Musmanno a L'Eco: linea ferrata jonica da potenziare
Nei giorni scorsi abbiamo avuto il piacere di accogliere nella nostra redazione l'Assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, Roberto Musmanno. Insieme a lui anche il Capo compartimento alla viabilità dell'Anas della Regione Calabria, Vincenzo Marzi. Accompagnati dal Presidente dell'Associazione "Basta Vittime sulla Strada Statale 106", Fabio Pugliese. Presenti anche il dirigente scolastico dell'I.I.S. "San Nilo" di Rossano, Adriana Grispo, e Franco Levato, della Giesse risarcimento danni. La visita ha fatto seguito a un incontro sulla sicurezza stradale svoltosi presso il Liceo scientifico di Rossano. Di cui abbiamo già parlato. Musmanno ha risposto alle nostre domande. Non molte, a dire il vero. Visto che doveva andare via subito. Domande sulla disastrosa situazione che questo territorio vive dal punto di vista infrastrutturale. Il docente universitario "prestato" alla politica si è soffermato soprattutto sul trasporto ferroviario. Che, è bene ribadirlo, sulla linea jonica da Taranto a Reggio Calabria presenta standard qualitativi molto al di sotto di qualsiasi altra zona d'Italia. Un solo binario, elettrificato soltanto da Taranto a Sibari. Da lì a scendere verso Reggio, sembra di tornare indietro nel tempo. Si va a gasolio. Per non parlare dell'offerta attuale: littorine a un solo vagone, ormai treni d'epoca. Ambienti sporchi. Rumorosi. Sale d'aspetto chiuse. Biglietterie e stazioni chiuse. I biglietti si fanno a quelle automatiche. Lente, spesso non funzionanti, o che non prendono contante o non danno resto. Un trasporto regionale che, nei fatti, non contempla il diritto alla mobilità per i cittadini di questo territorio. Se da Rossano, Corigliano, Mirto, Cariati, devi andare a Cosenza o Paola, si preferisce il pullman. Non ché sia più comodo (da Rossano a Cosenza con un pullman si impiegano due ore: 2 ore! Con l'auto la metà del tempo), ma certamente meno sconveniente per vari fattori.
UN ALTRO INTERCITY REGGIO-TARANTO. MA SERVE DAVVERO?
Ma ritorniamo a Musmanno. E a quanto ha detto a proposito del trasporto ferroviario. "La prima premessa da cui partire - ha esordito l'Assessore - è che esistono fondamentalmente due tipi di trasporto: uno a lunga percorrenza (di cui fanno parte gli intercity, i così detti treni universali) che è finanziato dallo Stato; l’altro di tipo regionale, l’unico di cui siamo responsabili in quanto ente Regione. Per ciò che riguarda i trasporti a lunga percorrenza, è al vaglio l’istituzione di un secondo Intercity Reggio-Taranto, che è un’iniziativa fortemente voluta da Delrio. Da parte nostra, come Regione, lo abbiamo sostenuto e supportato. Partendo però dal presupposto che, a prescindere dall’introduzione di un secondo intercity, ci sono da verificare le criticità del primo. In particolare per ciò che riguarda il materiale rotabile, di cui Trenitalia è sprovvista. Per poter garantire l’avvio del servizio a partire dal febbraio 2017, ho insistito affinché Trenitalia possa valutare la possibilità di utilizzare provvisoriamente materiale rotabile regionale". In pratica, vuol dire che Trenitalia mette a disposizione la corsa, ma non il treno. Una barzelletta. A prescindere dal fatto che la vera esigenza, qui sulla "jonica" non è tanto un secondo intercity Reggio-Taranto. Quanto il ripristino (vero, non fasullo!) dei treni a lunga percorrenza Crotone-Milano e Crotone-Roma. Soppressi, senza una ragione, nel dicembre 2011. O meglio, la ragione, a vantaggio dei soliti, c'è. Eccome se c'è...
RAPPORTO RICAVI/COSTI NON CONVENIENTE. MA I VANTAGGI A PRENDERE IL TRENO, DOVE SONO?
