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«Il candidato? Lo scegliamo noi» Tridico scalda la piazza in vista dell'evento con Gratteri e Gomez

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CORIGLIANO-ROSSANO - In vista del grande evento "Solidarietà e Legalità contro le mafie", promosso dal gruppo europeo The Left e in programma il prossimo venerdì 18 luglio in Piazza Steri a Corigliano-Rossano, l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle ed ex presidente dell'INPS, il prof Pasquale Tridico, si è concesso in un'intervista esclusiva al direttore dell'Eco dello Jonio, Marco Lefosse. 

Tridico, che sarà uno dei protagonisti della serata insieme al Procuratore di Napoli ed emblema assoluto della lotta alle mafie, Nicola Gratteri, e al giornalista, opinionista e condirettore de Il Fatto Quotidiano, Peter Gomez, ha svelato il percheé della scelta di Corigliano-Rossano come sede dell'iniziativa, sottolineando l'importanza di questa "piazza" strategica sia nelle dinamiche politiche della Calabria ma anche come luogo di riscatto civile, economico e sociale per l'intera regione. L'evento, che sarà condotto dalla vulcanica Antonella Grippo, punterà i fari sui condizionamenti criminali e le pressioni della 'ndrangheta, promuovendo la cultura della legalità e dell'impegno.

Ma sarà anche un momento giusto per disvelare - anche se non troppo - le carte che hanno in mano il Movimento 5 Stelle e le forze movimentiste di Sinistra in vista delle elezioni regionali che, oggi, sembrano più vicine e in sintonia che mai e che per voce dello stesso Tridico saranno loro a scegliere il nome del prossimo candidato presidente alle Regionali calabresi. Sarà una prova di forza? Certo, sì. Ci sarà l'annuncio di una candidatura? Probabilmente no. Anzi, quasi sicuramente no («non possiamo fare annunci in presenza di un magistrato, che è per definizione super partes») ma potrebbe essere il tempo di prime investiture. Le presenze, i volti, l'animo di quella piazza dirà molto, moltissimo in chiave elettorale e soprattutto sugli equilibri che verranno tracciati all'interno del centro sinistra. 

Quasi sicuramente, dicevamo, non ci saranno annunci di candidature ma un nome Tridico lo ha ribadito nella sua intervista all'Eco, esprimendo grande stima nei confronti del Sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, riconoscendone il ruolo critico e battagliero contro lo stradominio comunicativo del Governatore Roberto Occhiuto. Ora, però, serve capire se, nel tradotto politichese, quello del primo cittadino coriglianorossanese è un nome proferito ad includendum ad excludendum nella corsa alle regionali 


Professore Tridico, la scelta di Corigliano-Rossano, la terza città della Calabria e capoluogo della Calabria del Nord-Est, per un evento di questa portata contro le mafie, è significativa. Qual è il messaggio specifico che si vuole lanciare scegliendo proprio questa piazza, questa “periferia” per un dibattito sulla solidarietà e la legalità in Europa? «Piazza e Corigliano-Rossano sono termini che legano. La città ha importanza primaria in Calabria, non soltanto per gli abitanti che conta. Della regione è quindi una piazza: sia come centro portuale e produttivo strategico, sia come luogo del riscatto civile, economico e sociale della Calabria. Sembra, però, che più di

"Corigliano-Rossano e la Sibaritide hanno bisogno di un ospedale Hub: questo dovrà essere il futuro del nuovo nosocomio"

qualcuno non abbia colto i punti di forza e i bisogni di Corigliano-Rossano. A partire dal commissario del Governo alla Sanità regionale, che nulla dice sulla necessità di avere un ospedale hub nella Sibaritide. Visto che al riguardo sembra distratto, gli rammento che configurare il nuovo ospedale dell’Alto Ionio come hub è doveroso, possibile e conveniente. Sarebbe una scelta politica in favore di un territorio che non può dipendere da Cosenza per larga parte dell’assistenza sanitaria. Bisogna essere conseguenti: ora c’è una città unica, quindi occorre riorganizzare i servizi e potenziarli per garantire risposte di qualità a un’area vasta a lungo marginalizzata, come pure per sviluppare nuove attività e alimentare l’economia».  

