Ieri a Rende c’era tanta gente a darti l’ultimo saluto,
Don Mimì. Quando siamo arrivati a casa tua, quella casa straripante in ogni dove di coppe e trofei, (che meno di due mesi fa ci hai fatto visitare con felicità, mentre preparavamo l’attrezzatura per l’intervista al tuo Domenico jr), il tuo feretro era coperto di fiori e, ben piegata e adagiata sopra, c’era la tua tuta e il tuo inconfondibile casco giallo con striscia blu, e lì ho avuto un sussulto, ed una lacrima ha bagnato i miei occhiali da sole. Dopo aver dato i dovuti saluti a te e ai tuoi parenti, è giunto il momento di accendere i motori e metterci in marcia. Tutti in una lunga e composta coda, con le auto, ti abbiamo seguito sino alla chiesa, in un ideale serpentone che in discesa ci portava verso la partenza della tua ultima gara. Giunti alla cattedrale, la folla, perché c’era davvero tanta gente a renderti omaggio, ti ha guardato in silenzio, come era abituata a fare nei tuoi passaggi in gara. C’era gente venuta da molto lontano, alcuni hanno fatto oltre 800 km per salutarti un’ultima volta! C’era tantissima gente di Cosenza, tanti calabresi, ma soprattutto c’erano i piloti… gente con cui hai lottato, condiviso gioie e momenti tristi, fatto guerre sul filo dei centesimi, ma sempre con la classe e il rispetto per il rivale che ti hanno contraddistinto. In chiesa in silenzio era solenne, e i tuoi famigliari sono stati sorretti, in questo momento di dolore, dal calore dei tuoi amici, quel calore che riversavano sempre su di te ad ogni gara, ad ogni curva, ad ogni singolo saluto o sorriso che non negavi mai ai tuoi numerosi tifosi. Quando il rito funebre è giunto al termine, sono uscito subito fuori, ed ho visto il tuo camion parcheggiato li di fianco alla chiesa, con una rossa Osella pronta a far cantare il suo motore BMW. Non ti nascondo che quando ti hanno portato a spalla lì, tra un mare di gente, e Domenico ha accesso il motore, mentre tutti ti applaudivano come quando a fine gara riscendevi vittorioso verso il paddock, non sono riuscito a trattenermi ed ho pianto. Poi tuo figlio Carlo, dopo che sei partito per il tuo “parco chiuso”, mi ha abbracciato dicendo che tu avresti preferito vederci tutti allegri, come sei sempre stato tu in vita, e un leggero sorriso ha scalfito il suo viso provato dal dolore. Don Mimì, ieri ci hai lasciati fisicamente, ma nei nostri cuori e nei nostri ricordi resterai sempre ben impresso, anche grazie alle gesta di tuo nipote, che sembra sempre più il naturale prolungamento della tua lunghissima carriera.
Ciao Don Mimì, ci rivediamo alla prossima cronoscalata! Gianni Mastro Salitastiledivita.it