“Siamo brave persone”. Lo ripetono più volte i
migranti attualmente ospitati nel centro di accoglienza allestito in una struttura ricettiva del
quartiere Gallo d’Oro a Corigliano. Sono 48, tutti maggiorenni e anglofoni, provenienti per la maggior parte dall’Africa subsahariana e in città da quasi due mesi. Giunti da Catania lo scorso ottobre, ora sono gestiti dalla cooperativa Cspe di Vibo Valentia, che provvede all’assistenza e alla organizzazione delle varie attività. Nei giorni scorsi, di loro spontanea iniziativa, hanno deciso di pulire alcune vie e zone del quartiere, per dimostrare che hanno realmente voglia di integrarsi e di fare qualcosa per il territorio che li ospita. Vengono via dalla guerra e da situazioni difficili, il loro arrivo è stato contrassegnato da qualche protesta, ma pian piano qualcosa sta cambiando.
MIGRANTI: ACCOGLIENZA NON DELLE MIGLIORI
“Siamo qui da poco più di un mese – affermano – all’inizio abbiamo avuto un’accoglienza non delle migliori. Essendo africani la gente ci guardava in maniera un po’ particolare. Ma noi ci siamo impegnati a fondo per dimostrare l’opposto, per fare capire a tutti che siamo persone perbene”. Spontaneamente hanno iniziato a pulire alcuni punti del quartiere, prendendosi la briga di tirare via le erbacce e di ripristinare un po’ di decoro urbano. Un gesto semplice che ha tuttavia un grosso e profondo significato. Avrebbero voluto fare di più e non è detto che non lo facciano prossimamente, considerato che il loro obiettivo è quello di dimostrare che “siamo tutti uguali, cambia solo il colore della pelle”. Pian piano anche i residenti della zona hanno iniziato a considerarli in maniera diversa, “la mentalità sta cambiando – continuano – e anche gli atteggiamenti nei nostri confronti”.
MIGRANTI: VORREMMO LAVORARE INSIEME AGLI ITALIANI
Ognuno di loro ha dei sogni, delle ambizioni, delle aspirazioni. Nonché una professionalità: tra loro ci sono insegnanti, meccanici, operai, piloti e così via. “Ognuno di noi – proseguono – sa fare qualcosa e vorremmo lavorare insieme agli italiani”. Fuggono da situazioni disperate che li hanno costretti ad abbandonare il proprio Paese e chiedono più che altro “protezione” al Governo italiano, che ringraziano per quanto sta già facendo per gli stranieri. Chiedono comprensione e la possibilità di avere una chance, di dimostrare di poter essere utili e di sapersi inserire nella società: “Abbiamo bisogno di protezione dal governo italiano, per continuare la nostra vita, qui o altrove”