A proposito del nuovo ospedale, il territorio di Corigliano-Rossano e della Sibaritide sta attraversando un periodo di estrema tensione sociale. Di recente abbiamo assistito a sparatorie in strada, tra la gente, a ripetuti attacchi minatori proprio ai cantieri del costruendo nosocomio e ad altre più o meno “importanti” azioni intimidatorie sul territorio. In questo contesto, l’organizzazione di questo talk incentrato su Solidarietà e Legalità contro le mafie, che vedrà la partecipazione di figure di spicco, insieme a lei, come il Procuratore Gratteri e Peter Gomez, che significato assume? È un monito a non aver paura, un sostegno tangibile alla cittadinanza, o cos’altro? «Ha colto. Difatti, con l’iniziativa del prossimo 18 luglio vogliamo anche puntare i fari sui condizionamenti criminali; sulle pressioni della ’ndrangheta; sul bisogno di serenità che avvertono i cittadini di Corigliano-Rossano e dintorni; sull’esigenza di promuovere la cultura della legalità e dell’impegno, di testimoniare in concreto presenza, attenzione, vicinanza. In un contesto territoriale di grandi potenzialità, bisogni e aspettative come Corigliano-Rossano, vogliamo offrire una discussione plurale sul futuro dell’Europa, quindi anche della nostra

"Puntiamo i fari sui condizionamenti criminali e sulle pressioni della 'ndrangheta in una terra dalle grandissime potenzialità"

Calabria. Parleremo pure della situazione internazionale; delle guerre e delle tensioni in atto; degli effetti del riarmo in Calabria e nel resto del Sud; di Europa dei diritti e dello Stato sociale; dell’importanza di un’informazione di profondità nei territori; di alleanza civile tra persone che non vogliono rassegnarsi, che credono nella democrazia e nel progresso. Che hanno bisogno di esempi, riferimenti, sostegni».

 

L’evento enfatizza la solidarietà tra cittadini. Qual è, a suo avviso, il ruolo che la comunità locale di Corigliano-Rossano e della Sibaritide può e deve giocare nella lotta alle organizzazioni mafiose, al di là degli interventi delle Forze dell’Ordine e della Magistratura? C’è un messaggio che può andare oltre il naturale appello ad essere “più collaborativi” con la parte buona dello Stato? «Il crimine non conviene mai. L’ha sempre ripetuto il procuratore Gratteri, l’ha ribadito il professore Antonio Nicaso, lo conferma la cronaca e, aggiungo,

"il lavoro è nemico del crimine, anzitutto perché è strumento di dignità e di crescita"

l’esperienza di tanti collaboratori di giustizia. Ricordo che lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino disse che la mafia sarebbe stata sconfitta da un esercito di maestri. Ciò per significare che, già dalle prime battute, la scuola ha un compito altissimo: la formazione della coscienza democratica, che è sempre basata sulle regole, sin dal gioco durante l’infanzia. Allora noi dobbiamo creare, tutti insieme, una comunità unita dal bisogno e dall’esempio della pulizia morale e della trasparenza, dal sogno di una Calabria libera, dall’obiettivo di produrre e diffondere una cultura antimafiosa. In questo senso, Corigliano-Rossano e la Sibaritide possono essere centrali, proprio per la cultura del lavoro che sanno esprimere. E il lavoro è nemico del crimine, anzitutto perché è strumento di dignità e di crescita».

Si sottolinea la dimensione europea della lotta alla criminalità organizzata. Come si lega concretamente la situazione di una realtà come Corigliano-Rossano, che potremmo definire, appunto, una “periferia”, con la necessità di una risposta coordinata a livello continentale contro la criminalità transnazionale? Quali strumenti europei possono supportare le comunità locali come la nostra proprio nel contrasto alla criminalità organizzata? «Il primo strumento è la cultura. Siamo europei e siamo italiani. L’Italia è la patria del diritto: c’era un vecchio motto latino che lo ricordava e la prima facoltà di Giurisprudenza si fa risalire a Irnerio, sul finire dell’anno 1000. L’Europa deve investire per perfezionare gli strumenti investigativi. In questo senso, la transizione digitale finanziata dall’Unione europea può rivelarsi preziosa. Purtuttavia, mi pare che in Italia si stia andando in una

