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Cuore, imparzialità, senso del dovere e grande cultura: le prime tre donne sindaco della Calabria e di Italia

5 minuti di lettura

Non sempre la Calabria è stata ultima fra gli ultimi. Qualche volta è stata prima fra i primi.

Quando sono state ristabilite le libertà democratiche e non era ancora stata proclamata la Repubblica, la Calabria ebbe un primato assoluto. Su tredici donne Sindaco in tutto il territorio nazionale tre erano calabresi.

Caterina Tufarelli Palumbo a San Sosti.  

Ines Nervi Carratelli a S. Pietro in Amantea.

Lidia Toraldo Serra a Tropea.

Dallo scritto sul volantino di propaganda di Lidia Toraldo Serra emerge la determinazione delle donne ad impegnarsi per il progetto di una nuova società: "Donne Tropeane! Una nuova legge  ha dato a voi il diritto e l'obbligo del voto e il 24 Marzo dovete esercitarlo per la prima volta nelle elezioni amministrative. Mostratevi degne della grande responsabilità  che pesa su di voi. Voi siete in numero maggiore degli uomini. Perciò dal vostro voto dipenderà il benessere del nostro comune.”

Ma chi erano le prime tre donne Sindaco della Calabria? Donne acculturate prima di tutto, di famiglie borghesi di solide tradizioni liberali, si erano formate attraverso studi seri e con Maestri notevoli. Avevano maturato passione politica approfondendo il pensiero dei luminari del passato, avevano respirato in famiglia l'aria di possibili avanzamenti verso tempi nuovi. Erano perciò pronte a mettere a servizio della comunità idee, studi, preparazione, visioni politiche.

Caterina Tufarelli Palumbo, di famiglia borghese dell'Alto Ionio cosentino, si era formata a Roma nello Istituto delle Dorotee di Trinità dei Monti, aveva frequentato la facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza. Suoi maestri i Giuristi dell'epoca rimasti nella storia della Giurisprudenza. Frequentazioni abituali con la "meglio gioventù” del tempo, da cui verranno molti protagonisti nell'Italia democratica. Ebbe, tra l’altro, amicizia con le figlie di De Gasperi.  

Ines Carratelli, insegnante elementare in un periodo in cui in Calabria l'accesso alla scuola per le donne era una rarità, aveva aperto le porte dell'istruzione ad intere generazioni, convincendo che la cultura è l'unico ascensore sociale per le classi sociali penalizzate da mancanza di occasioni e mezzi. Aveva sposato un discendente della famiglia Carratelli di Amantea, nobili patrizi di antiche tradizioni culturali, impegnati fino al sacrificio della vita nella difesa della libertà. Giuseppe Carratelli era caduto onorevolmente durante la prima guerra mondiale. Nel 1910 un Giuseppe Carratelli era stato eletto consigliere comunale ad Amantea. Benedetto Carratelli, collaboratore di don Carlo De Cardona nel Movimento del Cattolicesimo sociale, ad Amantea aveva organizzato e animato la Lega dei Contadini, opponendosi apertamente alle potenti famiglie degli agrari. Eletto all'assemblea Costituente fu tra i Padri della Patria.

Lidia Toraldo Serra era figlia di Nicola Serra, penalista eccelso e Sottosegretario alla Marina Mercantile nel governo Facta. A Cosenza a lui è intitolata una strada. In famiglia aveva respirato l'aria della Passione politica. Educata al rispetto delle leggi. Avviata all'impegno civile che poi si trasformò in impegno politico. Fu la prima donna calabrese a laurearsi in Giurisprudenza  nel 1929 con il costituzionalista Vittorio Emanuele Orlando, discutendo una tesi, che a posteriori sembra una premonizione, su"La concessione del voto alle donne". Nel 1933 a seguito del matrimonio con il Marchese  ing. Pasquale Toraldo si trasferì a Tropea che da quel momento considerò sua sede di elezione e alla quale dedicò prima il suo impegno di cittadinanza attiva e poi quello di Sindaca accorta ai bisogni della gente e alle necessità del territorio.

Le tre Sindache avevano in comune solide tradizioni familiari, seria formazione culturale, sentire democratico. Valori che portarono verso azioni concrete di azioni politiche a vantaggio della comunità.

La digressione sulle origini familiari e culturale delle tre donne non vuole essere esaltazione di classe, se mai mettere in evidenza come la ricostruzione morale e materiale dell'Italia del dopoguerra poté realizzarsi perché c'era una classe politica bene acculturata che aveva idee chiare sullo sviluppo possibile del Paese. Fu quella classe politica che fra i primi provvedimenti operò la più grande rivoluzione di tutti i tempi: l'istituzione della scuola media obbligatoria. La scuola apriva le porte a tutte le classi sociali. E tutte le classi sociali entrarono a pieno titolo in tutti gli ambiti della società, nei quali poterono realizzarsi non per appartenenza familiare, ma per meriti propri.

