I miracoli della sanità esistono, anche in Calabria. Non può definirsi diversamente l'epilogo della storia che ha coinvolto il piccolo Francesco, 5 anni di cariati, che lo scorso 2 maggio era precipitato accidentalmente dal terzo piano della palazzi di via Quasimodo, dove vive con i suoi geniutori (leggi la notizia
Un bimbo di 5 anni precipita dal terzo piano. Trasferito d’urgenza a Cosenza). Ore drammatiche e di apprensione per la sorte del bimbo per il quale, in un primo momento si era temuto il peggio. Poi l'arrivo dell'eliambulanza; il primo soccorso; il trasferimento d'urgenza all'ospedale hub "Annunziata" di Cosenza e l'angoscia di genitori, parenti, amici e di una comunità intera che ha pregato e sperato. Fino a stamattina, quando le sirene dell'ambulanza della casa di riposto "Teniamoci Stretti" di Corigliano-Rossano hanno risuonato per le vie del centro di Cariati fino al portone di casa. Francesco è tornato a casa dopo 25 giorni in cui ha lottato per vivere. Venticinque giorni che sono un rosario di sequenze nella mente di mamma Rosa Scuteri che il suo Francesco non lo ha lasciato nemmeno per un attimo. «Sono stati giorni lunghissimi e pieni di paura - ci racconta al telefono la giovane e combattiva Rosa - ma la speranza non ci ha mai abbandonati. Sapevo che il mio Francesco ce l'avrebbe fatta e che sarebbe riuscito a sconfiggere tutte le avversità». Così è stato e questo grazie anche alla equipe medica del reparto di Chirurgia Pediatrica di Cosenza, guidato dal Dr Fawzi Shweiki «che - dice mamma Rosa - non hanno lasciato solo mio figlio nemmeno per un attimo». L'impresa dei medici è stata davvero di quelle ardue. Quel 2 maggio, infatti, il bambino era arrivato in ospedale con un importante politrauma: diverse fratture che interessavano la schiena, le costole, la zona lombare, un braccio rotto ed importanti lesioni ai polmoni, ai reni e alla milza. Un quadro complicatissimo ma che non ha scoraggiato i dottori dell'Annunziata che a sangue freddo hanno preso subito in mano un situazione più che critica. Per fortuna nessuna complicanza. «I primi sei giorni sono stati quelli più brutti - racconta ancora la donna - perché Francesco era intubato anche se le cure mediche hanno iniziato a fare effetto da subito». E a seguire i giorni di continuo progresso. «Ieri sera ci hanno detto che stamattina potevamo tornare a casa e questa è stata la gioia più grande. Il bambino sta reagendo bene alle cure anche se la sua convalescenza dovrà durare ancora a lungo e comunque per i prossimi giorni dovrà continuare a rimanere immobile a letto per consentire alle ferite di rimarginarsi». Insomma, una storia a lieto fine. Anzi, un vero e proprio miracolo sanitario accaduto a Cosenza, nella nostra Calabria, dove spesso il termine sanità è associato solo a sciagure. C'è ancora molto da fare per cambiare un sistema deficitario ma ripartire dalle eccellenze è fondamentale per ricostruire. E senza dubbio la Chirurgia Pediatrica è una di queste eccellenze. Nel frattempo, come in ogni titolo di coda delle storie a lieto fine, ci sono i ringraziamenti che escono dal cuore di una mamma che non si è mai arresa e che oggi è commossa: «Ringrazio tutti i medici, gli infermieri, il pilota ed il medico dell'elisoccorso, chi ha curato e riaccompagnato Francesco a casa. Non ricordo i vostri nomi - ha detto mamma Rosa - e me ne addoloro, ma sappiate che avete restituito il suo futuro ad un bambino e ridisegnato con nuovi colori la vita della sua famiglia».
Marco Lefosse