DI SAMANTHA TARANTINO
Interscambio culturale, questione meridionale e giovani dalle idee brillanti. Ma soprattutto ripartire dal lavoro e ritornare al Sud. Questi gli argomenti dell’interessante meeting “Giovani Consulenti del Lavoro, del Sud Italia” che si è tenuto nei giorni scorsi a Villa San Giovanni. Molti gli interventi che hanno fornito gli ospiti. Testimonianze ed esperienze positive su progetti comuni per incentivare l’interscambio culturale. Tra queste, il racconto del giovane imprenditore rossanese, Enrico Parisi, mente fresca e coinvolgente e quella marcia in più: l’amore per la sua terra. “Credo moltissimo nei giovani, veri artefici di una ripartenza del meridione d'Italia. Un leggero input per il Sud c’è stato. Ma ahimè, avviene in maniera disomogenea. Pertanto, se vogliamo far tornare i giovani dobbiamo ricostruire quel senso di appartenenza al territorio. Che possa dare agli stessi, le giuste opportunità di sviluppo. È drammatico ammettere che le risorse umane specializzate hanno pochissima risposta da parte delle imprese locali, poiché perlopiù micro imprese. Abbiamo necessità di essere guidati da imprenditori che decidano di puntare sui giovani, di aiutarli e di guidarli con i giusti insegnamenti”.
ENRICO PARISI: "GIOVANI TORNATE PERCHE' IL SUD HA BISOGNO DI VOI"
E in anni in cui si fa delle parole, giovani e lavoro, un abuso, toccando poco le varie problematiche e soprattutto sfiorando le soluzioni, sentir parlare un ragazzo ai suoi stessi coetanei, fa ben sperare. Un vero sprone da parte di Enrico, dal mondo in tasca e dalla valigia sempre pronta: "Ragazzi, studiate e formatevi, anche all’Estero, ma tornate perché il Nostro Sud ha bisogno di Voi”. Il viaggio e l’interscambio culturale, quello vero, quello fatto di esperienze sul campo, in altre realtà. E nella valigia di cartone, legata con lo spago, simbolo dei tempi che furono, i nostri giovani, oggi mettono pc, tablet e smartphone e partono. Europa soprattutto, ma anche oltre Oceano. A volte sconfitti e piegati dal lavoro che non c’è, nella speranza di sopravvivere. A volte entusiasti finalmente di ricevere quelle opportunità negate nella loro patria. E allora eccoli. Con curriculum stracolmi di esperienze e l’inglese tra le loro corde.
ENRICO PARISI: I GIOVANI VERI ARTEFICI DEL CAMBIAMENTO DEL SUD
“Nel quindicennio 2000-2015 – continua Enrico - l'Italia ha ridotto di circa il 17% le risorse destinate al sistema universitario. Ed infatti, sebbene tra le più antiche al mondo, le nostre Università continuano a perdere appeal e la desertificazione non si arresta. I giovani devo fare esperienza all'Estero. Ma poi devono tornare ed essere gli artefici del cambiamento. Aggiungendo il loro valore aggiunto al territorio. Il settore che sta dimostrando di aumentare, seppur di poco il tasso di occupazione, è l'agricoltura. Ed è su questo che dobbiamo puntare al Sud. Allora ricostruiamo quel senso di comunità, che contraddistingue il nostro Sud da sempre e che ci permetta di investire su scuole di formazione come l'Istituto Agrario, ad esempio, o L’Istituto Alberghiero. Nel 2015 al Sud risultano occupati, dati del rapporto SVIMEZ, solo il 40,9% dei diplomati. Ed il 57,6% dei laureati, a 3 anni dal conseguimento del titolo. Mentre la media UE è del 70 e dell'81%. Dobbiamo darci una svegliata con turismo, agricoltura e tanta formazione”. Vero, soprattutto perché il nostro Made in Sud ha il suo valore aggiunto. Un irraggiamento solare che potrebbe essere sfruttato al massimo e rendere l’economia meridionale, ad impatto zero per l’ambiente. “Noi giovani non vogliamo e non dobbiamo rimaner soli – conclude il giovane Parisi - ma essere accompagnati e guidati da una politica più fattiva. Altrimenti continueremo solo a "pensarci" e mai realizzare. Abbiamo bisogno di Imprenditori che creino ricchezza per il territorio. Più vicini alle Università, alla ricerca ed allo sviluppo”. Perché l’Italia e il Sud sono ricchi di giovani brillanti e non di“bamboccioni”come disse un “genio”qualche tempo fa.