"Il Governo Meloni sta imponendo una visione autoritaria della Legge e sta trasformando il Diritto"

strana direzione. Come ha mirabilmente osservato il senatore M5S Roberto Scarpinato a Palazzo Madama, il governo Meloni sta imponendo una visione autoritaria della legge e sta trasformando il diritto, complicando il lavoro di investigatori, inquirenti e giudici. Per combattere efficacemente la criminalità organizzata, bisogna ascoltare a fondo esperti come Scarpinato e il procuratore Gratteri. Occorre, poi, costruire delle reti informative e culturali in ambito locale. Anche a questo proposito, Corigliano-Rossano, che tra l’altro ha un sindaco molto attento, Flavio Stasi, può avere un ruolo di rilievo. Inoltre, la ridefinizione in chiave democratica dell’assetto istituzionale dell’Unione europea potrebbe essere decisiva, per smantellare le organizzazioni criminali».

Lei è stato eletto europarlamentare nel 2024 e da allora ha iniziato un vero e proprio rendez-vous permanente con la Calabria. È spesso sul territorio, vive tra la gente e la ascolta: un po’ il contrario di quanto avviene per i suoi colleghi che - una volta eletti a Bruxelles - spariscono dai territori. Perché gli altri spariscono e perché lei, invece, rimane? Sembra una domanda scontata, senza senso, ma le assicuro che alle nostre latitudini non la è affatto: né scontata né senza senso. «Posso rispondere per me, non guardo il comportamento altrui. Per quanto mi riguarda, ho un mandato affidatomi da 120mila elettori del Sud. Devo a tutti loro conto, rispetto, ascolto e riscontro». 

Professore Tridico, lei è una figura di riferimento del Movimento 5 Stelle oltre ad esserne un attento osservatore. Vorrei chiederle un giudizio complessivo sull’azione politica del suo partito, sia sui singoli territori, soprattutto quello di Corigliano-Rossano e della Sibaritide, che a livello regionale, inclusa Corigliano-Rossano. «Penso che il giudizio sul nostro operato lo debbano dare i cittadini e gli elettori. Io credo che

"Noi dobbiamo fare di più e meglio perché in giro c'è troppa sofferenza e delusione"

dobbiamo fare sempre di più e meglio, perché in giro c’è troppa sofferenza, c’è troppa delusione, c’è troppo isolamento, come in generale confermano i commenti sui social e l’astensionismo quando si vota. Preferisco codesto metodo, se vuole del bicchiere mezzo vuoto. Vengo da una cultura contadina, che mi ha abituato al sacrificio e a vestire i panni di chi sta peggio, a immedesimarmi. Ciò precisato, credo che il Movimento sia costituito da persone di buona volontà, pulite e motivate. Noi dobbiamo mostrare di essere l’alternativa reale. A una destra di potere opportunista e autoreferenziale. A poteri, spesso trasversali, che non hanno alcuno sguardo verso il bene comune».

Questa è la terra di Elisa Scutellà, la parlamentare del M5S che è stata praticamente buttata fuori dall’emiciclo della Camera per un cambio in corsa delle regole del gioco. Una cosa da mai vista prima. Ecco, sulla vicenda Scutellà che idea si è fatto? «Il dado è tratto e siamo in un’altra fase. Confido negli approfondimenti della magistratura, Elisa non meritava di essere estromessa. In questa vicenda sono stati calpestati gli elettori e la democrazia, oltre alla deputata legittimamente eletta».

Ritorniamo in Calabria, in questi giorni l’attenzione mediatica e giudiziaria è molto alta su una mega-inchiesta che coinvolge il Presidente Occhiuto. Da politico e da figura che ha ricoperto ruoli istituzionali di primo piano, che idea si è fatto di questa situazione? E come può, a suo avviso, un contesto di indagini così rilevanti influenzare la governabilità e la percezione della legalità in Calabria? «Ho fiducia nella Magistratura, che si sta muovendo con evidente equilibrio e con il dovuto riserbo. Come leggiamo, le indagini procedono e sono

"Credo che il presidente Occhiuto abbia usato alcune parole inappropriate. Ma per cambiare serve una proposta politica vera, completa e affidabile"

una garanzia per tutti gli interessati e per l’opinione pubblica. Credo che il presidente Occhiuto abbia usato alcune parole inappropriate. Soprattutto, ritengo che la sua giunta non abbia dato le risposte necessarie ai calabresi: sulla sanità, sui giovani, sul lavoro, sull’assistenza sociale, sull’ambiente, sulle infrastrutture e anche sulla riorganizzazione amministrativa della Regione. Basti pensare, a tale riguardo, che un solo dirigente apicale gestisce in prima persona due dipartimenti e cinque servizi. Non basta, però, contestare le scelte di Occhiuto: per cambiare registro, serve una proposta politica vera, completa e affidabile.