Per le tre donne fu naturale partecipare alla prima competizione elettorale, ma una volta elette non era facile ricevere consenso e designazione per la carica di prima cittadina in un consiglio comunale di soli uomini, tutti con radicate mentalità maschiliste.

In una società maschilista far convergere su una donna la scelta fu un fatto veramente straordinario. Si comprende solo se si considera la indiscussa superiorità culturale e morale di quelle donne che gli uomini dovettero riconoscere. La Stampa di Torino riportò la notizia  facendo rilevare la straordinarietà dell'evento.

Le Sindache non delusero attese e speranze. Sarebbe veramente lungo ricordare quanto esse fecero per l'avanzamento della loro comunità che considerarono fin dal primo momento una grande famiglia allargata. Amministrarono col cuore di una Madre, l'imparzialità di un giudice, il senso del dovere di un pubblico ufficiale.

Caterina Tufarelli Palumbo operò cambiamenti radicali, di vita, di costumi e di abitudini a S. Sosti, che cambiò aspetto e abitudini di vita, per la costruzione di case e di edifici pubblici. Particolare curioso apparentemente fu l'installazione dell'orologio sul campanile. Il suono delle ore portava al rispetto degli orari lavorativi: la difesa, quindi, dei diritti dei lavoratori per troppo tempo trascurati. A San Sosti le hanno dedicato la Sala del Consiglio Comunale e una strada. Una strada anche a Castrovillari.

Uguale passione nell'amministrare S. Pietro in Amantea, che allora contava poco meno di duemila abitanti, dimostrò Ines Nervi Carratelli. Svolse il suo ruolo con grande senso di responsabilità, attenta ai bisogni della gente, interprete dei tempi che richiedevano interventi immediati. Non si potevano procrastinare i problemi urgenti dell'approvvigionamento alimentare, di quello abitativo e lavorativo. A tutti pose mano in tempi brevi, avviando la comunità verso un deciso sviluppo. Oggi anche per merito delle sue opere, San Pietro è un ridente centro turistico, a ridosso di Amantea, molto frequentato in estate, per la sua posizione geografica, le caratteristiche climatiche e la calda accoglienza degli abitanti. A sua memoria è stata posta una targa sulla sua casa, le è stata dedicata l'aula consiliare. La Proloco ha istituito a suo nome un premio letterario.

A Tropea Lidia Toraldo Serra si trovò ad amministrare in situazioni difficilissimi. Abitazioni malsane accoglievano i ceti meno abbienti con conseguenti disagi che causavano malattie e infezioni di vario genere. La mancanza di viveri poneva seri problemi anche di ordine pubblico. Furono questi i problemi cui pose mano, ricorrendo anche ad interventi autorevoli di vecchi amici di famiglia. Subito dopo rivolse la sua attenzione alla istruzione. A Tropea portò scuole di ogni ordine e grado. E poi Ospedali e strutture varie per offrire servizi adeguati ai cittadini. Con tempismo che ancora oggi stupisce aveva immaginato la vocazione turistica del territorio e fatto costruire il primo stabilimento balneare, andando anche incontro a feroci critiche ed opposizioni. I cittadini di Tropea la ricordano ancora. I più anziani continuano a chiamarla come la chiamavano un tempo"a mammicedda nostra". A Tropea le hanno dedicato una piazza.

Per noi calabresi è motivo di orgoglio visitare la Sala delle Donne a Montecitorio voluta dalla Presidente Laura Boldrini e ammirare le foto delle tre donne Sindache  nostre conterranee fra quelle delle Madri della Patria.


Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale

Nella Matta
Autore: Nella Matta

Laureata in Lettere Classiche, ha insegnato negli Istituti Superiori di Cosenza. Impegnata nell'Associazionismo femminile, religioso e culturale, ha ricoperto incarichi dirigenziali anche a livello nazionale nel Movimento Femminile della Democrazia Cristiana. Ha collaborato col Dipartimento di Sociologia dell'Unical sul ruolo delle donne in Calabria dalla conquista dei diritti politici alle Pari Opportunità lavorative. Numerosi i suoi scritti giornalistici. Nei suoi Calendari annuali ha raccontato fatti e persone che hanno segnato l'evoluzione della Calabria. Ha curato con Tania Frisone e Marilù Sprovieri “Le Donne nella Storia della Calabria”. Il suo ultimo libro “In Cammino verso i diritti” racconta il cammino delle donne verso la conquista dei diritti essenziali e il ruolo delle Madri Costituenti. È Presidente della Commissione Cultura dell'Aiparc. Impegnata nel riequilibrio della toponomastica di genere sta promuovendo l'intitolazione di strade e piazze a donne