Musmanno si è poi soffermato su ciò che, nei fatti, ostacola il potenziamento del trasporto ferroviario in Calabria. Ovvero il rapporto, troppo onoroso, tra i ricavi e i costi. A netto appannaggio di quest'ultima voce. "Ogni discorso - ha detto l'Assessore - relativo alla quantità e alla qualità dei treni in Calabria va sempre e comunque correlato con il rapporto ricavi/costi (ossia il corrispettivo che la Regione paga). In Calabria è circa il 20%, il che suggerisce che non siamo efficienti. Basti pensare che la Regione Calabria paga 6 milioni di chilometri-treno all’anno a fronte di una popolazione che è poco meno di 2 milioni di unità. Stesso discorso per la Puglia. Mentre la Campania paga 9 milioni (1/3 in più) con la differenza che a essere servita è una popolazione di oltre 6 milioni di abitanti. Ciò significa che in Calabria facciamo più chilometri di quelli che in effetti potremmo permetterci". E i ricavi non sono affatto alti. Basti pensare, infatti, che il ricavo della vendita dei biglietti mentre in Calabria è di circa 10 milioni di euro annui, in Puglia (stessa popolazione) si raddoppia. Evidentemente, se i pugliesi prendono di più i treni, un motivo ci sarà. Ed è quello di cui parlavamo prima: ci sono treni nuovi, più puliti, più efficienti. In base a questo rapporto costi/ricavi si misura la concessione di una premialità che la Calabria non riceve. Proprio per questo circolo vizioso. Diverso il discorso per il trasporto su gomma che riesce a toccare percentuali del 26/27%, una quota naturalmente abbassata per l'utilizzo del trasporto su ferro (parliamo dell'11-12%). "In una logica puramente economica - ha proseguito Musmanno - per poter vedere concessa alla Calabria la premialità bisognerebbe migliorare il rapporto adottando la soluzione più efficiente, ossia la chiusura di tutta la linea ferroviaria a vantaggio del potenziamento della gomma. Ma sono ragionamenti puramente economici, che non tengono conto della necessità da parte della Regione di soddisfare le richieste e i bisogni dei cittadini. Per questo, invertendo la tendenza degli ultimi 20 anni in cui in Calabria non è stato introdotto neanche un treno, l’attuale Giunta in un anno ha introdotto 2 nuovi treni (gli Swing, ndr).
INCENTIVARE L'USO DEI TRENI. SI, MA COME FARE? SERVONO INTERVENTI SERI
"Nuovi treni - ha detto Musmanno - significano automaticamente l’aumento degli utenti utilizzatori e di conseguenza il miglioramento del rapporto ricavi-costi". Quindi maggiore premialità. Quindi decollo della linea ferrata. Ma è un discorso che impone una massiccia dose di coraggio. Coraggio di rompere definitivamente con il passato. Smetterla di agevolare il trasporto su gomma delle grandi autolinee di pullman. Che, per carità, devono continuare a esistere. Ma non a discapito del sacrosanto diritto dei calabresi del versante jonico di poter liberamente scegliere se viaggiare in treno o in pullman dalla Calabria a Bologna, Milano e Nord in genere. Occorre coraggio e taglio netto con il passato. Ché i cittadini della Calabria jonica non sono né fessi né di serie B. E valutano tutto. In silenzio. Ma valutano. Soppesano le parole. E soprattutto i fatti. La Regione Calabria non può modificare gli orari dei treni feriali penalizzando i pendolari e gli studenti! Eppure lo ha fatto. Anche con il nuovo orario invernale. E così gli studenti sono "costretti" a prendere i pullman. Le scuole superiori, peraltro, così come prevede la "buona scuola", sono aperte anche di pomeriggio, ormai. Perché non prevedere incentivi per gli studenti a spostarsi con i treni?
I PROPOSITI DELLA REGIONE: 307 MILIONI DA SPENDERE NEI PROSSIMI ANNI
La Regione Calabria vuole proporre a Trenitalia un contratto di 15 anni, anziché di 6. Così facendo si garantirebbero 135 milioni di investimento in nuovi treni a partire dal 2019. "Si tratterebbe - ha detto Musmanno - di almeno 15-16 nuovi treni da qui ai prossimi 3 anni. A partire da oggi fino al 2020 la prospettiva è quella di una linea ferroviaria jonica migliorata dal punto di vista delle infrastrutture, portata a rango C, garantendo stabilità dell’orario, miglioramento della fruibilità delle stazioni. Pochi interventi, ma di qualità che porteremo a compimento grazie a 307 milioni di euro circa con cui introdurremo sottopassaggi e traversine, elimineremo i passaggi a livello, svilupperemo la vivibilità delle stazioni con il wi-fi pubblico ecc.". Apprezziamo l'impegno e il lavoro dell'Assessore Musmanno. Ma pretendiamo di più. Questo territorio, ormai stanco e deluso, pretende di più. Treni nuovi, stazioni dei centri maggiori riaperte, pulizia, efficienza. E non si parli di impossibilità e circoli viziosi. Perché quando una Regione vuole, può fare. Si reintroducano immediatamente, tanto per iniziare, i treni a lunga percorrenza. Con orari accessibili e treni puliti. Per i treni regionali si guardi alle esigenze dei pendolari. Agli orari delle scuole e degli uffici. Poi vedremo se i passeggeri aumenteranno o meno. Siamo pronti a scommetterci.