«Ai miei tempi il Natale era davvero speciale». Anche "questo tempo" è nostro: appropriamocene
Create per i più piccoli splendidi ricordi legati a queste festività. Il tempo che trascorrerete insieme sarà davvero prezioso; di quello parleranno da grandi con nostalgia
CORIGLIANO-ROSSANO - Il profumo di buono che arriva dalla cucina e invade casa. Nonna e mamma ai fornelli che friggono. Nonno che gioca a dama ricurvo su una sedia accanto al camino acceso. Papà che sorride con gli zii. I cugini che si rincorrono nel soggiorno. Bussano alla porta. Voci che si sovrappongono. La capanna di cartone e i pastorelli di gesso. I fiocchi di neve che cadono lenti all'uscita della messa di mezzanotte.
Non c'è dono più bello che possiate fare ai più piccoli, che creare splendidi ricordi legati al Natale. Ricordiamocelo, mentre scappiamo di corsa al supermercato perché abbiamo dimenticato quel prodotto specifico che, sono sicura, non è poi così importante. Ricordiamocelo, mentre incartiamo quel regalo costoso che, come tutti gli altri oggetti, finirà in un angolo a prendere polvere.
Il tempo che trascorrerete insieme sarà davvero prezioso; di quello parleranno da grandi, quando anche loro, vittime della nostalgia, si ritroveranno a dire: «Ai miei tempi il Natale era davvero speciale». Una frase che si sente spesso tra gli adulti di oggi, forse perché non siamo consapevoli del fatto che abbiamo avuto la fortuna di vivere quella "magia" grazie alle persone che amavamo e che si prendevano cura di noi; così come adesso è nostro compito amare e prenderci cura delle donne e degli uomini del domani. È nostro anche "questo tempo"; appropriamocene: rendiamolo degno di essere ricordato con affetto.
Non nascondo che il Natale sia anche carico di dolore. La nostalgia ci porta troppo spesso a guardare quelle sedie vuote attorno al tavolo; mancanze che bruciano ancor di più durante le festività. Dovremmo però volgere lo sguardo a tutte quelle sedie che si sono aggiunte: figli, nipoti, amici. Non vi sto chiedendo di dimenticare il passato, sarebbe irrispettoso, oltre che impossibile. Vi sto chiedendo di far tesoro dell'Amore ricevuto, per essere in grado di donarlo anche voi, nel presente.
E se il vostro Natale è legato a ricordi spiacevoli, allora spezzate la catena delle negatività e create nuova luce e speranza nei cuori dei più piccoli. Coltivate bellezza. Non servono gesti eclatanti o acquisti dispendiosi. Basta evitare di domandare a quel bimbo che "zoppica" in matematica, se quest'anno ha aumentato la sua media scolastica. Non costringete quella bimba timida a recitare la poesia a tavola. Non chiedete a quella cugina o quel cugino single se ha incontrato l'anima gemella. Nel dare gli auguri a quella coppia sposata da tempo non indagate nel perché non hanno figli. Non rinvangate quell'episodio accaduto nell'estate del 2003, se sapete che potrebbe innescare una discussione a tavola. Le parole feriscono e lasciano cicatrici indelebili. Fate attenzione a quello che dite. Provate a mettervi nei panni degli altri: questa è una splendida capacità che si chiama empatia e che oggi è troppo sottovalutata.
Il Natale non è il Tribunale dell'Inquisizione, o quanto meno non dovrebbe esserlo. Il Natale è ritrovarsi. Stare insieme, perché si vuole riallacciare quel legame troppo spesso "sfilacciato" dalla lontananza e dalla frenesia di tutti i giorni.
Rallentate, perché non importa se non acquistate quel dono da regalare. La cosa brutta e spiacevole è dimenticarsi delle persone, non degli oggetti. Perché, purtroppo, anche nella Notte Santa ci sarà qualcuno che resterà solo; e questa sarà una sconfitta per tutti.
Abbracciate chi amate, perché negli ultimi anni la paura del Covid ci ha tolto anche il piacere del contatto. Non sottovalutate questo aspetto. L'abbraccio stimola il rilascio di ossitocina (che riduce lo stress), dopamina, serotonina (che migliorano e regolano l'umore) ed endorfine (che generano una sensazione di benessere). Abbracciare fa bene, senza contare che per i più piccoli contribuisce alla crescita dell'autostima e negli adulti allontana il rischio della depressione. Se non abbiamo ricevuto abbracci in passato, non significa che non possiamo regalarne nel presente.
Come disse Benigni in un suo monologo «siate felici, diventate l'adulto che avreste voluto accanto da piccoli» e rendete il Natale davvero speciale... almeno per loro.