Calabresi oicofobi condannati a lavare i piatti al nord e a spacciare salmone da discount al sud
Brevissima ed efficacissima considerazione sull'odio viscerale nei confronti delle proprie tradizioni, verso la propria terra, rispetto alle proprie radici: è un peccato mortale dell'animo laico. Non si può ripudiare se stessi. È innaturale
Vi spiego perché i calabresi continueranno per i prossimi decenni ad andare a lavare piatti e cessi nelle attività lucrative del nord Italia, d’Europa e del resto del mondo, convinti di essersi emancipati per poi chiedere soldi alle famiglie a fine mese per pagarsi le bollette di casa e ritornare depressi nelle feste comandate, con l’accento emiliano, piemontese, ligure o toscano.
Perché nell’ennesimo lido della Calabria dagli epici 800km di costa nel bel mezzo dell’estate, letteralmente con i piedi nell’acqua, nei giorni scorsi mi hanno proposto un antipasto di molluschi e pesci sudamericani scongelati, un primo siciliano alla norma ed uno immancabile al finto salmone da discount più una bistecca di scottona; nessuna acqua regionale, mistero sull’extravergine, nessuna delle birre artigianali o agricole regionali, frutta tropicale e pane immangiabile.
Perché la velocità di propagazione della luce rispetto a un qualsiasi osservatore è sempre la stessa: 300.000 km/s ( E=mc2).