Focalizzandoci, invece, sul territorio ci può chiarire quali sono i suoi rapporti con il Sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi? Quest’ultimo, nel panorama politico calabrese, sembra distinguersi per un ruolo particolarmente critico e battagliero nei confronti dello strapotere mediatico e politico del Governatore Roberto Occhiuto. Come valuta l’azione di Stasi in questo contesto? «Ho tanta stima nei confronti di Flavio Stasi. In quanto al candidato alla presidenza della Regione, lo ripeto con chiarezza: si dovrà scegliere, a mio avviso, a partire dalle scelte che il Movimento Cinque Stelle farà in Calabria, dove è il principale partito di opposizione».

E l’evento del prossimo 18 luglio si svolge a ridosso della grande campagna elettorale per le regionali e si tiene proprio in “casa” di Flavio Stasi. Ritiene che iniziative come questa possano avere anche una valenza politica e, se sì, in che modo? Mi spiego meglio, al netto dei contenuti della manifestazione, ci dobbiamo aspettare qualche annuncio, in ottica regionale? «Vi dovete aspettare una continuità: nell’impegno, nell’unità, nella condivisione di princìpi, valori e obiettivi. Non possiamo fare annunci in presenza di un magistrato, che è per definizione super partes. L’appuntamento del 18 luglio non è affatto campagna elettorale, ma è partecipazione su temi di interesse generale. È coinvolgimento della società civile, come tante altre manifestazioni che organizzo; a volte con personalità meno note, a volte con figure come Gratteri e Gomez».

Professore Tridico, lei è figlio di questa terra: è nato e si è formato qui, nella Calabria del nord-est. Poi, come tanti giovani coraggiosi e di valore della sua generazione, è stato ‘costretto’ ad emigrare per realizzarsi professionalmente e ricoprire ruoli di così alto prestigio. Oggi, guardando a Corigliano-Rossano e a tutta la Sibaritide, c’è una speranza concreta per il futuro di questa Calabria? E se c’è, dato che lei è una persona illuminata, una persona di governo e una persona influente, in che modo può aiutare concretamente questo territorio a tracciare la rotta per uscire dal circolo mortale di isolamento, depauperazione dei servizi, abbandono e incapacità a rimanere al passo con i tempi, in cui purtroppo si trova ancora adesso? Grazie per questa sua domanda. Lei mi ha rivolto dei complimenti e io le sono grato. Le confesso che sono un collettivista. Le destre credono nel messia, che poi è, banalmente, l’uomo solo al comando. Io sono invece convinto che bisogna progettare e costruire tutti insieme il nostro futuro. Come sa, ho promosso Asprom, associazione composta da studiosi ed esponenti della società civile che studia i problemi dei nostri territori meridionali e le soluzioni per superarli. Voglio dirle che da soli si fa poca strada e, comunque, dopo un po’ si corre il rischio di diventare autoreferenziali. Dovremmo invece lavorare, con fiducia reciproca, esaminando e valutando assieme che cosa fare e come. Ho tante idee, ma non penso mai che siano migliori di quelle degli altri. Questo non significa essere attendisti o dilatare i tempi delle iniziative. Vuol dire, invece, recuperare il senso di comunità che avevano i nostri genitori e nonni, non perdere l’abitudine di ascoltare, quindi di conoscere attraverso la voce e il punto di vista dell’altro. Mi sento di poter aiutare il territorio nel senso di promuovere con umiltà e convinzione questo metodo. Se vuole, questo cammino comune. Vorrei soltanto aggiungere, come notizia utile, che sto organizzando eventi di formazione e consulenze per le opportunità che l’Ue mette a disposizione in termini di fondi europei. Nella mia sede di Rossano, è possibile registrarsi al riguardo. È un’iniziativa gratuita e vale la pena partecipare.

 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.