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Rigassificatore? La priorità è la Sanità

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Deve essere veramente una priorità nell’azione di governo della regione Calabria la realizzazione di un rigassificatore nell’area portuale di Gioia Tauro, rispetto all’impegno assunto dal presidente della regione, che è anche commissario ad acta, di portare a normalità di efficacia ed efficienza il servizio sanitario che continua ad assorbire una fetta preponderante del bilancio regionale? 

L’interrogativo si pone in considerazione dell’insistenza con la quale il presidente Occhiuto continua nella sua ‘’battaglia’’ a favore di un rigassificatore che peraltro andrebbe ad implementare la sovrabbondante produzione di energia sul territorio della Calabria, senza che i calabresi, e le imprese calabresi, ne possano trarre giovamento in termini di risparmio in bolletta.

In un’intervista rilasciata alla ‘’Stampa’’, lo scorso 2 dicembre, lo stesso presidente Occhiuto, riferisce delle perplessità del ministro Pichetto sull’utilità del rigassificatore in quanto il gas prodotto avrebbe difficoltà a passare nella rete Snam, ormai satura perché in essa passa il gas che l’Italia ha acquistato dall’Algeria e dall’Azebaigian. La questione energia, priorità nazionale, non può non essere anche nell’agenda politica del governo regionale, ma senza “voli pindarici” che finiscono col somigliare tanto a quelli della “grande opportunità” del “quinto centro siderurgico” di Gioia Tauro.

La regione ha il suo piano energetico e in esso sono indicate due priorità, Comunità energetiche e Produzione di idrogeno verde: le prime assicurano un nuovo modello partecipato di produzione di energia e insieme con l’idrogeno sono il futuro innovativo al servizio dello sviluppo ecocompatibile del territorio. Non mancano, sul nostro territorio, le cosiddette aree industriali dismesse, accanto alle aree portuali ed aeroportuali dove si svilupperà la Zona economica speciale, aree che possono essere utilizzate ai fini della produzione di “energia da fonti rinnovabili”.

L’altro elemento dell’interrogativo iniziale è la questione sanità sulla quale si gioca la credibilità politica del governo regionale e del suo presidente. “L’Azienda Zero”, ovvero il centro per programmare capacità di spesa e investimenti e per coordinare il lavoro di Asp e Ao, stenta a decollare; il programma operativo 2022-2025 sugli aspetti legati alla contabilità del sistema sanitario, alla riorganizzazione del personale e alla rete ospedaliera, assistenziale e territoriale e sui rapporto con gli erogatori privati, è stato approvato, dalla commissione interministeriale, “previo recepimento di alcune ulteriori prescrizioni”; restano ancora da definire la ricognizione del debito che dovrebbe essere pronta alla fine di questo mese, ma tutte le operazioni collegate a questa attività hanno come termine ultimo dicembre 2024.

Tutto questo, mentre si attendono le assunzioni, gli investimenti, la messa in opera del nuovo piano della rete ospedaliera, la riorganizzazione dei pronto-soccorso, l’efficienza e l’implementazione della diagnostica strumentale. Sicché lasciano l’amaro in bocca le conclusioni della Corte dei conti: “nonostante la Calabria riceva ingenti risorse destinate alla salute dei cittadini, e sebbene i calabresi in questi dodici anni abbiano continuato a finanziare copiosamente la sanità regionale con il versamento delle extra aliquote Irap e Irpef, i cittadini non godono di servizi sanitari adeguati”. Certo nessuno può pretendere, che nell’arco di un breve lasso di tempo, si può sanare una situazione disastrosa e disastrata della sanità, ma i calabresi debbono essere costantemente informati sulla “agenda dei lavori”, magari attivando una roadmap ovvero una sequenza temporale di azioni attraverso le quali giungere alla “normalizzazione” della gestione e dei servizi sanitari.

Domenico Campana
Autore: Domenico Campana

Laureato in Pedagogia all’Università “La Sapienza” di Roma, è scrittore (autore di numerose pubblicazioni) e giornalista professionista dal 1976. È stato capo servizio politico al ''Secolo d'Italia''; collaboratore della rivista ''Media Duemila''; poi la lunga parentesi di 25 anni all’Agenzia ANSA. Nel 2010 diventa consulente-collaboratore ANSA all'ufficio stampa della Farnesina componente del comitato di redazione del portale (www.esteri.it), mentre dal 2014 al 2019 è stato consigliere del Corecom Lazio.