Consorzi di bonifica Calabria, Abate (Gruppo misto): «Il sistema nella nostra Regione non funziona»
«Gli enti di Mormanno e Trebisacce dicono chiaramente che non funziona e a farne le spese sono imprenditori e agricoltori»
ROMA - «Nei giorni scorsi era tornato agli onori delle cronache il fatto che, come avviene ormai da anni al Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello Jonio cosentino di Trebisacce, i trattamenti di fine rapporto (tfr) non vengano corrisposti agli ex dipendenti dell’Ente consortile. A questa difficile situazione s’era aggiunto anche il fatto che i lavoratori lamentassero il mancato pagamento di diverse mensilità fino ad arrivare a scioperare».
È quanto afferma la Senatrice Rosa Silvana Abate, del Gruppo misto, continuando: «La stessa circostanza ha riguardato, in questi giorni, il Consorzio di bonifica di Mormanno con i dipendenti che sono attualmente in sciopero perché non vengono pagati da oltre un anno».
«Facciamo un passo indietro: con delibera 102 del 10/11/2006, la Regione Calabria ha soppresso il Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, ridelimitando nel contempo i nuovi consorzi della provincia di Cosenza. Nel 2010 con decreto n. 26,27 e 30 del Presidente della Giunta regionale sono stati istituiti nuovi consorzi a cui sono stati trasferite le funzioni di bonifica i rapporti giuridici amministrativi patrimoniali nonché i dipendenti del soppresso Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati».
«Con la crisi che sta investendo gli enti consortili di Mormanno e Trebisacce è facile notare come la grande Piana di Sibari-Metaponto, una delle due più importanti della Calabria e tra le più produttive dell’intero Sud, rischi di essere interessata da una grande crisi idrica e gestionale».
«Il fatto che – continua Abate -, soprattutto, questi consorzi stiano andando in difficoltà uno dopo l’altro, o non riescano a uscirne, è chiaro indice del fatto che il sistema consorzi in Calabria, nonostante le presunte rassicurazioni dell’ex presidente dell’Urbi Calabria, Marsio Blaiotta, non funzioni affatto e, oltre a non proteggere i propri dipendenti, metta a rischio il lavoro di imprenditori e agricoltori».
«Ormai è tempo, quindi, che la Regione Calabria e l’Assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, in quanto materia di sua competenza, dia disposizioni per rivedere la relativa legge regionale e intervenga quanto prima perché questa situazione non è più procrastinabile».
«A lui chiedo di riprendere la Proposta di legge di iniziativa popolare che presentammo, accompagna da ben 8mila firme, come M5S nel 2017 proprio a Corigliano-Rossano e che prevedeva la riforma dei consorzi di bonifica».
«Già allora chiedevamo trasparenza nei bilanci perché prevedevamo quello che di lì a poco sarebbe successo. Se ci si fosse mossi per tempo – conclude - avremmo evitato questa crisi degli enti consortili alla quale oggi assistiamo. Allo stesso tempo chiedo maggiore impegno al presidente dell'Anbi Calabria, Rocco Leonetti, affinché collabori a pieno per uscire da questa situazione».
«A nulla serve diffondere comunicati rassicuratori in cui sembra che tutto vada bene o che nessuno abbia colpe perché la realtà, invece, racconta ben altre situazioni comatose sulle quali bisogna intervenire presto e con tempestività perché il sistema non si può permettere un altro fallimento di cui, ancora oggi, nessuno ha pagato le spese se non gli agricoltori».