Vicenda palazzetto Insiti, la denuncia di Viteritti: «Le soluzioni ci sono. Manca la volontà»
L'esponente di Italia del Meridione incalza l'Amministrazione comunale ma anche l'intera cittadinanza «perché Insiti è un problema e una vergogna di tutti»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Ognuno pensa al "proprio orticello" ma così è troppo! Il palazzetto di Insiti è di tutti». Prova, così, a muovere le coscienze di cittadini e amministratori di Corigliano-Rossano, Stefano Viteritti, giovane rappresentante di Italia del Meridione nella terza città della Calabria.
Quella della struttura di Insiti è una storia carica di «vergognose negligenze e indubbie situazioni comiche». Struttura nata per valorizzare il territorio, punto di riferimento per moltissime discipline sportive in origine, è diventata oggi un ecomostro per il territorio di Corigliano Rossano: «presa di mira da atti vandalici e terreno per coltivazione di ortaggi adesso».
Ma come è possibile una cosa del genere? Si chiede Viteritti. «Le amministrazioni passate come hanno permesso che si arrivasse ad una tale situazione? Infatti il privato che ha occupato il terreno nel quale sorge la struttura, ha avviato la procedura di possesso per usucapione, in quanto da 20 anni circa coltiva ortaggi nel terreno in questione».
«Tra udienze e procedimenti - aggiunge il rappresentante di Idm - rimane la vergogna di tutta una vicenda che da tempo moltissimi hanno tirato in ballo con proposte e quesiti che non hanno mai trovato risposta o quantomeno nessuno ha mai avanzato alla possibilità di riqualificare un qualcosa che originariamente serviva a valorizzare un intero territorio. Chiediamo una ferma presa di posizione, anche se ormai, vista l’imminente udienza in tribunale, l’amministrazione comunale ha perso la possibilità di decidere in prima persona su qualcosa di nostra proprietà. Le soluzioni per i riportare tutto alla normalità ci sono e aspettano solo di uscire da un cassetto chiuso da troppo tempo. Arrivare sempre con l’ultimo treno non paga e provoca danni che per un territorio come il nostro possono risultare fatali».
E da qui un appello universale: «Usate il cervello!»