Le nuove generazioni di Corigliano-Rossano, un popolo di apatici: lontani dalla cultura e dalla politica
Questa nuova città unica ha bisogno come l'aria del contributo dei giovani per la costruzione del suo futuro. Invece stanno (o si tengono) da parte, "ghettizzati" nel loro mondo. Manca la partecipazione e i giovani adulti ne sono responsabili
Corigliano Rossano è una città abitata anche da giovani?
Vedendone tantissimi in giro per le strade sembra di sì, ma allora perché non se ne vedono quando vengono organizzati gli eventi culturali che pure sono tanti in città?
Possibile che la cultura non suscita in loro nessun interesse?
Sono domande che sorgono spontanee nel notare l’incanutimento dei presenti ai vari eventi culturali.
Se si escludono le gentili signore che raramente si mostrano nel loro colore naturale dei capelli, i maschietti sono tutti di un’età matura, ed allora, dove si è sbagliato?
Sembra che questa nuova città, ricca di storia e di cultura, non abbia un futuro felice per questi aspetti.
Tantissimi giovani in giro per le strade, presenti ai concerti, nei locali più o meno alla moda, ma pochissimi quelli che presenziano agli eventi culturali.
Probabilmente, anzi sicuramente, la colpa è anche degli adulti, dei genitori e della scuola che non hanno saputo infondere in loro il seme della conoscenza e della curiosità, puntando sul raggiungimento di obiettivi che consentano in futuro di imporsi nella società come professionisti.
Lo studio che consente di avere un ottimo voto al diploma o alla laurea, senza la curiosità di conoscere altro, di conoscere le proprie radici, di incuriosirsi per la presentazione di un libro o per andare a cercare il significato di una parola sconosciuta, farà sicuramente dei buoni professionisti, forse anche dei buoni cittadini, ma saranno uomini che avranno l’handicap di conoscere solo il loro mondo e non tutto ciò che li circonda.
Saranno certamente dei professionisti esemplari, tecnici e medici di livello, ma niente di più.
Giorgio Gaber, un nome che probabilmente non dirà niente ai più giovani, uno che approfondiva gli aspetti sociali del suo tempo, in una delle sue canzoni diceva che la sua generazione ha perso. La sua generazione è anche la nostra, quella dei sessantenni ed oltre, allora facciamoci un esame di coscienza e vediamo dove abbiamo sbagliato cercando di invertire la rotta.