendo un nuovo percorso per il rilancio dei territori e valorizzando in questo caso il ruolo dei comuni dell’Alto Jonio cosentino grazie alle unioni degli stessi».
Lo studio dei servizi che i diversi comuni devono gestire in forma associata, costituendosi dal basso e su base volontaria così da non ledere e mortificare l’identità storica dei singoli territori è stata la base da cui si è partiti. «Con la firma di ieri - aggiunge - si è quindi posta una bandierina per una partenza reale che renda gli assetti istituzionali più rispondenti alle esigenze dei cittadini e ai bisogni di sviluppo delle comunità, nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza, economicità e riduzione della spesa pubblica e salvaguardando nel contempo le singole realtà territoriali. Una gestione integrata dei servizi e delle prestazioni fondamentali fino alla creazione di un vero e proprio brand, attraverso cui intercettare e cogliere le opportunità di accesso diretto ai finanziamenti europei, questo l’obiettivo».
Una co-progettazione e co-programmazione su linee guida che individueranno di concerto i vari sindaci insieme ai consigli comunali che sono e rimangono sovrani in questa materia. «Un atto quindi - precisa il segretario di IdM - che può essere considerato una vera rivoluzione copernicana e il mio plauso agli otto sindaci per aver seguito e perseguito insieme questa via maestra».
Non si ferma qui Orlandino Greco, che nella precedente legislature è stato consigliere regionale di riferimento dell'allora presidente Mario Oliverio. Suoi ringraziamenti si rivolgono con un inciso «particolare» anche al presidente facente funzioni della Regione Spirlì. «Per aver compreso - dice - il ruolo fondamentale che le unioni posso svolgere nella gestione associata dei servizi e nella semplificazione istituzionale e soprattutto nella attuazione delle economie di scala. Passaggi fondamentali che ho sempre sostenuto sia nel ruolo di vice coordinatore nazionale dell’unione dei comuni favorendone la nascita di tante in tutta Italia e successivamente in Calabria e che ho ribadito con forza come consigliere regionale avanzando proposte di leggi che miravano all’attuazione del processo di riordino delle funzioni amministrative anche in virtù della legge Delrio». Una precisazione, probabilmente, non causale. Molti rumors, infatti, vogliono un avvicinamento di Greco e di IdM alle posizioni di Spirlì che sappiamo essere referente (già con un ruolo appaltato di rilevanza nel prossimo governo regionale nel caso in cui dovesse vincere il centro destra) di Matteo Salvini e della Lega.
«L’augurio - conclude la nota di Orlandino Greco - è che possa essere davvero l’inizio di quel processo di cambiamento normativo necessario al superamento dei gap di funzionamento dei Comuni, favoriti dalla eccessiva frammentazione amministrativa municipale, generatrice di una crescente polverizzazione delle risorse disponibili, nei confronti della quale occorre opporre un complesso organico di norme funzionali ad assicurare un corretto riordino territoriale».